Giubilate se potete

8 dicembre 2015
Di ilsimplicissimus original
Forse mi manca la misericordia, ma lo spettacolo da basso impero a cui Roma fornisce oggi lo scenario è tra i più desolanti che mi sia stato dato di vedere. Da una parte la chiesa inchiodata alla ritualità, dall’altra l’accorrere delle mezze figure della politica per essere riprese dentro l’avvenimento, come fosse una prima teatrale e la sceneggiata della sicurezza, delle perquisizioni persino per entrare in metrò, della no fly zone e quant’altro, tutte sciocchezze che servono a ben poco per evitare gli attentati, ma solo a ribadire il clima di paura da cui nasce la legittimità emotiva del potere. E in mezzo una città ingolosita solo dai pellegrini e dal refrigerio dell’obolo che portano, così come le tante organizzazioni pretesche che su queste cose campano alla grande .

Insomma uno scenario del tutto estraneo, se non addirittura antitetico a quello che il tema del giubileo straordinario vorrebbe proporre. Una specie di grande evento da “consumare”, secondo la mutazione antropologica dell’occidente, il cui significato non soltanto non viene compreso, ma nemmeno viene citato: basta fare un giro sul web per vedere che tutto è assorbito dai problemi organizzativi e dal loro retroterra di affari e complotti politici o dallo sgangherato clima di inquietudini indotte o dalla patetica speranza che questo ennesimo evento eccezionale possa portare un qualche conforto al pil.

Oddio il Giubileo è la ritualità cattolica storicamente più legata agli affari dell’anima, alla vendita di indulgenze e quant’altro: anzi fu formalizzata proprio per affermare il potere della Chiesa sull’aldilà, come controllore delle pene e del perdono e dunque, come strumento di monetizzazione di questo dominio sull’oltremondo. Ma l’evento e lo spettacolo da consumare sono la totale negazione di qualcosa che vorrebbe almeno nelle sue intenzioni liberare le persone dalla gabbia dell’egoismo in cui vivono. Infatti il Wall street journal e immagino anche il governo e i vari commissari badano ai due milioni di italiani che secondo un sondaggio avrebbero rinunciato a un viaggio a San Pietro per paura del terrorismo: in onore di questi cuor di leone si è messa in opera la commedia della blindatura nelle sue forme più spettacolari.

Di certo si tratta del punto più basso di dibattito pubblico a cui abbia assistito: i frettolosi sguatteri del pensiero unico hanno persino rinunciato a gran parte del guazzetto retorico sulla spiritualità, correndo il rischio di mostrare la povertà degli ingredienti del contemporaneo: le tecniche imbonitorie sono tutte rivolte alla guerra di civiltà, anzi alla guerra pura e semplice. E semmai qualcosa di sentimental metafisico verrà rispolverato quando si tratterà di nascondere in qualche modo il mancato miracolo italiano e il miserabile 0,7 % di crescita nominale del pil. Possibilmente qualcosa di demenziale come le parole del ministro per le politiche agricole Maurizio Martina pronunciò alcuni giorno dopo l’apertura del ristorante temporaneo di Rho “da Expo al Giubileo può nascere la generazione Fame Zero”. Un frase che meriterebbe il nobel dell’idiozia se ci fosse: una vera ingiustizia per certe capacità affabulatorie.

Non è solo il coacervo di circostanze in cui il giubileo si apre: il fatto è che il solo accenno a dimensioni altre del vivere umano, magari solo religioso-narrative e poco praticate, disturba il pensiero unico e la sua visione antropologica e deve perciò essere trasformato in un prodotto. Un motivo in più per frugare nelle borsette e non nelle coscienze.

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