La Spagna accoglierà l’Aquarius a Valencia. Salvini canta vittoria: “È uno squarcio di giustizia. Nessuna Ong ha bandiera italiana”

By Huffington Post

“Evidentemente alzare garbatamente la voce paga. Abbiamo aperto un fronte per una nuova politica dell’immigrazione a livello continentale”. Esulta Matteo Salvini per la decisione del governo spagnolo di mettere a disposizione il porto di Valencia per far attraccare la nave Aquarius, da ore ferma in mare con 629 migranti a bordo dopo la decisione del governo italiano di non consentire lo sbarco nei porti italiani e il successivo scambio di accuse tra Roma e La Valletta. Per Salvini, con la vicenda della nave Aquarius “abbiamo aperto un fronte a Bruxelles, con il ministro Moavero stiamo contattando la Commissione Europea perché adempia ai doveri nei confronti dell’Italia che non sono mai stati rispettati”. Una “vittoria”, insomma, come scritto su Twitter a caratteri cubitali.

“Contiamo da oggi su un nuovo giorno, un nuovo inizio. Abbiamo segnato un punto a nostro favore. Non è la fine di nulla”, ha detto Salvini riferendosi a un’altra nave “di una ong tedesca battente bandiera olandese” – la Sea Watch 3 – che potrebbe chiedere a breve di attraccare in un porto italiano. “Nessuna di queste navi batte bandiera italiana”, ha sottolineato Salvini. “Continueremo la nostra linea di buon senso e condivisione”.

“Avevamo dato indicazione di trasbordare donne e bambini dalla nave Aquarius”, ha aggiunto il segretario leghista. “Il nostro obiettivo è di salvare di vite umane” prima della partenza. “La nave non ci aveva risposto”, ha continuato il ministro dell’Interno in conferenza stampa in via Bellerio. Il problema è “stato risolto grazie al buon cuore” della Spagna, ha continuato, “evidentemente l’Ue non può andare avanti a buon cuore”.

Il ministro ha poi negato che ci siano state divisioni all’interno del governo sulla gestione della vicenda Aquarius. Il caso Aquarius è stato affrontato “con un governo compatto alla faccia di chi cercava spaccature”, ha detto Salvini.

L’intervento della Spagna dovrebbe così sbloccare l’odissea dei 629 migranti della nave Aquarius lasciati in mare dopo la decisione del governo italiano di chiudere i porti. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha dato istruzioni affinché la Spagna accolga la nave Aquarius. Il governo di Madrid ha annunciato che la nave potrà attraccare nel porto di Valencia. “È nostro dovere aiutare a evitare una catastrofe umanitaria e offrire ‘un porto sicuro’ a queste persone, rispettando così gli obblighi del diritto internazionale”, ha dichiarato Sanchez.

Le persone a bordo della Aquarius “sono sempre più ansiose e disperate”. Lo ha comunicato Medici senza frontiere che ha informato tutti sulla situazione attuale. “Un uomo – ha aggiunto l’organizzazione – ha minacciato di saltare in mare, dicendo che aveva paura che sarebbe tornato in Libia”.

Il premier Giuseppe Conte ha ringraziato il governo spagnolo. “Avevamo chiesto un gesto di solidarietà da parte dell’Ue su questa emergenza. Non posso che ringraziare le autorità spagnole per aver raccolto l’invito”, ha detto Conte da Accumuli, dove ha incontrato le popolazioni terremotate, spiegando che la decisione della Spagna va “nella direzione della solidarietà”.

Il presidente della Comunidad Valenciana, Ximo Puig, ha sottolineato che il gesto è dettato da ragioni umanitarie e si è rammaricato che la nave sia, al momento, “abbandonata” nel Mediterraneo in un modo “profondamente ingiusto”. Secondo il quotidiano El Pais, il porto di Valencia è stato messo a disposizione dell’Onu come “sicuro”. In mattinata per accogliere i migranti si erano offerti sia il sindaco di Valencia che quello di Barcellona, rispettivamente Joan Ribò e Ada Colau. Colau aveva sottolineato la necessità “anzitutto di salvare vite umane”. A bordo della nave di Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranèe ci sono anche sette donne in gravidanza e 123 minori non accompagnate.

In mattinata il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva ribadito il suo no all’Aquarius, estendendolo anche alla Sea Watch 3. “L’Italia ha smesso di chinare il capo e ubbidire”, ha detto il vice premier e ministro dell’Interno.

La ong tedesca smentisce però la versione di Salvini. “Sea Watch si trova in questo momento in acque internazionali, non è attualmente coinvolta in operazioni di ricerca e soccorso, non ha persone soccorse a bordo della propria nave”.

A lodare l’operato di Salvini è la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen. Salvini “ha ragione”. “Solo una politica di fermezza permetterà di porre fine agli arrivi massicci di clandestini e a coloro che organizzano questo traffico odioso di esseri umani”, ha detto all’Ansa.

La situazione a bordo dell’Aquarius è “calma”, i 629 migranti a bordo “cominciano a chiedere perchè non ci muoviamo. Ma dalle autorità italiane ancora nessuna notizia”, spiega Analise Borges, di Euronews, l’unica giornalista presente a bordo dell’imbarcazione. La nave vaga per il Mediterraneo in attesa di un porto, tra l’Italia e Malta, in cui attraccare. Gli “inutili ritardi” allo sbarco dei migranti “stanno mettendo a rischio le persone vulnerabili” scrive in un tweet Medici senza frontiere sottolineando che si tratta in particolare di 7 donne incinte e 15 persone ustionate, oltre a parecchi migranti con sintomi di ipotermia.

Lo scambio di accuse tra Italia e Malta non si ferma neanche dopo l’intervento spagnolo. “Ringrazio il premier spagnolo Sanchez per aver accolto l’Aquarius dopo che l’Italia ha infranto le regole internazionali e ha provocato uno stallo”, ha scritto su Twitter il premier maltese Joseph Muscat. “Malta – ha aggiunto – invierà nuovi rifornimenti alla nave. Dovremo sederci e discutere su come evitare che ciò accada di nuovo. Si tratta di una questione europea”.

Su Twitter il commissario europeo Dimitris Avramopoulos ha elogiato il gesto di Madrid. “Diamo il benvenuto alla decisione del governo spagnolo di permettere a nave Aquarius di sbarcare a Valencia per ragioni umanitarie. Questa è la vera solidarietà messa in pratica, sia verso questo queste persone disperate e vulnerabili, che verso Stati membri partner”.

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