Modestamente… sono bravissimo

Agostino Marrella·Sabato 8 luglio 2017
Mi sbaglierò – modestamente sono bravissimo… in “analisi politiche” erronee! – ma, per usare un’espressione che Vittorio Gassman applicava a se stesso, il professor Leoluca Orlando ha… un grande futuro dietro le spalle. Non gli è riuscito di essere Ministro e neppure Presidente della Regione. Ha giganteggiato (“maramaldeggiato”?) a Palermo, ma non è un gigante; appare ancora tale perché sono stati i suoi – veri o presunti – avversari ad essere microsomici.
E comunque – piaccia o non piaccia – considerato il 47,4% di astensionismo, il professor Leoluca Orlando è stato effettivamente scelto dal 22,56% degli aventi diritto al voto, anche per il meccanismo del voto congiunto, per altro, e usufruendo della castalica legge elettorale siciliana – “concepita”, ché di questo si tratta, per “impallinare” il M5S – che non prevede il turno di ballottaggio se uno dei candidati a sindaco supera al primo turno il 40% dei voti validi (Orlando = 46,28%). Ossia per fare il Sindaco, anche di una grande città, basta arrivare ad una maggioranza relativa tecnicamente prestabilita; tanto valeva, a questo punto, tornare alla designazione del Sindaco da parte del Consiglio Comunale.

Ah, a proposito: il professor Leoluca Orlando ha avuto 125.913 voti, ma “personali” – cioè non frutto del voto congiunto – 16.791, ossia il 13,33% dei voti totali validi, ossia – altra interessante “lettura”, a mio avviso – riconducibili soltanto al 3,008% dell’intero corpo elettorale (558.121 unità).
Sindaco (letteralmente) legittimo, dunque, il professor Leoluca Orlando, e però – ferme restando le astruse e ademocratiche tecnicalità di un sistema elettorale assai singolare – che egli possa possa “dirsi”, secondo la nota frase fatta, il “Sindaco dell’intera città”, mi pare quantomeno…. azzardato.
E così il professor Orlando – che ho votato sino a cinque anni fa, al ballottaggio, tappandomi ogni orifizio, ma ancora irretito dall’illusorio “mantra” del “Meno peggio” – “Se la canta e se la suona da solo” da troppi anni ormai, ovvero senza alcun senso del limite e della democrazia, che è molto di più, se rettamente intesa, del mettere una scheda in un urna elettorale. E soltanto in ragione dello squallore generale, la fedina penale immacolata dell’attuale Sindaco di Palermo può assurgere a valore in sé. Ma c’è bisogno di politici preparati e intellettualmente onesti e non di “marchesi del Grillo” del, più o meno sottinteso: “Io so’ io e voi non siete un… (omissis)”.
La comune nozione sociologica secondo la quale per élite si intende, in senso proprio, un minoritario consesso di individui più colti e autorevoli (?) in relazione al contesto antropico di riferimento, è, a mio avviso, un’edulcorazione semantica di un lemma meno positivamente caricato: oligarchia; parola, quest’ultima, che meglio “fotografa”, secondo me, la situazione palermitana, perché se è vero che l’attuale Sindaco è (si veda sopra) politicamente superiore – superiorità, per inciso, che non è sinonimo di meglio – e che egli si è creato una elitaria “corte”, non mi pare, francamente, che ciò abbia davvero mutato la lercia, violenta e indecorosa “felicissima Palermo” o costituito una discontunità col “decennio” dello… “yachtman”. Si tratta, cioè, dell’ennesima altezzosa oligarchia autoreferenziale e, proprio perché oligarchia, concettualmente reazionaria, ovvero avversa alla democrazia e alla… “puzza del popolo”.
“Per quanto precede”, e per quel pochissimo che può interessare/contare – ricordate la rubrica “E chi se ne frega” del settimanale satirico “Cuore”? – alle prossime elezioni regionali siciliane (5 Novembre) non voterò liste e/o candidat* anche debolmente riferibili o riconducibili a Leoluca Orlando, verso il quale ho una totale disistima politica e una siderale distanza umana. E… allora?
Considerata la mia marginale, ma limpida, storia familiare e personale “di Sinistra”, vorrei poter votare – e penso di non essere il solo – per una formazione politica davvero progressista e non consociativa. Ragionevolmente, però, ho la netta impressione che dovrò, ancora una volta… “saltare un giro”. Dei leaders (Renzo Arbore… direbbe così!) delle entità (alias partitini) nominalmente “di Sinistra” null’altro conosco che i cognomi; ignoro, cioè, cosa essi abbiamo politicamente fatto. Perché mai, quindi, dovrei votare loro o i comitati elettorali (di questo sostanzialmente si tratta) che coordinano/presiedono? Difficile – davvero difficile – rimpiangere le primarie, tanto sgangherate quanto permeabili alle invasioni di ogni “truppa cammellata”, ma peggiori di esse sono senz’altro le designazioni oligarchiche o autopromosse.
E qualcun* mi potrebbe “spiegare”, per favore – ma bene, però! – perché tutto il “cucuzzaro” (dal Pd a… Che Guevara e con gli amici… di Little Angel), che ha sostenuto Orlando, sarebbe la “formula giusta” anche per la Regione? Qual è, in fatti, il “modello Leoluca”? Quello in cui il territorio è “sgovernato” e una antimafia parolaia consente a tutti – e, dunque, pure ai mafiosi più o meno “blasonati” – di farsi i “cardi” propri? E perché tale “pastone per galline” sarebbe comunque meglio che consegnare la Sicilia al M5S? In termini politico-amministrativi, intendo. Altrimenti resta valida non la la banalità, ma l’ovvietà che di mero patto spartitorio di cadreghe ed assessorati si tratti. Continuando a fottersene – va da sé – del pressoché certo, massiccio astensionismo prossimo venturo.
“Naturalmente” la domanda che precede non fa velo sull’evidenza che il candidato del M5S alla Presidenza della Regione Siciliana sia del tutto inadeguato ad un ruolo istituzionale che richiede (richiederebbe?) di essere svolto da “qualcuno” dotato – se non di idealità (sarebbe davvero chiedere troppo!) – di almeno sufficiente caratura politica e amministrativa; sintomaticamente inquietante, per altro, è stata la dichiarazione del candidato “pentastellato” riguardo alla sconcezza delle mostruosità edilizie isolane, lanciando anch’egli – “roba”, cioè, da vecchissima politicanza – un “affettuoso segnale” ai cosiddetti (molto… cosiddetti!) abusivi per necessità.

Né, in ultimo, sono minimamente da prendere in considerazione i candidati più o meno “sovranisti” (sic!): tutti “vecchie faine apicali” della politichetta o della pubblica amministrazione siciliana, credibili, dunque, come… il rinverginamento di Ilona Staller.

P. S. Ma chiunque sarà il prossimo Presidente della Regione Siciliana, potrà mai essere peggiore di Rosario Crocetta?

[Ultima revisione: 11 Agosto 2017]

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