Palermo, la grande truffa chiamata Tram (come buttare nel cesso i fondi europei)

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Palermo, la grande truffa chiamata Tram (come buttare nel cesso i fondi europei)
Giulio Ambrosetti
[25 Nov 2015
Solo la delirante Unione Europea di massoni e ‘banditi’ poteva finanziare un’opera pubblica – le tre linee di Tram di Palermo – che a regime provocherà perdite per 10 milioni di Euro all’anno (in realtà le perdite saranno maggiori: almeno 20 milioni di Euro all’anno). In Consiglio comunale una delibera truffaldina che istituirà le Ztl per pagare un Tram che, con le stesse Ztl, non c’entra nulla. Lo spaccato di una città dove la cultura mafiosa detta legge nella pubblica amministrazione

L’ISTAT certifica che la Sicilia è la regione più povera d’Italia. Non c’è da stupirsi: con il governo nazionale di Matteo Renzi che usa le finanze della Regione siciliana come ‘bancomat’ il risultato non può che essere questo. Di questa povertà, ormai strutturale, Palermo è uno degli esempi più incredibili. E sapete perché? Perché oltre a un governo nazionale che deruba la Regione, oltre a una Regione che si lascia derubare in silenzio, Palermo subisce scelte amministrative che non hanno né capo né coda: come la realizzazione di opere ferroviarie folli, proprio nel cuore della città. A cominciare da tre linee di Tram. A cui si aggiungono il passante ferroviario (un tratto di ferrovie che attraverserà la città da nord a sud) e un semicerchio che viene chiamato impropriamente anello ferroviario. A Palermo la crisi economica peggiora di giorno in giorno, le famiglie povere aumentano e che cosa fa l’amministrazione comunale? Si accinge a fare pagare una nuova ‘botta’ di soldi ai cittadini palermitani per mettere in moto tre demenziali linee di Tram! Il tutto dopo avere distrutto mezza città, tagliando oltre mille alberi (come potete leggere qui) creando un caos indescrivibile. Linee di Tram che, quando piove (come potete vedere nella foto) diventano fiumi cittadini ‘navigabili’.
In questa storia – nella storia di una Sicilia derubata e sempre più povera, nella storia di una città, Palermo, che oggi, oltre ad essere sempre la ‘Capitale’ della mafia, è anche la ‘Capitale delle nuove povertà – sono importanti le responsabilità politiche. Il governo nazionale che sta derubando la Sicilia (quasi 10 miliardi di Euro lo scippo del governo Renzi alle finanze regionali solo per questo 2015 che sta per chiudersi) è di centrosinistra. Il governo regionale – presieduto da Rosario Crocetta – che collabora con Roma per derubare 5 milioni di siciliani è di centrosinistra. Il governo della città di Palermo – sindaco è Leoluca Orlando – che si accinge ad appioppare nuove tasse ai palermitani è pure di centrosinistra.
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Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando
La volete sapere la verità? La verità è che anche il centrodestra – che ha governato la Regione fino al 2008 e che ha governato il Comune di Palermo fino al 2011 – ha fatto schifo almeno quanto fa oggi schifo il centrosinistra. Di fatto, questi due schieramenti politici si equivalgono, sia alla Regione, sia al Comune di Palermo. Qualcuno penserà che noi stiamo tirando la volata al Movimento 5 Stelle. Ma non è colpa nostra se i disastri che hanno combinato in Sicilia – e anche al Comune di Palermo – centrodestra e centrosinistra sono sotto gli occhi di tutti.
Su quanto sta succedendo con le tre linea di Tram non possiamo, ad esempio, che dare ragione ai grillini. Il Comune ha chiesto e ottenuto una barca di fondi europei per completare un’opera folle. Pur avendo avuto a disposizione mille agevolazioni (anche l’insabbiamento di una vicenda legata a probabili passaggi di soldi… cose normali, in Sicilia, perché quando la cosa pubblica viene amministrata dal centrosinistra le inchiesta si insabbiano e non ci sono responsabili), l’amministrazione comunale non solo non ha ancora rendicontato le somme spese, ma rischia di pagare penali salatissime – circa 30 mila Euro al giorno – se l’opera non verrà completata nei tempi stabiliti. Insomma se i cantieri non verranno smontati entro dicembre le penali saranno pesanti. Chi pagherà?
I grillini hanno già messo le mani avanti: “Come sempre – si legge in un comunicato del Movimento 5 Stelle – l’amministrazione comunale agisce quando ha l’acqua alla gola e non può fare a meno di compiere atti dovuti che sa di dover compiere da anni. Non ci si può ridurre a ridosso della partenza per fare approvare il contratto di servizio con AMAT per il Tram”. Per la cronaca, il Comune, che ha voluto tre linea di Tram demenziali, non sa a chi farle gestire. Così ha optato per l’AMAT, la società controllata dallo stesso Comune che gestisce il servizio di trasporto passeggeri, un ‘carrozzone mangiasoldi’ che a Palermo svolge un servizio pessimo: la metà e forse più dei mezzi di trasporto sono sfasciati; l’azienda, che è sempre in deficit ripianato ogni anno con le tasse dei palermitani, si serve di ditte esterne per costose riparazioni e – sembra incredibile! – paga un sacco di soldi a inutili consulenti scelti con criteri ‘rigorosamente’ clientela: una totale vergogna! Ebbene, l’AMAT – cosa ribadiamo incredibile! – gestirà le tre linea di Tram. Le tre linee di Tram dovranno essere operative entro la fine di quest’anno, ma il contratto tra Comune e AMAT non c’è ancora.
“Se ci dovessero essere delle penali giornaliere da pagare all’azienda che ha realizzato i lavori – sottolineano i grillini – non accetteremo assolutamente che siano i cittadini a pagarle. Abbiamo appena richiesto copia del contratto tra Comune di Palermo e SIS (l’azienda che sta realizzando i lavori ndr) e al primo giorno di penale depositeremo un esposto alla Corte dei Conti per accertamento del danno erariale e assegnazione della responsabilità amministrativa. Orlando trovi un escamotage, negozi con l’azienda, ma sappia che faremo di tutto per fargli pagare di tasca sua ogni singolo centesimo per questo ennesimo atto inutilmente ritardato dall’Amministrazione comunale”.
C’è anche un altro problema. I fondi europei spesi per le tre linee di Tram debbono essere rendicontati entro il 31 dicembre di quest’anno. Altrimenti il Comune rischia di restituire circa 300 milioni di Euro. In questo caso, a quanto pare, grazie ai buoni uffici della massoneria – che a Bruxelles è di moda, se è vero che la ‘presunta’ Unione Europea è governata da massoni – sarebbe stato messo in piedi un mezzo imbroglio: la rendicontazione, è vero, si chiude il 31 dicembre di quest’anno; ma i burocrati di Bruxelles si prenderanno altri 4 mesi per ‘verificare’ i conteggi. In pratica, sottobanco, il Comune di Palermo avrà altri 4 mesi di tempo per rendicontare i soldi che ha speso per quest’opera inutile e diseconomica.
soldi nel cesso
Già, diseconomica. Dovete sapere, cari lettori, che gli introiti previsti ogni anno da queste tre linee di Tram ammontano a circa 5 milioni di Euro. Ammesso, naturalmente, che i cittadini di Palermo prendano il Tram e, soprattutto, che paghino il biglietto (cosa molto improbabile, perché oggi Palermo è troppo povera per consentirsi tre costose linee di Tram). A fronte di entrate per 5 milioni di Euro i costi ammontano a 15 milioni di Euro. Insomma, si parte con un ‘buco’ di 10 milioni di Euro all’anno (ed è una stima molto sottodimensionata). Questo si sapeva già da prima. O meglio, in una città civile i conti sarebbero stati fatti prima. E le tre linee di Tram non sarebbero mai state realizzate. Invece le hanno realizzate con i fondi europei. Soldi gettati nel cesso, come scriviamo nel titolo e come potete vedere nella foto sopra, a sinistra.
Ma a Palermo la scelta del Tram è ‘ideologica’ e non economica. Così, adesso, bisognerà trovare questi 10 milioni all’anno (destinati ad aumentare perché bisognerà tenere conto della manutenzione e degli incidenti). Che fa allora l’amministrazione Orlando? Ha deciso di introdurre le Ztl che, con il Tram non c’entrano un benemerito cazzo! Di fatto, un furto ai danni dei cittadini che dovrà essere avallato dal Consiglio comunale. Insomma nuove tasse che i palermitani pagheranno: circa 30 milioni di Euro all’anno. La dimostrazione aritmetica che i costi del Tram non ammontano a 10 milioni all’anno, ma saranno molti più alti (almeno il doppio, considerano che ci dovranno ‘mangiare’ i soliti consulenti e le ditte esterne all’amministrazione: in pratica, affari truffaldini che a Palermo, nella gestione della cosa pubblica, sono la regola con la ‘benedizione’ dei mafiosi e delle ‘autorità’…).
Sapete qual è il problema? Che i palermitani pagano già l’addizionale IRPEF più cara d’Italia; pagano l’IRAP più cara d’Italia; pagano la TASI (la tasse comunale per i servizi indivisibili) più cara d’Italia e pagano la TARI (la tassa per la raccolta dei rifiuti) più cara d’Italia. Più, ovviamente, le altre mille tasse italiane. Insomma, in una città sempre più povera che cosa fa l’amministrazione comunale di centrosinistra? Si inventa una nuova tassa, probabilmente illegittima. Eh già, perché a Palermo le zone blu (cioè i parcheggi a pagamento) sono in buona parte fuori legge. La legge dice che ai cittadini vanno garantiti parcheggi gratuiti e parcheggi a pagamento. L’amministrazione comunale di Palermo se ne fotte e piazza linea blu dove gli pare (la stessa cosa ha fatto la precedente amministrazione di centrodestra retta da Diego Cammarata). Dunque le Ztl si inseriscono in un contesto già fuori legge. Il tutto sotto gli occhi ‘distratti’ delle tante autorità che di tutto questo se ne fottono, così come se ne fotte l’attuale amministrazione comunale. Tutto fuori legge. E meno male che siamo nella città del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente del Senato, Piero Grasso…
Ora leggiamo assieme alcuni comunicati. “Per l’Amministrazione non ci potrà essere Tram senza l’introduzione delle Ztl e l’oneroso pagamento di una nuova ‘tassa’ da 120 Euro (all’anno). Il quadro della situazione patrimoniale ed economica dell’AMAT, come emerge dall’incontro con i sindacati Cobas, Ugl e Faisa-Cisal, è alquanto critico”. A questo punto il comunicato inizia a descrivere l’allegra gestione dell’AMAT: “In primo luogo risulta mancare un’oculata gestione imprenditoriale dell’azienda e probabilmente per questa ragione si registra un sensibile decremento nella vendita dei biglietti e degli abbonamenti, nonché nella gestione delle zone blu (per circa 2-3 milioni). Ugualmente onerosa appare la gestione della manutenzione dei mezzi che inspiegabilmente non viene svolta all’interno dell’officina dell’AMAT, considerata una delle migliori in Sicilia, ma viene affidata a ditte esterne con un ingiustificabile spreco di personale e denaro (per un importo annuo stimato in circa 2,1 milioni di euro)”.
Come abbiamo già scritto, al Comune di Palermo non possono fare a meno di organizzare la ‘cresta’ sulla riparazione dei mezzi gommati dell’AMAT: “I mezzi ufficiali in dotazione all’AMAT – leggiamo sempre nel comunicato di Cobas, Ugl e Faisa-Cisal – sembrerebbero essere circa 420, mentre quelli circolanti sarebbero solo 170: oltre il 50% degli autobus necessita di interventi di manutenzione che, in alcuni casi, non vengono effettuati per il mancato acquisto dei pezzi di ricambio. Il valore patrimoniale dell’azienda (in relazione al parco mezzi e al netto degli ammortamenti), stimato in 25 milioni di euro, sembrerebbe superare il valore effettivo degli stessi, con possibile incidenza su quanto indicato nel bilancio. A ciò si aggiunga la disorganizzazione relativa al personale (circa 1.600 dipendenti), distribuito in modo poco funzionale, assegnato a postazioni sovradimensionate e improduttive, con conseguenti effetti negativi in termini di qualità ed efficienza dei servizi”.
“Circa 100 lavoratori – prosegue il comunicato – hanno da anni un contratto part-time e l’azienda, piuttosto che riconvertirli in autisti e rispettare le loro legittime aspettative di un full-time, ha avviato un percorso di nuove assunzioni ‘pescando’ nelle categorie ‘privilegiate’ e sulla cui regolarità saranno fatte le opportune verifiche. Inspiegabile è poi l’assegnazione di 50 autisti, con relativa formazione, alla conduzione delle vetture del Tram quando ancora non è stato stabilito che la gestione debba essere effettivamente affidata ad AMAT (come abbiamo già sottolineato, non c’è ancora il contratto tra Comune e AMAT ndr). Il venir meno di questi autisti ha avuto ulteriori ricadute negative in quanto ogni mattina 40 vetture rimangono ferme presso il deposito di via Roccazzo. Tra l’altro, in relazione al sistema tranviario, è prevista la soppressione di 54 linee con conseguenti disagi per i cittadini”.
In pratica, per far partire le tre demenziali linee di Tram l’AMAT, senza averne titolo – perché lo ribadiamo per la terza volta, non c’è ancora il contratto con il Comune per la gestione delle tre linea di Tram – ha smantellato una parte del servizio di autobus, penalizzando i cittadini. Ce ne sarebbe abbastanza per avviare un’inchiesta penale sulla gestione del trasporto pubblico a Palermo. Ma sappiamo tutti, a Palermo, che questo non avverrà.
Ancora. Il contratto tra AMAT e Comune di Palermo dovrebbe cessare il 31 dicembre 2017. Poi, con incredibili ritardi, dovrebbero essere bandite le gare europee per il servizio di trasporto locale. Che senso ha, allora, affidare all’AMAT la gestione del Tram per due anni? Ad un’aziende destinata, tra due anni, a uscire di scena, che ha un deficit strutturale stimato in circa 7 milioni di Euro?
Altre precisazioni arrivano da Antonino La Barbera, segretario regionale dei Cobas settore trasporti. “L’AMAT – sottolinea La Barbera – è in una situazione critica e rischia di sprofondare a causa dell’affidamento del Tram, infrastruttura che secondo l’amministrazione comunale dovrebbe finanziarsi con gli introiti della Ztl. Siamo convinti che il tram possa essere un volano di sviluppo, a patto però che ci sia certezza di risorse. Ecco perché non vorremmo essere nei panni dei consiglieri comunali, chiamati a pronunciarsi su una delibera particolarmente insidiosa. In queste condizioni, il pericolo è che gli inquilini di Sala delle Lapidi (la sede del Consiglio comunale di Palermo) passino dalla padella alla brace: ovvero dire sì all’affidamento del Tram ad AMAT perché sotto pressione, visti i tempi contingentati; ed in seguito accorgersi di essere ‘complici’ di un danno erariale, nel caso in cui il Tram non avesse le risorse economiche necessarie a sostenersi”.
Due settimane fa, Cobas, Ugl e Faisa-Cisal hanno proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti dell’AMAT. Decisione presa dopo le innumerevoli richieste d’incontro andate a vuoto con l’azienda, per discutere di temi cruciali quali il contratto di servizio, il piano industriale, i nuovi turni di lavoro, il parco mezzi, l’avvio del Tram”.
“Apprendiamo – conclude La Barbera – che l’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania, sarà assente per ‘impegni istituzionali’. Anziché unire le forze per risollevare le sorti di un’azienda che non riesce a fare ricavi, ha un parco mezzi fatiscente e rende un servizio scadente alla cittadinanza, l’amministrazione comunale sembra voltare le spalle da un’altra parte. È urgente invece programmare assieme il futuro dell’azienda, affinché essa non si trovi fra due anni nelle condizioni di non poter partecipare nemmeno al bando di gara per il trasporto pubblico su gomma”.
Andiamo al commento di un consigliere comunale di lungo corso, Angelo Figuccia: “L’AMAT è virtualmente fallita. E’ questo il grido di dolore lanciato dai sindacati Cisal, Cobas ed Ugl dell’azienda di via Roccazzo. Con i colleghi della Terza Commissione Consiliare abbiamo ricevuto in audizione i rappresentanti di tre delle maggiori sigle sindacali rappresentate all’AMAT. E il loro grido d’allarme è univoco: l’azienda è ormai virtualmente fallita. Sono stati davvero parecchi i punti critici toccati dai sindacalisti. A cominciare dal numero di autobus in dotazione. Il patrimonio aziendale di materiale rotabile (bus, pullman, automezzi, ecc.) è stimato in circa 85 milioni di Euro di ammortamento, tanto che l’AMAT ha iscritto nel proprio bilancio, ovvero ha in dotazione, ben 420 bus. Di questi, ben 200 sono fermi nei vari depositi perché in rottamazione; dei rimanenti 220 funzionanti, almeno sulla carta, ne scendono quotidianamente in strada soltanto circa 150-160, mentre secondo il contratto di servizio con il Comune dovrebbero essere almeno 200”.
Capitolo officina: “Nonostante sia considerata la più attrezzata nel suo settore dell’intero Meridione d’Italia – ricorda Figuccia – ogni anno vengono spesi ben 2 milioni di Euro per far svolgere lavori di riparazione a ditte esterne, a cominciare dall’azienda che ha prodotto gli ultimi 18 bus immessi in servizio. E qui si arriva ad un incredibile paradosso: ogni santo giorno, prima di circolare sulle strade palermitane, questi 18 mezzi devono essere sottoposti ad un controllo, denominato in gergo ‘rabbocco dell’acqua’. Ebbene, questo servizio viene svolto da un addetto dell’azienda che ha venduto i mezzi, che però arriva in deposito soltanto alle ore 7, mentre i mezzi dovrebbe essere in strada da almeno due ore prima. Misteri dei contratti”. Quello che denuncia Figuccia è un danno ai cittadini ai quali vengono indebitamente sottratte due ore di servizio bus.
Capitolo tram: “Mentre sono in corso le prove dei fiammanti treni bianchi sulle rotaie che hanno stravolto gran parte della viabilità cittadina – ricorda sempre Figuccia – i sindacalisti hanno denunciato un altro incredibile paradosso. Una volta entrata a regime, la gestione dell’intero sistema tranviario sarà finanziata attraverso i soldi che il Comune spera di incassare dalla vendita dei pass per le nuove Ztl. Se, per caso, molti palermitani non dovessero acquistare questi pass, niente soldi per il Tram e addio ai sogni di gloria di Orlando”. Il consigliere comunale Figuccia tocca un tema cruciale: se i palermitani non acquisteranno le Ztl – e molti non lo faranno, sia perché queste Ztl utilizzate così sono una truffa, sia perché tanti palermitani, oggi, non hanno soldi – il Tram si bloccherà. E si dimostrerà che l’Unione Europea ha fatto malissimo a finanziare un’opera pubblica inutile.
“Infine, nel corso della riunione – conclude Figuccia – Corrado Di Maria, rappresentante dell’Ugl, ha dichiarato che, negli ultimi tempi, l’azienda avrebbe assunto 5 persone inserite nella speciale lista delle categoria protette, nonostante la legge dica chiaramente che nessun ente può assumere nuovo personale se prima non stabilizza tutti i propri dipendenti già in organico. Caro Orlando, che il sindaco lo sai fare, apri gli occhi e controlla quello che combinano dalle parti di via Roccazzo. Sicuramente le cose che non vanno sono parecchie: se vuoi evitare il crac, intervieni immediatamente”.
Ultima notazione sulle Ztl da parte di Nadia Spallitta, vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, che nella vita fa l’avvocato. Commentando il Bilancio 2015, che il Comune di Palermo deve ancora approvare (notare un altro aspetto incredibile: il Bilancio di previsione 2015, che avrebbe dovuto essere entro il 31 dicembre dello scorso anno, si sta approvando a fine Novembre 2015: ulteriore dimostrazione di una città allo sbando), Nadia Spallitta dice: “Il Bilancio, a mio avviso in modo irregolare, nulla dice delle entrate derivanti dalle istituende Ztl. In particolare sembrerebbe che i 30 milioni previsti per i pass d’accesso siano direttamente inseriti nel bilancio dell’AMAT. Invero l’azienda non ha nessun potere di accertamento o riscossione, e questa entrata – che non convince e non si condivide in nessun modo – in ogni caso avrebbe dovuto essere inserita tra le voci del bilancio”.

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