Quale governo per l’Italia?

A un mese e mezzo delle elezioni ancora non si intravvede la possibilità di formare il nuovo governo. Quello che sta avvenendo era, però, ampiamente prevedibile, non solo per la pessima e incostitituzionale legge elettorale, ma anche per colpa dei partiti che hanno superato la soglia di sbarramento, la cui classe dirigente sta dimostrando di non essere all’altezza della sfida, per mancanza di cultura politica, istituzionale e di esperienza.
Abbiamo assistito per tutto questo tempo a un dibattito sterile, fondato per lo più sulla rivendicazioni di inesistenti vittorie, perché, come è evidente a tutti, nessuno ha superato la soglia del 51% e di conseguenza nessuno ha vinto niente. Infatti, la coalizione del cd ha ottenuto il 37% e il m5s il 32 %, che sono maggioranze relative e non vittoria dell’uno o dell’altro.
La richiesta di guidare il governo da parte del M5S si basa, quindi, sull’ambigua pretesa che , siccome ha ottenuto più voti rispetto agli altri partiti, è da considerarsi vincitore. Non è affatto così, non è così che funziona con il sistema proporzionale.
La stessa cosa dicasi per l’alleanza di c.d., che ha proclamato vincitore Salvini, senza che si sia ottenuta una maggioranza del 51% né come coalizione e tanto meno come partito.
Questa ambiguità , a mio parere, è alla base dello stallo venutosi a creare ed è difficile uscirne fuori se ognuno dei protagonisti non si rende conto che, per formare un governo, bisogna cedere qualcosa e accordarsi con le forze presenti in Parlamento, che hanno obiettivi simili e costruendo alleanze su base programmatica condivisa.
Pensare di continuare a tergiversare imponendo la propria visione, un proprio programma, insistere nel proporre ministri scelti unilateralmente e continuare a chiedere l’incarico di premier per sé stessi è strada senza sbocco, inutile farsi illusioni.
Domani Mattarella dovrà prendere atto di tutto questo e dovrà decidere il da farsi per dare un governo al Paese, per fare subito una legge elettorale decente per poi tornare a votare.
A sentire, però, le proposte che si stanno avanzando per una nuova legge elettorale c’è davvero di che essere preoccupati. Sia la Lega che m5s vogliono tornare al maggioritario e questo sarebbe sì una sciagura, soprattutto se si pensa che le due formazioni maggiori potrebbero essere Lega e m5s, perché la sinistra è scomparsa e ancora la sua ricostruzione dal basso è al di là da venire .
Se davvero si vuole cambiare questo Paese, credo che lo si possa fare con il concorso di una pluralità di partiti: una società nuova non può essere fondata solo dalla Lega e dal m5s, se così fosse, sono convinta che sarebbe davvero la fine della democrazia.
Non è vero, infatti, come vorrebbero far credere, che il problema dell’ingovernabilità è il sistema proporzianale: prova ne è l’Assemblea Costituente, che formata da ben 22 partiti è riuscita a elaborare una delle più belle e avanzate Costituzioni del mondo.
Dubito fortemente che ciò possa avvenire ad opera della Lega, partito xenofobo per eccellenza, e del m5s di cui non solo è proprietario un privato cittadino di nome Casaleggio, e che, cosa non trascurabile, ha una classe dirigente che manca di competenze, esperienza e cultura politica istituzionale.
Quello a cui abbiamo assistito in questi giorni ne è la prova concreta.
Nella Toscano

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