Tra il 28 e 12 ottobre “LORO VOTANO” per eleggere consiglieri e presidenti di Province e città metropolitane. Lo sapevate?


Tra il 28 e il 12 ottobre si eleggono consiglieri e presidenti di 64 province e 8 città metropolitane: per la prima volta votano solo gli amministratori locali. Da nord a sud le trattative per spartirsi i posti in consiglio (dai 10 ai 16 seggi) tra larghe intese e ritorno di politici “impresentabili”. Ecco questo è il grande bluff che Del Rio e Renzi ci hanno propinato.
Sembra di essere tornati indietro, molto indietro nel tempo, quando non tutti i cittadini erano ammessi al voto, anche se, ovvimente le condizioni attuali non sono paragonabili a quelli di oltre un secolo e mezzo fa..

Come sappiamo nel 1861, il primo Parlamento dello Stato unitario, si compose con un suffragio elettorale ristretto al 3% della popolazione; nel 1882 il diritto di voto fu portato al 7% della popolazione, con riforme nel 1912 e 1918 il diritto fu esteso fino a una forma di suffragio universale maschile e solo nel 1945 è stato riconosciuto il diritto di voto alle donne.
Ebbene adesso con l’abolizione dell’elezione diretta di consigleiri e presidenti di province siamo messi ancora peggio: una sparuta minoranza di eletti nei consigli comunali deciderà per noi chi dovrà essere il Presidente di una Provincia e chi i consiglieri. Insomma un suffragio elettorale ristrettisssimo e riservato agli eletti, che ci precipita indietro in un colpo solo.
Infatti,le Province non sono state abolite, sono stati tolti solo gli elettori, all’insaputa degli Italiani!!!
Visto come stanno le cose, nessuno può avere dubbi sul fatto che saranno i partiti a gestirsi tutto, a decidere chi deve fare il Presidente e chi i consiglieri, ma soprattutto una campagna elettorale che riguarda pochi intimi e “listoni” dalle larghe intese per spartirsi le poltrone da Nord a Sud.
Queste sono le nuove Province di Matteo Renzi (e di Graziano Delrio che la riforma per l’”abolizione” degli enti l’ha voluta e redatta). “Ed ecco le prove generali per le elezioni di secondo grado, che presto potrebbero riguardare anche il Senato progettato dal ddl Boschi. Per la prima volta infatti non votano i cittadini, ma gli amministratori locali. E così accade che, nella quasi totale ignoranza di tutti, tra il 28 settembre e il 12 ottobre si votano consiglieri e presidenti di 64 province e 8 consigli metropolitani. Si riducono gli eletti, da 2500 a 986 senza indennità (anche se aumentano nei Comuni), e alla fine della storia resta una faccenda tra politici: da Vibo Valentia ad Alessandria, da Belluno a Savona, da Reggio Emilia a Lecce la preoccupazione è quella di trovare i sostegni necessari per andare a sedere nei nuovi consigli.
Insomma spartizioni all’insaputa degli elettori che, stando agli annunci, dovrebbero guadagnarne in efficienza al netto di minori competenze e una “maggiore responsabilità”. Per il momento però, agli organi provinciali restano funzioni fondamentali: dalla pianificazione del territorio all’edilizia scolastica.
Il sottosegretario Delrio assicura che ci sarà un risparmio per lo Stato, anche se non è ancora chiaro quanto: lui parla di 3 miliardi, senza contare i costi delle città metropolitane, mentre l’Unione province italiane per ora garantisce per 32 milioni di euro(ovvero le indennità). Restano fuori sia il personale in esubero che dovrà essere ricollocato, sia i costi dei nuovi enti.
Ma cosa cambia nella pratica e chi va alle urne? I seggi in palio in ogni area sono da 10 a 16, assegnati con il sistema proporzionale e inoltre il voto di ogni eletto è “ponderato” in base alle dimensioni del Comune. Per le Province dovranno esprimersi i sindaci e i consiglieri comunali. I consiglieri potranno essere eletti per il consiglio (2 anni), mentre i sindaci per la carica di presidente (4 anni). “
Tutto come prima o quasi quindi!
“La vera novità sono le città metropolitane che da gennaio 2015 si sostituiscono alle rispettive province: alla guida va di diritto il sindaco del comune capoluogo. I consiglieri metropolitani sono eletti dai primi cittadini e dai consiglieri municipali. Il Consiglio (eletto per 5 anni) è composto da un numero variabile di persone (24 a Roma, Milano e Napoli; 18 a Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze e Bari; 14 a Reggio Calabria).”
La Sicilia, come sappiamo, non fa testo. La rivoluzionaria riforma voluta da Crocetta è ferma ai Commissari che da giugno 2013 continuano a ‘gestire’ tutto nell’attesa della legge ‘vera’.
Quiesta storia è tutta da capire, ma quel che è certo è che sembra solo un affar loro.
A noi cittadini hanno ritagliato il ruolo di semplici spettatori!!!
Nella Toscano

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1 Risposta

  1. Tatiana ha detto:

    Articolo informativo di rilievo, che mi giunge in data 28.09.2014,
    poco prima di ascoltare il telegiornale regionale. Rileggendo l’artico-
    lo mi domando che ruolo verrà “ritagliato” per i cittadini.