Caso Ilaria Alpi e quel dossier segreto consegnato a Gianni De Gennaro

INCHIESTA
Un rapporto riservato sulla fuga del testimone chiave Gelle finì nelle mani dell’ex capo della polizia, violando il regolamento della Commissione parlamentare d’inchiesta
DI ANDREA PALLADINO
09 aprile 2015
Caso Ilaria Alpi e quel dossier segreto consegnato a Gianni De Gennaro
Sono i documenti meglio custoditi del Parlamento. Blindati, conservati con cura quasi maniacale. Ogni occhio che si posa sulle pagine con il timbro “segreto” viene annotato: data, ora d’inizio e di fine della lettura. C’è di più. “Non è consentito ad alcuno estrarre copia”, recitava l’articolo 18 del regolamento interno della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin per i documenti classificati. Relazioni, atti d’indagine o informative dei servizi. Niente fotocopie. Una regola che, però, ha avuto le sue curiose eccezioni, con un rapporto riservatissimo su un testimone gestito dalla Digos che finisce nella mani dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro.

Siamo tra la fine del 2004 e il novembre del 2005, quando i lavori della commissione guidata da Carlo Taormina entrano in un fase delicatissima. Testimoni somali ascoltati secretando tutto, nome compreso, ufficiali di collegamento alle prese con intercettazioni telefoniche e INCONTRI riservati, e una pista rilevante apparsa quasi per caso. Un capitano della Guardia di finanza, Gianluca Trezza, inizia ad approfondire quello che appariva come un clamoroso depistaggio, il caso del testimone chiave Ahmed Ali Rage, detto Gelle. Un somalo portato in Italia dall’ambasciatore Giuseppe Cassini nell’ottobre del 1997, che accuserĂ  – prima di sparire – il connazionale Hashi Omar Assan, il capro espiatorio condannato poi a 26 anni carcere con l’accusa di aver fatto parte del gruppo di fuoco entrato in azione il 20 marzo 1994. Gelle, tre mesi dopo aver deposto davanti al funzionario della Digos romana Lamberto Giannini e al pm Franco Ionta, era sparito.

Il 13 ottobre 2004 il capitano Trezza ascolta insieme al presidente Carlo Taormina – unico parlamentare presente – il racconto del giornalista somalo Mohamed Sabrie Aden: “Gelle mi ha raccontato nel 2002 per telefono di aver mentito, perchĂ© pagato”, spiegò in un verbale subito secretato. Dopo quindici anni lo stesso Gelle ripeterĂ  il suo racconto – questa volta in video – alla redazione di Chi l’ha visto. Chi lo aveva convinto a dire il falso? E, soprattutto, chi aveva aiutato Gelle a sparire, evitando così di deporre in aula? Il capitano Trezza si mette all’opera. Ricostruisce con attenzione quello che avviene prima del Natale 1997, data della scomparsa del testimone chiave.

Il suo rapporto finale arriva nelle mani di Carlo Taormina il 25 ottobre del 2005. “Segreto”, utilizzabile solo all’interno della commissione. Riporta la testimonianza di Giuseppe Scomparin, titolare di un’officina meccanica dove il Ministero dell’Interno aveva piazzato Gelle nei tre mesi della sua permanenza in Italia. “Ricordo che (i funzionari del ministero dell’interno) mi dissero che il ragazzo non sarebbe venuto per tre, quattro giorni. Alla scadenza di tale lasso di tempo una nuova conversazione telefonica mi preannunciò che il ragazzo non sarebbe più venuto al lavoro”. Parole pesanti, tanto che il capitano Trezza annota: “Se ne trarrebbe che l’allontanamento dall’Italia di Gelle fosse avvenuto quantomeno con la consapevolezza degli uomini delle istituzioni”.

Meno di due settimane dopo inizia la curiosa movimentazione di quel rapporto segreto, che esce dalle stanze della commissione: “Consegnata fotocopia senza omissis a capo della Polizia dott. De Gennaro”, è l’annotazione sul fascicolo, desecretato solo nel 2006, dopo la chiusura dell’inchiesta parlamentare. Un salto a piè pari del regolamento della stessa commissione. “Io non ricordo assolutamente di aver dato quel documento all’allora capo della Polizia – spiega oggi l’avvocato Carlo Taormina – e sicuramente non diedi nessuna delega d’indagine a Gianni De Gennaro”. Dunque, il tutto sarebbe avvenuto all’insaputa della stessa presidenza della commissione.

Che accadrĂ  dopo? Giuseppe Scomparin, ascoltato in audizione il 23 novembre 2005, cercherĂ  goffamente di rivedere la sua testimonianza, mentre Gelle – nonostante la Digos abbia sempre assicurato di cercarlo attivamente – rimarrĂ  a Birmingham, lontano dai tribunali italiani. E il povero Hashi Omar Assan continuerĂ  a scontare 26 anni di galera. Grazie ad un testimone falso.

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