Corruzione: Ue a Italia, risolvere prescrizione. Potenziare regime integrità cariche elettive

ANSA
3 febbraio 20143 Commenti »
Patrizia Antonini

corruzioneGli sforzi dell’Italia nella lotta alla corruzione “sono notevoli” ma resta un fenomeno preoccupante, per questo Bruxelles suggerisce di potenziare il regime di integrità delle cariche pubbliche elettive, di consolidare la legge sul finanziamento ai partiti e risolvere con “massima urgenza” le carenze della prescrizione e le lacune in materia di conflitto di interesse.
Sono alcune anticipazioni del dossier Italia, del primo rapporto sulla lotta alla corruzione della Commissione Ue, che verrà presentato domani, e che oltre ad una parte generale,m contiene focus con luci ed ombre per ciascuno Stato membro. La corruzione, un cancro che costa all’economia europea 120 miliardi di euro, continua di fatto a costituire un problema per tutta l’Unione: dalla relazione emerge infatti che il fenomeno merita maggiore attenzione un po’ ovunque nei 28. L’integrità dei politici rimane un problema in molti Stati, e il rischio di corruzione è generalmente più elevato a livello regionale e locale, dove i sistemi di controllo e contrappeso, ed i controlli interni, tendono ad essere più deboli di quelli a livello centrale.
La relazione dedica inoltre un capitolo speciale agli appalti pubblici, un settore importante per l’economia Ue, poiché circa un quinto del Pil è speso ogni anno da enti pubblici per forniture, lavori e servizi, e un comparto tra i più esposti al rischio di corruzione. Stando ai dati raccolti da Price&Waterhouse per l’Olaf, l’agenzia antifrode europea, ed emersi in un’audizione al Parlamento europeo, ad ottobre dei 120 miliardi che la Commissione Ue stima siano sottratti ogni anno dalle tangenti all’economia europea, ben la metà, ovvero 60 miliardi, è il peso del fenomeno italiano e le possibilità che nel Belpaese un appalto pubblico sia viziato dalla corruzione arrivano al 10% delle gare, oltre tre volte il dato francese e più di dieci volte quello dell’Olanda.
Intanto l’ultimo sondaggio di Eurobarometro sulla percezione del fenomeno rivela che per tre quarti di europei (76%), e ben il 97% degli italiani, la corruzione è un fenomeno dilagante. E se per oltre la metà (56%) di europei il livello, nel proprio Paese è aumentato negli ultimi tre anni, uno su dodici (8%) afferma di essere stato oggetto o testimone di casi di corruzione nell’anno precedente. Inoltre, quasi due europei su tre, e l’88% degli italiani ritiene che la corruzione e le raccomandazioni siano spesso il modo più facile per accedere ad una serie di servizi pubblici.
Ma il report della Commissione suggerisce anche alcune linee di intervento per potenziare l’efficacia dei meccanismi di lotta. Nel caso dell’Italia, Bruxelles osserva che l’adozione della legge anticorruzione segna “un importante passo avanti”. La nuova normativa  – si dice – “rafforza” le politiche di prevenzione mirate a responsabilizzare i pubblici ufficiali e la classe politica  e a “bilanciare” l’onere della lotta, che ricade quasi tutta su forze dell’ordine e magistratura.
Tuttavia, “nonostante gli sforzi profusi”, si rileva, la corruzione in Italia resta “preoccupante”. A questo scopo si
suggerisce di introdurre codici etici e rendicontazioni per le cariche pubbliche elettive. Ma anche di estendere i poteri e di sviluppare la capacità dell’autorità nazionale anticorruzione, affinché possa reggere saldamente le redini del coordinamento, garantire maggiore trasparenza degli appalti pubblici, ed adoperarsi ulteriormente per colmare la lotta alla corruzione nel settore privato.

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