E così hanno deciso che le donne andranno in pensione a 65 anni!!!

E’ di oggi la bella notizia che è passato l’emendamento che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 65 ani!!
Quello che è più drammatico è vedere come si sia arrivato a questo risultato nel quasi totale silenzio delle donne e senza che l’opposizione abbia fatto una pur minima battaglia per cercare di corregge questa ingiustizia.
Si perchè di ingiustizia si tratta, di ingiustizia basata sulla menzogna, perchè è stato fatto passare il messaggio che in tutta Europa vige tale regola, quando tutti sanno che non è così.
E’ un’ingiustizia, non già perchè le donne aspirano ad avere un diverso trattamento rispetto agli uomini, ma perchè in questo paese nessuno ha mai fatto qualcosa per aiutare le donne a sopportare il carico di incombenze che portano da sempre sulle loro spalle: la maternità con tutto quello che comporta, la cura della casa e la cura dei propri cari anziani e di quelli ammalati.
Dove sono i servizi che tutti promettono e nessuno mantiene per alleggerire il peso delle donne??
Semplicemente in Italia non ci sono e le donne dovranno sobbarcarsi tutto con l’aggiunta di altri cinque anni e più di lavoro!
Davvero ingrato questo paese con le donne!
Tenute fuori o meglio emarginate dai luoghi dove si decide, continuano a subire non solo quest’altra prevaricazione che si abbatte sulla loro testa, ma anche lo sfacelo che questa società gestita nella quasi totalità da soli uomini ha sbattuto e continua a sbattere in faccia a tutti!!!
Io credo che è giunto anche per le donne il tempo di alzare la testa e di pretendere di partecipare in modo paritario per davvero alla ricostruzione di questo paese, forse solo così possiamo sperare di uscire da questa disperante situazione.
Per questo stiamo costruendo la rete delle donne ed auspichiamo che le donne si rendano conto della necessità di fare questo, per noi e per le generazioni future, non possiamo lasciare a quest’ultimi solo macerie!!
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Mi pare opportuno riportare quanto si legge su La Repubblica a Tal proposito:
” via libera della Commissione bilancio del Senato all’emendamento del relatore, Antonio Azzollini (Pdl), sulle pensioni, che prevede, tra l’altro, l’innalzamento a 65 anni a partire dal 2012 dell’età pensionabile per le lavoratrici della pubblica amministrazione e l’adeguamento dei requisiti anagrafici di pensionamento alle aspettative di vita media, calcolata dall’Istat, che scatterà nel 2015. Confermata la correzione del cosiddetto ‘refuso’, ossia quella norma che includeva nell’aumento anche il requisito dei 40 anni di contributi. Nella versione approvata questo rifermento è stato cancellato, quindi chi matura 40 anni di contributi potrà continuare ad andare in pensione indipendentemente dall’età.

Ma c’è un’altra novità. Il primo adeguamento dell’età anagrafica è previsto nel 2015 e la norma stabilisce che sarà di 3 mesi. Il secondo adeguamento, secondo un emendamento della senatrice, Maria Ida Germontani (Pdl) approvato in commissione, scatta nel 2019, dopo quattro anni e non più dopo un solo anno (come invece stabiliva l’emendamento originale del relatore). Successivamente gli adeguamenti sono sempre con cadenza triennale. E’ soggetto all’adeguamento il requisito dei 65 anni per la pensione di vecchiaia, ma anche per la pensione sociale, e il requisito anagrafico previsto nel sistema delle ‘quote’ (somma di età anagrafica e contributi).

Le proteste. Contro la manovra torna a protestare la Cgil torna denunciando come “dietro il cosiddetto ‘refuso’ sui 40 anni, il governo stia attuando un cambiamento strutturale del sistema pensionistico”. In una nota la segretaria confederale dell’organizzazione sindacale, con delega alla previdenza, Vera Lamonica, punta il dito contro il governo che “dopo aver affermato che non sarebbe stato necessario cambiare nulla, perché com’è noto il sistema è in equilibrio, ora oltre che continuare a prendere risorse dalla previdenza per fare cassa, per la prima volta, si convogliano le risorse che il governo pensa di ottenere con l’innalzamento dell’età pensionabile delle dipendenti pubbliche, nel fondo presso la presidenza del Consiglio”.

Secondo la Cgil in questo modo “si riduce la solidarietà interna al sistema, dando un ulteriore colpo al futuro pensionistico dei giovani, già fortemente a rischio”. Lamonica ricorda inoltre che “le donne del pubblico impiego andranno in realtà in pensione minimo a 67 anni per effetto della somma di: innalzamento dell’età a 65 anni; un anno in più della finestra a scorrimento; l’innalzamento di 3 mesi nel 2015 e 3 o 4 nel 2016, a seguito dell’adeguamento obbligatorio alle aspettative di vita che si vorrebbe anticipare e realizzare in entrambi gli anni piuttosto che a cadenza triennale. Peraltro per tale adeguamento la norma prevede ben altra procedura di applicazione, e non un ‘decreto direttoriale’ che così sfugge a qualsiasi controllo parlamentale”.
Non so cosa potrà fare la CGIL per impedire tutto questo, ma credo che un sindacato come la CGIL dovrebbe fare di tutto per bloccare questo governo.
Lo farà?
Si sveglierà da questo torpore filo PD???
Nella Toscano

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