Fondazione Falcone, il giudice Guarnotta condanna “i finti paladini dell’antimafia”

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I vincitori delle borse di studio. Al centro, Leonardo Guarrotta e Giovanni Ardizzone
Antonella Sferrazza 11 Dec 2015

Anche nel giorno della consegna delle borse di studio in memoria del magistrato ucciso nel 1992, non manca il riferimento alla finta antimafia che ammorba la Sicilia. Ne parla l’ex presidente del Tribunale di Palermo, Leonardo Guarnotta che oggi è segretario generale della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone

Più che la mafia, di questi tempi in Sicilia, a fare notizia è l’antimafia. Quella degli affari e delle clientele. Quella delle scalate al potere e delle coperture. Quella di cui Leonardo Sciascia aveva parlato nel celeberrimo articolo I professionisti dell’antimafia.
Così, anche nel giorno in cui la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone consegna le sue borse di studio per commemorare il magistrato ucciso nel 1992 insieme con la moglie Francesca e con gli uomini della sua scorta nella strage di Capaci, il tema non può che essere questo.
A parlarne, nella Sala Gialla del Palazzo Reale di Palermo, sede dell’Assemblea regionale siciliana (che finanzia le borse di studio), dove si è svolta la cerimonia, è stato Leonardo Guarnotta, ex Presidente del Tribunale di Palermo ed ex componente del Pool antimafia dell’Ufficio Istruzione, oggi segretario generale della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone. Il quale, senza perifrasi si è riferito ai casi più eclatanti: Antonello Montante, leader di Confindustria Sicilia oggi indagato per conscorso esterno in associazione mafiosa, che per anni ha gestito (e gestisce?) importanti fette di potere in Sicilia (Governo Crocetta incluso, ed è ancora presidente dell’associazione degli industriali) nel nome della battagli antimafia e Roberto Helg altro ‘paladino’ della legalità incastrato mentre intscava una tangente:
“Sono paladini dell’antimafia – dice – che in realtà hanno avuto comportamenti criticabili se non illegali. L’antimafia va bene purché non serva ad avere posti e servizi”.
“Sciascia tanti anni fa nella sua polemica contro i professionisti dell’antimafia non sbagliava, – ha aggiunto Guarnotta – semmai ha sbagliato il soggetto cui si indirizzava, Borsellino, con cui poi si è chiarito. Ha ragione don Ciotti a sostenere che la parola legalitaà comincia a svuotarsi di senso, è diventata un contenente che non ha più contenuto”.
Non poteva mancare un riferimento all’altro caso che ha fatto scalpore e che ha investito in pieno il Tribunale di Palermo, ovvero le indagini della Procura di Caltanissetta sulla gestione ‘allegra’ e clientelare dei beni confiscati alla mafia che hanno investito in pieno la Sezione misure di prevenzione e il suo ormai ex presidente Silvana Saguto: “In questa vicenda mi sono sentito parte offesa, perché pensavo che la presidente Silvana Saguto avesse esperienza sul campo e personalità per curare la sezione nel migliore dei modi, cinque anni fa l’ho nominata alla prima sezione penale e ritenevo fosse idonea a reggere la sezione”.
Anche il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, nel suo intervento ha parlato di “personaggi dalla doppia morale che, dunque, in ultima analisi sono immorali sono generalmente condannati da tutti noi eppure hanno avuto il tempo e il modo di arrivare in cima, di occupare dei ruoli chiave nella società non solo per le funzioni ma anche per determinare modelli sociali”.
Amarezze a parte, la consegna delle borse di studio per Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente della Fondazione a lui intitolata, che non ha potuto partecipare per problemi di salute, resta un evento importante:”Negli anni ho potuto constatare personalmente -dichiara la Presidente della Fondazione Falcone in una nota- l’importanza delle borse di studio intitolate a Giovanni e Paolo sin dal 1994, per tutti coloro che le hanno ricevute. Anche grazie al contributo della nostra Fondazione, molti di questi laureati hanno potuto partecipare a concorsi e candidature di rilievo prestigioso. Ed oggi, molti di questi giovani beneficiari ricoprono ruoli importanti nel mondo del lavoro e in seno alle istituzioni regionali, nazionali ed internazionali. Ringrazio il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone, per aver mantenuto l’impegno per l’erogazione delle borse di studio”.
Presenti alla cerimonia, oltre a Guarnotta ed Ardizzone, Leoluca Orlando sindaco di Palermo, Barbara Evola, Assessore comunale alla scuola, Giuseppe Di Chiara, ordinario del Dipartimento di Scienze Giuridiche, della Società e dello Sport presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi si Palermo, Vincenzo Militello, ordinario di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Palermo.
Questi i vincitori ei loro progetti di ricerca:

Salvina Finazzo: La sottile linea di Discrimen tra il delitto di scambio elettorale politico-mafioso e la contiguità politica alla mafia.
Vincenzo Salvago: Il reato di tortura: depotenziamento alla lotta contro la mafia?
Cristina Ingrao: Art.12-Quinquies L. 356/1992 come strumento di contrasto alle forme di occultamento dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni di tipo mafioso.
Andrea Sciortino: L’Associazione a delinquere di stampo mafioso ex art.416-Bis dal sodalizio tradizionale alle nuove mafie: La nozione di metodo mafioso e il caso “Mafia Capitale”.
Ambra Camilleri: La vita dell’impresa sottoposta a misura di prevenzione alla luce delle disposizioni del codice antimafia.
Roberta Patti: Lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso: azioni di contrasto alle condotte agevolatrici del difensore. Prevenzione della “solidarietà anomala” e strumenti di repressione nei casi di illecita difesa.
Marianna Scalici: Il “Nuovo” reato di scambio elettorale politico mafioso: prime applicazioni giurisprudenziali, dibattiti dottrinali ed esigenze politico-criminali.
Teresa Accardo: Archeomafie: Nuove frontiere della criminalità organizzata nel settore del patrimonio culturale e strategie di contrasto al fenomeno.
Silvia Piccione: Mafia Capitale: il nuovo volto della criminalità organizzata in Italia alla luce dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”.
Federica Licata: Autoriciclaggio e fenomeni di reimmisione dei beni illeciti nell’economia: forme di tutela e ruolo delle indagini bancarie. La realtà siciliana.

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