Gratteri: “impressionante l’infiltrazione della ‘ndrangheta negli apparati dello Stato”


Redazione 2Redazione 2Dic 19, 2019Calabria
Il procuratore capo di Catanzaro “la nuova ‘ndrangheta è nella massoneria deviata. Mi ha impressionato la facilità con la quale la famiglia Mancuso aveva contatti con i quadri della pubblica amministrazione”

CATANZARO – Le indagini che stamattina hanno portato al blitz contro la ‘ndrangheta, con l’esecuzione di 334 misure cautelari personali e al sequestro di beni per 15 milioni di euro, hanno consentito di ricostruire con completezza gli assetti di tutte le strutture di ‘ndrangheta dell’area vibonese e fornito un’ulteriore conferma dell’unitarietà della ‘ndrangheta, “al cui interno le strutture territoriali (locali o ‘ndrine) godono di un’ampia autonomia operativa, seppur nella comunanza delle regole e nel riconoscimento dell’autorità del Crimine di Polsi”. Lo affermano i magistrati della Dda di Catanzaro. Le risultanze dell’operazione, in particolare, avrebbero documentato l’esistenza di strutture “quali società, locali e ‘ndrine, in grado di controllare il territorio di riferimento e di gestirvi capillarmente ogni attività lecita o illecita; lo sviluppo di dialettiche inerenti alle regole associative, nello specifico, sulla legittimità della concessione di doti ad affiliati detenuti e sui connessi adempimenti formali; l’utilizzo di tradizionali ritualità per l’affiliazione e per il conferimento delle doti della società maggiore, attestato dal sequestro di alcuni pizzini riportanti le copiate“.
Documentata anche l’operatività di una struttura provinciale (“il Crimine” della provincia di Vibo Valentia ), una sorta di cupola “con compiti di coordinamento delle articolazioni territoriali e di collegamento con la provincia di Reggio Calabria e il “Crimine” di Polsi, quale vertice assoluto della ‘ndrangheta unitaria”. A capo della struttura vibonese si sarebbero alternati, negli anni, esponenti della cosca Mancuso, in particolare Giuseppe, Pantaleone e da ultimo Luigi, rispettivamente di 60, 58 e 65 anni. Questa struttura di vertice, annota la Dda, “ha governato gli assetti mafiosi della provincia, riuscendo anche a ricomporre le fibrillazioni registrate negli anni tra le varie consorterie”.
Gratteri “impressiona la permeabilità degli apparati dello Stato”

“Mi ha impressionato il livello di permeabilità che la ‘ndrangheta ha avuto nella pubblica amministrazione e negli apparati dello Stato. Ci ha meravigliato la facilità alla permeabilità dei quadri della Pa da parte della cosca Mancuso intesa come ‘provincia’ di Vibo. Questa è la cosa che più ci ha amareggiato, vedere uomini delle istituzioni al servizio della ‘provincia’. È stato molto triste” ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa aggiungendo “tanto per intenderci è stato infatti arrestato un colonnello dei carabinieri che dava notizie all’ex onorevole e avvocato Pittelli, tanto per intenderci è stato arrestato un cancelliere del tribunale di Vibo che era al servizio della cosca, sono stati arrestati sindaci, persone che erano a disposizione per aggiustare processi al Tar di Catanzaro. Ci sono 250 pagine solo di capi di imputazione, è un’indagine davvero complessa. La cosa impressionante – ha concluso il procuratore capo della Dda di Catanzaro – è la disinvoltura, il potere che la cosca Mancuso ha dimostrato di avere entrando in contatto con apparati dello Stato, i quali erano letteralmente a disposizione. Qualche anno fa Luigi Mancuso, in un’intercettazione telefonica, ha detto ‘ma di che parlate oramai comanda la Massoneria, la ‘ndrangherta dei vecchi riti non c’è più’. Nella sua ottica aveva ragione e oggi con questa operazione diamo una riposta a Luigi Mancuso. I massoni deviati si erano messi a disposizione della ‘ndragheta” .

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