Il Fatto Quotidiano 18 Apr 2020» (di VINCENZO IURILLO E ANTONIO MASSARI).

Lo scontro. Diventa un caso politico la decisione della Regione di assegnare il “monopolio” alla Diasorin – Lombardia: Lega e Pd alla guerra sui test sierologici.

Ci voleva una polemica tra Pd e Lega per far appassionare finalmente i nostri politici a una questione centrale come i test sugli anticorpi del coronavirus nel sangue degli italiani. Questione che interessa gli italiani per la ripartenza ma anche le società private attratte da uno dei maggiori appalti del settore.
La polemica scocca a Milano e vede schierati da un lato Beppe Sala e il professor Massimo Galli. Al primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, il sindaco del Pd ha dato l’incarico di fare una ricerca sugli anticorpi degli autisti della sua municipalizzata Atm. Stufo di aspettare la Regione che partirà dalle altre province con il test della Diasorin, il sindaco punta sui test – magari meno precisi ma più rapidi – con la puntura del dito. Il centrodestra ha attaccato Sala per un errore di comunicazione (Sala aveva parlato dell’ospedale Sacco mentre Galli opererà sotto il cappello dell’Università) ma il vero tema di fondo è un altro: il test in Regione Lombardia deve essere quello della Diasorin e del Policlinico di Pavia San Matteo.

I kit pungidito e il primario del Sacco di Milano che li usa devono stare lontani dalla partita.
Sullo sfondo c’è il contratto pienamente lecito (svelato dal Fatto) tra la Fondazione pubblica San Matteo e la società piemontese che lascerà royalties dell’uno per cento al Policlinico sulle vendite del test sviluppato dal professor Fausto Baldanti. Il virologo a capo del progetto non prende un euro però era anche il coordinatore del gruppo che deve valutare in Regione i test della concorrenza nonché membro del gruppo di lavoro sul tema al
Ministero. Baldanti si è dimesso da entrambi i ruoli dopo la nostra inchiesta ma è rimasto nel comitato scientifico della Regione sul coronavirus.
Dopo avere sonnecchiato per giorni, solo dopo l’attacco a Sala la segretaria del Pd di Milano, Silvia Roggiani, si è svegliata definendo la polemica della Lega “incomprensibile” e “fuori luogo”, anche perché si chiedono “le dimissioni del sindaco Sala”. Piuttosto – continua Roggiani – “la Regione ci dica come mai sta bloccando in ogni modo la sperimentazione e perché l’u n ic o accordo è stato raggiunto con l’azienda Diasorin, attraverso il professor Fausto Baldanti, coordinatore del gruppo di lavoro proprio a Palazzo Lombardia”.
Finalmente il Pd ha scoperto un tema reale: in Lombardia la ricerca del gruppo di lavoro sui test rapidi già in commercio va a rilento mentre una società privata sviluppa con il coordinatore del gruppo di lavoro suddetto un test nuovo. Ieri l’Ad Diasorin Carlo Rosa ha fatto sapere che il suo test ha ottenuto il marchio CE necessario per vendere. E la Regione dal 23 fa partire ventre a terra i laboratori della Lombardia sui test Diasorin. La Pd Silvia Roggiani coglie il tema grazie al Fatto ma poi aggiunge: “Non vogliamo inseguire le torbide polemiche sollevate da qualche giornale su azienda e professore, ma pretendiamo chiarezza”.
Anche se Roggiani non conosce la differenza tra un’inchiesta documentata e una ‘ pol emi ca torbida’ anche oggi la aiutiamo a capire qualche cosa che non sa. Per esempio che il 28 marzo il dirigente della Regione Mario Cassani invia una mail con allegato un documento siglato da Ferruccio Baldanti a una ventina di direttori di laboratori pubblici della Lombardia. Cassani ricordava a tutti che Baldanti era il coordinatore del gruppo sui test. Lo stesso Baldanti che aveva firmato, legittimamente, l’accordo con Diasorin appena 8 giorni prima come responsabile scientifico dello studio del test. Non solo: il San Matteo in quei giorni avviava una consultazione di mercato per la fornitura di kit rapidi. Peccato che il 7 aprile la ha annullata “a seguito di necessità di chiarimenti da parte dei tecnici competenti”. Ora l’ultimo atto: il direttore generale Luigi Caiazzo, giovedì ordina a Ast e ospedali di mettersi a disposizione ipotizzando ‘a pieno regime un’operatività sulle 24 ore’ per i test Diasorin disponibili “il 23 aprile” per Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona e “il 27 aprile” per le altre. Tutto lecito. Basta che si sappia, senza torbide polemiche.

Ognuno per sé. Il sindaco Sala incarica il prof. Galli di fare i test per Atm e la Regione sceglie kit del San Matteo.

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