Il reddito di cittadinanza diseduca i giovani.

Stamani ad Agorà, un tizio di cui non ricordo il nome, sosteneva che con il reddito di cittadinanza i giovani saranno incentivati a fare impresa. Ora io mi domando se è possibile sostenere una beggianaggine di questa portata.
Io penso, invece, che, se questo reddito di cittadinanza dovesse andare in porto, i giovani saranno incentivati a non fare nulla. Qualcuno dovrebbe spiegare perchè un giovane, che ha un reddito, deve accettare un lavoro che non gli piace, soprattutto sapendo che mai riceverà le tre proposte per vedersi decadere tale beneficio?
Detto questo, mi pare fin troppo ovvio che questi non sono provvedimenti che possono portare a combattere la povertà e sono anche improduttivi e nessun beneficio apportano alla crescita economica del Paese, anzi … A mio parere è, invece, un modo di diseducare i giovani, di condannarli alla precarietà. Uno stato serio dovrebbe tutelare si la parte più debole della società, dare un sostentamento a chi perde il lavoro e nel contempo aiutarlo a trovare un’altro lavoro e nel contempo portare avanti politiche di crescita economica che abbiano come obiettivo la massima occupazione. Quello che sta facendo questo governo va nel senso opposto e, sono convinta, che presto ne piangeremo le conseguenze, soprattutto se si dovesse attuare il progetto scellerato della flat taxe, che lascerà nelle maini di pochi montagne di denaro, a discapito dei poveri, che saranno sempre più poveri e privati dei servizi essenziali quali la sanità, su cui si è abbattuta la scura di questo governo.
Il condono, chiamato pace fiscale per renderlo più digeribile agli sprovevduti, sarà poi una manna per gli evasori, che pagheranno sempre i più deboli.
Io non credo che bisogna essere economisti per capire cose così semplici. E’ evidente che se per attuare politiche elettoralistiche facendo debito su cui poi si dovranno pagare interessi, prima o poi si arriva al fallimento.
Ho il timore che ci stiamo avviando verso questa deriva, mentre il “popolino” applaude chi si affaccia “al balcone”, per festeggiare l’approvazione di politiche nefaste.
Vedremo quello che succederà, ma io non riesco a essere ottimista.

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