Incidente in Puglia, quando Delrio diceva che nel Sud le Ferrovie non devono investire perché ci sono le rocce…

Foto Roberto Monaldo / LaPresse22-02-2014 RomaPoliticaPalazzo Chigi - Insediamento del Presidente del Consiglio Matteo RenziNella foto Graziano Delrio, Matteo RenziPhoto Roberto Monaldo / LaPresse22-02-2014 Rome (Italy)Chigi palace - Ceremony for the new Prime Minister Matteo RenziIn the photo Graziano Delrio, Matteo Renzi

Foto Roberto Monaldo / LaPresse22-02-2014 RomaPoliticaPalazzo Chigi – Insediamento del Presidente del Consiglio Matteo RenziNella foto Graziano Delrio, Matteo RenziPhoto Roberto Monaldo / LaPresse22-02-2014 Rome (Italy)Chigi palace – Ceremony for the new Prime Minister Matteo RenziIn the photo Graziano Delrio, Matteo Renzi


Giulio Ambrosetti/4/Senza categoria, Sul Titanic
Oggi, davanti ai morti dell’incidente ferroviario in Puglia, Renzi e Delrio si prodigano in manifestazioni di dolore e dispensano a piene mani solidarietà. Ma si dimenticano di quando, meno di due anni fa, hanno tagliato alle Regioni del Mezzogiorno i fondi per il miglioramento delle rete ferroviaria (proprio per i raddoppi ferroviari!). Glielo ricordiamo noi quando, nell’Autunno del 2015, con la connivenza del Parlamento di ‘nominati’, hanno assegnato 4 miliardi e mezzo di Euro alle rete ferroviaria del Centro Nord Italia e appena 60 milioni di Euro a tutto il Sud! E oggi, invece di stare zitti e togliersi di mezzo, continuano con la loro ipocrisia. Penosi

Alla fine il Presidente del Consiglio e segretario nazionale del PD, Renzi, non ce l’ha fatta a restare zitto. Non gli è bastato, meno di due anni fa, tagliare proprio al Sud Italia i fondi per le opere ferroviarie per destinarli ai treni del Centro Nord Italia. Nel gravissimo incidente ferroviario che è andato in scena in Puglia c’è anche la ‘firma’ non soltanto del suo Governo, ma dei tanti Governi nazionali che, negli ultimi quindi anni, hanno tagliato risorse finanziarie al Mezzogiorno e, in particolare, alle opere ferroviarie.

Pur essendo stato ed essendo ancora oggi, quello di Renzi, il Governo più ferocemente antimeridionale nella storia della Repubblica italiana, l’attuale capo dell’esecutivo non ce l’ha fatta a non fare passerella, così ha distillato, su Twitter, un messaggio che suona come ipocrisia allo stato puro:

“Lacrime e dolore per le vittime e le loro famiglie. Ma anche tanta rabbia”.

Già, la rabbia. Ma di chi? Sua? Che sfacciataggine, ragazzi!

Correva l’Autunno del 2015. Il Parlamento nazionale discuteva la legge Finanziaria 2016, che oggi si chiama legge di Stabilità. Dopo aver riempito di soldi il grasso Centro Nord Italia, l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio – altro grande professionista dell’ipocrisia, nel suo caso ‘condita’ con quell’insopportabile cattolicesimo formale – si accorge che, nella ‘confusione’, non erano stati razziati i fondi per il miglioramento delle ferrovie nel Meridione.

Guarda caso, erano proprio i fondi che sarebbero dovuti servire ad alcune Regioni del Sud per i cosiddetti raddoppi delle linee ferroviarie. Eh già, perché mentre sopra la linea gotica si viaggia sull’alta velocità, nel Mezzogiorno i treni, ancora oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, viaggiano sul binario unico.

Nell’Autunno del 2015 l’occhio ceruleo di Delrio Graziano, cattolico apostolico romano da Reggio Emilia, si posa sulle centinaia di milioni di Euro che, proprio le Ferrovie, avrebbero dovuto spendere nel Sud.

“Ma siamo matti?”, si sarà chiesto Delrio. E avrà aggiunto, magari rivolto ai suoi collaboratori:

“Ma come abbiamo fatto a lasciare tutti ‘sti soldi ai cafoni del Sud? Per giunta per migliorare i servizi ferroviari. Cose da pazzi!”.

Bisognava subito rimediare. E ha rimediare ha pensato proprio Delrio che, come si userebbe dire dalle nostre parti, fici a parti r’u masculo. Senza nemmeno convocare i parlamentari nazionali eletti nelle Regioni del Sud, il nostro Graziano Delrio, in virtù dei poteri conferitigli dal suo capo Renzi (del quale è da sempre sodale), con un colpo di mano, trasferisce i fondi destinati al Sud per le Ferrovie (in buona parte, proprio per i raddoppi ferroviari) nel Centro Nord Italia (come potete leggere anche qui).

Poi, con la sua faccia da commediante di Molière, rilascia una dichiarazione che è rimasta agli annali:

“Nel Sud Italia – precisa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dimostrando una competenza orografica fuori dal comune – ci sono troppe rocce. Ed è impossibile effettuare opere ferroviarie”.

Chi scrive, dopo l’approvazione della legge di stabilità nazionale 2015, ha fatto quattro conti. Aiutato dalla relazione annuale della SVIMEZ. Per scoprire che ben 4 miliardi e mezzo di Euro erano stati destinati dal Governo Renzi – con il voto del Parlamento nazionale – per il miglioramento delle rete ferroviaria nel Centro Nord Italia. Mentre al Sud, il Governo Renzi – sempre con il voto del Parlamento nazionale – destinava appena 60 milioni di Euro.

Si tratta di dati ufficiali riportati dalla SVIMEZ (che potete leggere qui).

Xby TurboMac

Davanti a un’ingiustizia così volgare ci saremmo aspettati reazioni da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che alla fine è siciliano; da parte del presidente del Senato, Piero Grasso, anche lui siciliano (nel PD lo vorrebbero persino candidare alla presidenza della Regione siciliana il prossimo anno: e sarebbe un’ottima scelta: in cinque anni è venuto in Sicilia solo per fare passerelle: dopo Rosario Crocetta potrebbe essere l’uomo giusto al posto giorno, nel nome del PD…). Invece, nulla di nulla: solo silenzio istituzionale.

Dopo aver massacrato il Sud – nella legge di Stabilità nazionale 2016, quella che ci stiamo ‘godendo’ oggi – per il Mezzogiorno il Governo Renzi ha previsto solo sgravi fiscali, pagati con i fondi europei destinati alle Regioni del Mezzogiorno che le stesse regioni del Mezzogiorno non hanno utilizzato. Insomma, il nulla.

Ebbene, dopo aver abbandonato il Sud – dopo aver tagliato proprio i fondi destinati al miglioramento della rete ferroviaria del Sud, regalando i nostri soldi alle Regioni del Centro Nord – Renzi e Delrio hanno anche la sfacciataggine di parlare e di esprimere “solidarietà”.

Ma secondo voi, cari lettori di questo blog, cosa meritano personaggi del genere? Ditecelo voi. Renzi e Delrio pensano veramente che il Sud Italia sia abitato da stupidi e senza memoria? Pensano veramente che non ricordiamo il male che hanno fatto al Mezzogiorno in questi anni di Governo?

Detto questo, sarebbe poco serio parlare delle responsabilità di Renzi e di Delrio, ignorando il malgoverno del Sud e, in particolare, della Sicilia.

Un solo dato: dal 2008 ad oggi – con riferimento alla Programmazione dei fondi comunitari 2007-2013 – sono stati utilizzati realmente (diciamo realmente, perché poi c’è un’utilizzazione fittizia, o truffaldina, consentita dall’Unione Europea), a valere sul FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) 2 miliardi e 700 milioni di Euro circa.

Sapete – questo è il bello – chi ha programmato, quasi per intero, la spesa di questi fondi in Sicilia? Le Ferrovie e l’ANAS. Sì, avete letto bene: la Sicilia di Raffaele Lombardo e di Rosario Crocetta, al di là delle chiacchiere, hanno affidato a questi due soggetti (che non investono nella nostra Isola per antonomasia) la programmazione delle risorse FESR utilizzate veramente in Sicilia!

Pensate allo sfascio delle autostrade siciliane (sfascio che riguarda sia quelle gestite dall’ANAS, sia quelle gestite dalla Regione attraverso il CAS, Consorzio Autostrade Siciliane) e allo sfascio totale delle Ferrovie in Sicilia (su circa mille e 400 chilometri di strada ferrata presenti in Sicilia i raddoppi non arrivano a 200 chilometri!).

Ebbene, la Regione può contare sul dipartimento per la Programmazione. Che si dovrebbe occupare proprio di programmare la spesa dei fondi europei. Ma la programmazione, per i fondi FESR 2007-2013, l’hanno fatta ANAS e Ferrovie. Questi sono i fatti.

Ah, dimenticavamo: le Ferrovie non si occupano del raddoppio delle tratte siciliane. Ma stanno realizzando – dopo averlo programmato con i soldi nostri – il Passante ferroviario di Palermo. Lo stanno realizzando con i nostri soldi, cioè con i fondi FESR della Sicilia. Ma ci guadagnano loro, le Ferrovie. Infatti, tra il Tram e il Passante ferroviario di Palermo non c’è biglietto unico, ma due biglietti: il Tram si paga all‘AMAT, il biglietto per il Passante (peraltro ancora incompleto) si paga alle Ferrovie.

Questi signori delle Ferrovie non solo, come già ricordato, ci hanno lasciato, nel 2016, con meno di 200 chilometri di tratte ferroviarie con raddoppio su circa mille e 400 chilometri di rete ferroviaria; ma vengono in Sicilia, programmano la spesa dei fondi europei destinati alla Sicilia, appaltano l’opera (nel caso del Passante) e la gestiscono.

La Sicilia è una colonia d’Italia. Ma la Palermo di Leoluca Orlando – il sindaco non ce ne voglia – è la colonia delle Ferrovie…

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