LA GRANDE MENZOGNA

di Francesco Baicchi – 19 agosto 2010

La disinformazione è da sempre uno degli strumenti più utilizzati dalle dittature

La disinformazione è necessaria per creare una immagine accattivante del ‘padrone’ del momento, per nasconderne gli errori e le sconfitte(e talvolta la follia), per far credere ai sudditi più distratti chesi sta operando per il loro bene e non nell’interesse di pochi oligarchi.

Proprio per questo la presenza di una informazione libera e pluralista è condizione indispensabile della democrazia, come, al contrario, il controllo dei media è il primo obiettivo degli autocrati.

Non è un caso se l’art. 21 della nostra Costituzione detta precise norme in favore della libertà di espressione, purtroppo sempre più spessoaggirate dal monopolio televisivo.

Fra le tante bugie che i mezzi di informazione di proprietà o comunque controllati da Berlusconi ci propinano in queste settimane una è particolarmente pericolosa e dovrebbe essere più frequentemente e con maggior convinzione smentita dalla opposizione: l’entità del consenso di cui il Presidente del Consiglio godrebbe fra gli italiani.

Il’gioco delle tre carte’ si appoggia sul numero dei seggi di differenza (cento) di cui dispone la maggioranza, che non hanno peròalcun rapporto con la volontà espressa dall’elettorato e dipendono solo dai meccanismi (incostituzionali) della legge elettorale.

Infatti,se leggiamo l’esito del voto del 2008 vediamo che il partito di proprietà del premier ha ottenuto solo il 37,4% dei voti espressi,corrispondente a meno del 29% dei potenziali elettori; grazie alla legge elettorale che si è fatto ‘su misura’ dispone però del 44%dei seggi alla Camera.

Analogamente la Lega dispone del 10% dei seggi pur avendo ottenuto l’8,3% dei votanti e il 6,4% degli aventi diritto.

Ecco come si formano i 340 seggi della maggioranza (272 più 60, più 8del Movimento meridionalista di Lombardo).

Ma è forse utile ricordare che nel 2006 Forza Italia ottenne meno del doppio dei voti di AN, e, alla luce del crollo della artificiosa fusione fra i due partiti, si può ritenere che una parte non irrisoria di questi voti non sia espressione di consenso al premier.

Così come non ci sono dubbi sul fatto che i voti alla Lega, che di Berlusconi ha detto a più riprese tutto il male possibile, non possano essere considerati automaticamente ‘berlusconiani’.

Naturalmente Lui, nonostante il suo patologico narcisismo, queste cifre le conosce benissimo, come le conoscono i suoi dipendenti (in Parlamento e fuori) che, per invocare il ricorso alle urne in caso di caduta del Governo, continuano a parlare di ‘tradimento’ di un consenso popolareche abbiamo visto esistere solo in alcuni miracolosi sondaggi di opinione.

Il ruolo di richiamo alla Costituzione che sta svolgendo il Presidente Napolitano è dunque fondamentale e merita il massimo rispetto e l’appoggio incondizionato di tutte le forze politiche democratiche.

E’ il momento di scelte di campo che non consentono meschine furbizie e assurdi patriottismi di bandiera; nell’ampia maggioranza che consentì di bocciare col referendum lo stravolgimento costituzionale tentato nel 2006, e nella mobilitazione della ‘società civile’ che ne fu protagonista è possibile individuare una piattaforma comune per il ripristino di un sistema elettorale democratico e per garantire il ritorno a un effettivo pluralismo dell’informazione.



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