LA NOSTRA FESTA

 


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Buongiorno a tutti i miei amici resistenti:
LA NOSTRA FESTA
di Paolo Flores d’Arcais

Domani, 25 aprile, è Festa nazionale. Il che significa che la nazione italiana riconosce in quella data il fondamento della propria identitĂ . Detto altrimenti: il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani perchĂ© per far parte della Patria è necessario riconoscere – nel fatto storico che si celebra – la radice della propria comune cittadinanza. Ora, il 25 aprile è stato scelto a riassumere i giorni in cui i partigiani insorgono in tutte le piĂą importanti cittĂ  del nord, liberandole. “Aldo dice ventisei per uno” è la frase in codice trasmessa da radio Londra con cui il comando della Resistenza il pomeriggio del 24 aprile dĂ  l’ordine dell’insurrezione generale.

Il 25 aprile è dunque la festa di tutti gli italiani perché è la festa della Liberazione, la festa della vittoria della Resistenza antifascista. La Resistenza antifascista è dunque il fondamento del nostro essere italiani. Chi della Resistenza antifascista
nega o disprezza o combatte i valori sta semplicemente minando e negando l’identità e l’appartenenza che ci fanno Patria. Patria e Resistenza antifascista sono sinonimi, fino a che l’Italia vuole restare “Repubblica italiana” e non collassare di nuovo in quella mera “e s p re s s i o n e ge o gra fi c a ” di cui parlava Metternich.

La Resistenza antifascista fa tutt’uno infatti con la Costituzione repubblicana, che nasce nel pieno esplodere della guerra fredda e che tuttavia custodisce
l’identitĂ  comune della Nazione, al di lĂ  di uno scontro politico sempre piĂą aspro, proprio perchĂ© radicata nell’impegno comune – fino al sacrificio della vita – cui hanno saputo dar luogo i partigiani in montagna, i militanti dei partiti clandestini nelle cittĂ , nelle carceri, in esilio.

La Resistenza antifascista, e la Costituzione che ne codifica la “buona novella” (firmata dal democristiano De Gasperi e dal comunista Terracini, ed elaborata da figure straordinarie come Calamandrei), rappresentano perciò una sorta
di religione civile, di ethos comune dell’Italia democratica, nel venire meno dei quali va in pezzi la Patria stessa, e resta la nuda forza degli “spiriti animali”, le “ragioni” di chi ha più potere ed eversivamente lo esercita in una sorta
di guerra civile soft.

Forse l’articolo 1 va cambiato davvero: “L’Italia è una Repubblica democratica
nata dalla Resistenza antifascista, ai cui valori si ispira”.

Domani 25 aprile, giorno della Liberazione, della vittoria della Resistenza antifascista, è Festa nazionale. Festa dell’Italia. Chi non vi partecipa “toto corde” è
perciò contro la Patria, dell’Italia si fa nemico.

di Paolo Flores d’Arcais

Domani, 25 aprile, è Festa nazionale. Il che significa che la nazione italiana riconosce in quella data il fondamento della propria identitĂ . Detto altrimenti: il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani perchĂ© per far parte della Patria è necessario riconoscere – nel fatto storico che si celebra – la radice della propria comune cittadinanza. Ora, il 25 aprile è stato scelto a riassumere i giorni in cui i partigiani insorgono in tutte le piĂą importanti cittĂ  del nord, liberandole. “Aldo dice ventisei per uno” è la frase in codice trasmessa da radio Londra con cui il comando della Resistenza il pomeriggio del 24 aprile dĂ  l’ordine dell’insurrezione generale.

Il 25 aprile è dunque la festa di tutti gli italiani perché è la festa della Liberazione, la festa della vittoria della Resistenza antifascista. La Resistenza antifascista è dunque il fondamento del nostro essere italiani. Chi della Resistenza antifascista
nega o disprezza o combatte i valori sta semplicemente minando e negando l’identità e l’appartenenza che ci fanno Patria. Patria e Resistenza antifascista sono sinonimi, fino a che l’Italia vuole restare “Repubblica italiana” e non collassare di nuovo in quella mera “e s p re s s i o n e ge o gra fi c a ” di cui parlava Metternich.

La Resistenza antifascista fa tutt’uno infatti con la Costituzione repubblicana, che nasce nel pieno esplodere della guerra fredda e che tuttavia custodisce
l’identitĂ  comune della Nazione, al di lĂ  di uno scontro politico sempre piĂą aspro, proprio perchĂ© radicata nell’impegno comune – fino al sacrificio della vita – cui hanno saputo dar luogo i partigiani in montagna, i militanti dei partiti clandestini nelle cittĂ , nelle carceri, in esilio.

La Resistenza antifascista, e la Costituzione che ne codifica la “buona novella” (firmata dal democristiano De Gasperi e dal comunista Terracini, ed elaborata da figure straordinarie come Calamandrei), rappresentano perciò una sorta
di religione civile, di ethos comune dell’Italia democratica, nel venire meno dei quali va in pezzi la Patria stessa, e resta la nuda forza degli “spiriti animali”, le “ragioni” di chi ha più potere ed eversivamente lo esercita in una sorta
di guerra civile soft.

Forse l’articolo 1 va cambiato davvero: “L’Italia è una Repubblica democratica
nata dalla Resistenza antifascista, ai cui valori si ispira”.

Domani 25 aprile, giorno della Liberazione, della vittoria della Resistenza antifascista, è Festa nazionale. Festa dell’Italia. Chi non vi partecipa “toto corde” è
perciò contro la Patria, dell’Italia si fa nemico.

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