La nuova torre di Babele

di Sergio Bagnasco·
A ben vedere, tutti noi viviamo e ci muoviamo da tempo in una Torre di Babele resa più inestricabile e incomprensibile nel tempo del coronavirus.

Si moltiplicano le task force che si aggiungono ai poliedrici e variegati centri decisionali politici, ministeriali, amministrativi, prefettizi, dipartimentali, territoriali … generando linguaggi, spesso tra loro inconciliabili, che si sovrappongono rendendo difficile ai cittadini l’orientamento e la comprensione.

E’ la forza della burocrazia che mai ha avuto così tanto potere e da cui dipende l’esistenza di tanti di noi, mentre altri ci vivono e lucrano costruendo carriere e posizioni di potere.

Una pioggia di carte che non crea una armoniosa melodia, ma fastidioso rumore.
Carte che spesso confliggono e tanti restano sospesi tra decreti, ordinanze, autocertificazioni, circolari e persino faq che diventano, non si sia in virtù di quale potere e norma, un imprescindibile punto di riferimento.
La raccolta delle faq pubblicate da regioni, questure e ministeri ha in un sol colpo preso il posto delle barzellette di Pierino e sui Carabinieri.
Propaganda Live ha su queste faq costruito servizi spassosi, se per un attimo ci dimentichiamo che dovrebbero dare indicazioni per la vita quotidiana dei cittadini.

Invece, tutto ciò amplifica l’angoscia e la rabbia perché la norma non indica più una strada da seguire, ma ci conduce in un labirinto in cui solo la burocrazia può portarci fuori o condannarci a rimanervi.

Questa torre di Babele fatta di carte rischia di crollare su un sistema socio-economico devastato dalla pandemia provocando danni incalcolabili e imprevedibili.

Serve uno slancio di concretezza perché la richiesta di sussidi non deve diventare umiliazione e non deve generare ansia … ne abbiamo già da vendere.

A rischio è la stessa convivenza civile, se tutto diventa un calvario.

La nostra burocrazia da tempo si è trasformata da risorsa collettiva per garantire procedure certe e neutrali in uno strumento oppressivo, arbitrario, arzigogolato al punto che da sempre c’è chi vive svolgendo per il cittadino le più elementari pratiche quotidiane con la Pubblica Amministrazione.
Così in tante zone d’Italia ci sono gli “spicciafaccende” persone – spesso abusive – che sbrigano le pratiche burocratiche facendo da intermediari tra il cittadino e la pubblica amministrazione.

Tutto questo, che prima ci provocava fastidio o ci faceva fare spallucce, oggi è insopportabile, deprimente.

Così, l’annuncio di sussidi e finanziamenti invece di provocare un respiro di sollievo produce sconforto e amarezza al pensiero delle nuove sicure incertezze, interminabili istruttorie per poi avere forse quanto ci era stato annunciato in un tempo che sarà sempre tardivo.

Il muro di gomma rappresentato dalla burocrazia cresce, si moltiplica e si ramifica inghiottendo le nostre vite e le nostre speranze.

Annessa e connessa con la burocrazia è la politica, tutta unita, senza distinzione tra maggioranza e opposizione che svolgono la stessa funzione di due squadre di calcio su un campo: la conquista del pallone per metterlo nella porta avversaria, ma non per cambiare le regole del gioco.
Così restiamo sospesi tra mille promesse in attesa di altre decisioni.

La burocrazia cresce perché la politica vuole che cresca per aumentare il proprio potere e la sudditanza di coloro che vorrebbero essere liberi cittadini.

E’ l’apocalisse, ma non è il coronavirus.

Eppure la soluzione c’è: scrivere norme chiare e immediatamente applicabili; smetterla con i balletti stucchevoli di tutte o quasi le fazioni politiche; snellire le procedure perché gli aiuti arrivino subito a cittadini e imprese; promuovere investimenti pubblici utili per il futuro; regolarizzare chi si trova sul territorio nazionale per gestire un rischio sanitario; regolarizzare le posizioni lavorative; investire su scuola e sanità.

Serve molto, ma sarà debito improduttivo se mancherà l’amore e la diligenza del buon padre di famiglia; ma forse è meglio dire madre di famiglia perché è proprio la concretezza femminile che manca nella gestione di questa pandemia burocratico-sanitaria.

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