La redistribuzione della ricchezza è una necessità non più rinviabile…

In questi giorni si è riaperto il dibattito sull’età pensionabile, mentre sarebbe opportuno prendere atto della necissità di cancellare la legge Fornero, che è quanto di peggio una mente umana possa avere pensato e prodotto, non solo per la disparità di trattamento dell’età pensionabile, ma anche per il calcolo delle pensioni stesse con il sistema contributivo.
Dicono che è impossibile tornare indietro perché mancano le risorse, ma non fanno il minimo sforzo per capire il perché di questa mancanza e non si preoccupano nemmeno di come reperirle.
E’ chiaro che se si vuole uscire da questa incredibile situazione occorre prima di tutto creare lavoro stabile. Per fare questo occorre però cancellare il jobs acte, uscito dalla mente contorta di Renzi e il suo amico Poletti, che ha reso possibile la diffusione del lavoro precario e, quindi, un minore incasso dei contributi dei lavoratori.
E’ evidente che se i lavoratori non pagano continuativamente i contributi, non ci potranno essere risorse sufficienti per pagare le pensioni presenti e future.
Infatti, solo con gli aggiustamenti che i sindacati e qualche politico suggeriscono non si può risolvere in maniera radicale questa situazione drammatica venutasi a creare, per l’accesso all’età pensionabile e non saranno certo le api varie a risolverla.
E’necessario capire che per risolvere questi problemi occorre redistribuire la ricchezza, per creare risorse atte a sostenere il sistema pensionistico e per una maggiore equità sociale.
Per raggiungere questo obiettivo, a mio parere, occorre mettere mano sia alle pensioni d’oro, che ai redditi con una tassazione progressiva, per fare in modo che chi ha di più paga di più e chi ha di meno paga di meno.
Sarebbe necessario reintrodurre anche la tassa di successione per i grossi patrimoni, per recuperare le ingenti risorse venute meno per averla soppressa.
Attuando queste politiche si creerebbero le condizioni economiche per rilanciare l’economia, creare sviluppo, dare pensioni dignitose ai lavoratori, servizi sociali e sanitari. Occorre, soprattutto, la rinazionalizzare la sanità,per evitare disparità di trattamento tra i cittadini delle varie regioni, come sta avvenendo con l’introduzione del super tiket presente solo in alcune, per evitare anche l’aumento indiscriminato della spesa sanitaria, spesso dovuta alla corruzione.
E’ indubbio che la soluzione di questi problemi avrebbe un effetto positivo soprattutto sulla vita dei meno abbienti, penalizzati dal permanere di questo sistema ingiusto che li condanna, sempre di più, alla povertà e all’emarginazione.
Manca una politica seria sui prezzi al consumo dei beni di prima necessità e questo contribuisce molto alla riduzione in povertà di molte persone. Se si vuole invertire la rotta è necessario intervenire subito anche per regolare i prezzi dei generi di prima necessità.Sarebbe opportuno farlo, soprattutto dopo che le recenti indagini della magistratura romana che hanno portato alla luce il controllo della mafia sulla grande distribuzione dei beni alimentari e sull’imposizione dei suoi prezzi.
Alla luce di tutto questo, penso che un governo serio che si dice di centro sinistra avrebbe dovuto adottare subito provvedimenti atti a scongiurare fenomeni di questo tipo, ma sembra che la cosa non lo riguardi affatto.
Di contro assistiamo a uno sterile, asfittico e autoreferenziale dibattito che esula da questi problemi.
Per questo credo che l’Italia ha bisogno di voltare pagina, di avere una storia nuova a sinistra e, come afferma Montanari, “per vedere e ascoltare ciò che accade nel mondo che ci circonda” per trovare risposte e migliorare la vita dei cittadini.
Non c’è dubbio che i problemi veri sono fuori dall’agenda politica del governo in carica e questo ha come conseguenza l’aggravarsi della crisi economica e sociale, che rende i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Infatti, non bastano i dati che ci vengono propinati dall’informazione di regime per cambiare il Paese e arrestare il degrado.
Come afferma ancora Montanari, “la politica, la sinistra, hanno senso solo se sono capaci di rivolgersi alla vita delle persone, se sono capaci di distinguere tra chi si è impoverito e chi, invece, continua ad arricchirsi, se sanno vedere e risolvere le disparità tra i molti e i pochi.
“Se sanno fare questo, la politica e la sinistra, tutto diventa più semplice, e la strada da percorrere si fa più chiara. Chi sono i nemici e chi gli avversari, e così, anche chi sono i possibili alleati.”
Nella Toscano

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