La smettete di pastrocchiare con la Costituzione?

Maurizio Giobbi
Ayer a las 12:52 ·

Se pensate che abbia dei difetti, eleggete una nuova Assemblea Costituente che li corregga. Mettendoci tutto il tempo che serve. Fatta, ma sarà difficile trovarli, da donne e uomini all’altezza dei Costituenti originali. Basta, invece, con i patti sottoscritti nei retrobottega. Con le strette di mano da mezzadro tra capi e capetti di una politica sempre più micragnosa; poverissima d’idee e ideali. Fate una foto dell’Italia degli anni Settanta. Pensate alla crescita economica (ancora notevole), all’aumento della produttività industriale (il più elevato del mondo) o ai diritti civili che erano stati conquistati (gli stessi che ora fatichiamo a difendere). Bene, quella è stata l’ultima Italia che fosse davvero una repubblica parlamentare. Poi sono arrivati i “leader”. Poi è stato portato avanti un golpe strisciante. Decreto d’urgenza dopo decreto d’urgenza. Voto di fiducia dopo voto di fiducia. Fino a esautorare il Parlamento. Fino a renderlo il vidimatore, e niente più, delle iniziative dei governi. Mentre esplodeva il debito pubblico, perché i “leader” dovevano comprare consensi come non mai. Mentre il paese, da ogni punto di vista, si bloccava. Un Parlamento che ora si vuole terminare di demolire. Pensate alla politica italiana per quello che è. Già ora i parlamentari sono legati mani e piedi ai vari capi. Dai capi dipende la loro futura candidatura; la loro rielezione. Se dispiacciono a un capo, possono solo correre a cercarne un altro. Se votassero secondo coscienza, come dovrebbero, la loro carriera politica terminerebbe in fretta. Parlamentari che trovano un minimo di rifugio solo nel numero. Che se fossero meno sarebbero legati ancora più strettamente ai vari capoccia. Fino a quando, una cavolata dopo l’altra, l’Italia si troverà ad avere un padrone. Magari ai sensi di legge. Titolare di un mo’vi mento e sovrano dei suoi parlamentari. Qualcosa che non è fantapolitica. Che è cronaca, mentre anche questo governo esiste grazie al voto di chissà chi su una piattaforma di proprietà privata. Realtà di un paese che non ha il coraggio di liberalizzare le licenze dei taxi (tanto per dirne una) ma che ancora sogna l’uomo forte. Che è finito nelle sabbie mobili e fa di tutto per affondare sempre di più.
Un brevissimo explicit:
Non cercate di capire a quale capoccia possa piacere o no quel che ho scritto. Non importa a me per primo. Soprattutto non tirate in ballo la questione del risparmio. Farlo, in un paese che ha appena gettato almeno venti miliardi in maggiori interessi, solo a causa degli sproloqui di un paio di bellimbusti, non ha il minimo senso.
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