L’otto marzo, un giorno come tanti!

L’otto marzo, un giorno come tanti, non credo ci sia niente da festeggiare, semmai molto da riflettere. Personalmente non credo che sarà lo sciopero delle donne a risolvere i problemi delle donne, a cominciare dalla violenza. Io penso che per risolvere i problemi che riguardano tutti ci vogliono politiche adeguate che solo una classe dirigente seria e competente potrebbe realizzare. Noi non abbiamo una classe dirigente di questo tipo, anzi abbiamo il peggio immaginabile, quindi abbiamo poco da sperare. Il problema della violenza è l’aspetto più drammatico che ci riguarda molto da vicino e per questo dovrebbe indurci a cambiare il nostro modo di agire, cominciando con l’educare severamente e sensibilizzando gli uomini fin da bambini. Senza queste premesse, a mio parere, sarà difficile sconfiggere la violenza, non solo nei confronti delle donne, ma anche nei confronti della parte più debole della popolazione.
Credo anche che le donne dovrebbero ribellarsi ai pessimi esempi che ogni giorno ci propinano i media, che trattano le donne come oggetto e , quel che è peggio, con il loro consenso. Ribellarsi vuol dire soprattutto non accettare modelli fuorvianti che hanno portato al degrado, fino a vanificare le conquiste delle donne portate avanti con anni e anni di battaglie. Riappropriarsi del proprio corpo, rifiutare che possa essere considerato come un soprammobile da esibire e difendere la nostra dignità sarebbe un passo avanti. Non è certo la cena tra donne per festeggiare l’otto marzo che aiuterà a cambiare il desolante panorama che abbiamo davanti.

Ti potrebbe interessare anche...

1 Risposta

  1. rosalia ha detto:

    Anch’ io penso cosí e ci aggiungo che in Italia una buona parte della Chiesa Cattolica, ostile all’attuale Papa, continua a propagandare un’ immagine diabolica della donna e del sesso che viene relegato a pratiche innominabili da vivere nella sopraffazione e nello sfruttamento.