L’ULTIMA VIGLIACCATA…

di Raffaella Costi

…è quella con cui ci hanno fissato il referendum per il 29 marzo, al chiarissimo scopo di renderci la campagna referendaria quanto più affannosa e quanto meno visibile si possa.

È il modo per cercare di togliersi dai piedi le nostre “ubbie democratiche” alla svelta, ma è probabile che il Consiglio dei Ministri che ha deciso questa data abbia fatto i conti senza l’oste e anche senza l’ostessa. Perché gli osti e le ostesse siamo noi e, in queste condizioni, seguitando a informare quanta più gente si possa, cominciamo a raccogliere consensi che vanno molto al di là degli sguardi di stupore e delle banalità con cui il problema del taglio veniva liquidato fino a poche settimane fa.

E allora dobbiamo continuare a spiegare, con santissima pazienza e soprattutto a mostrare come il piano dei 5stelle sia ritagliato, in modo ancora più limitativo della democrazia, su quello di quello di Licio Gelli, che tra i suoi deliri inseriva anche questo: “Nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco) riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di secondo grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari – ex magistrati – ex funzionari e imprenditori pubblici – ex militari ecc.)”

I 5stelle, con la loro pseudoriforma, sono riusciti a far peggio perfino di Licio Gelli e a prevedere 400 deputati e 200 senatori. Finalmente, chi non sapeva di questa sovrapponibilità sostanziale comincia ad aprire gli occhi e a rendersi conto della malafede che ha guidato la riforma.

Usiamolo, questo argomento, nel parlare con le persone, perché è un argomento concreto e dimostrabile. Così come è dimostrabile che il “Maestro Venerabile” Licio Gelli era un criminale, condannato per calunnia aggravata dalla finalità di terrorismo, per il depistaggio delle indagini sulla strage di Bologna; per calunnia nei confronti dei magistrati Gherardo Colombo, Giuliano Turone e Guido Viola e per bancarotta fraudolenta del banco Ambrosiano.

E chi ne ricalca le orme, o non conosce nemmeno la storia recente del Paese, o la pensa come lui.

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