MACCHÈ FORLANI, IL NUOVO CONIGLIO MANNARO OGM È GENTILONI

Se Arnaldo Forlani fu il Coniglio mannaro della Prima Repubblica, Paolo Gentiloni potrà a buon diritto venire ricordato come il Coniglio mannaro del Terzo millennio. La sintesi tra un aspetto quanto mai dimesso e comportamenti sommamente spregiudicati.
Ma Forlani mai avrebbe osato neppure concepire di poter imbavagliare e ammanettare il Parlamento imponendo, hic et nunc, la fiducia sulla legge elettorale. Che è come truccare una partita di calcio chiedendo ai giocatori avversari di giocare bendati e senza portiere. Nel concedere l’ok alla strage di democrazia, il Coniglio Paolo si è semplicemente girato dall’altra parte. O forse come il palo nella banda dell’Ortica di Enzo Jannacci: “Lui era fisso che scrutava nella notte perché vederci non vedeva un’autobotte però sentirci ghe sentiva un acident”.
Nella nostra cecità, cessato il flagello renziano avevamo accolto con sollievo l’avvento della bimurti Mattarella-Gentiloni, coltivando l’idea che il Paese stremato dall’incessante e sterile bla bla rignanese necessitasse di una premurosa (e soporifera) pausa democristiana.
Evidentemente nel nostro immaginifico avevamo sottovalutato, all’origine, il fattivo contributo del sagrestano. Dimenticavamo infatti che pur nell’apparente bonomia, la malvissuta Dc quanto a lame e veleni non si era fatta mancare nulla. Ma sempre con l’accortezza di cancellare, dopo, ogni traccia dell’avvenuto misfatto. O se necessario di appiopparla all’incolpevole maggiordomo. Purtroppo nel caso della nefanda legge elettorale assistiamo sgomenti a un improvvido rovesciamento di ruoli. Dove il maggiordomo Renzi accoltella la Costituzione. Ma è il conte Gentiloni a ritrovarsi tra le mani il pugnale lordo di sangue.
di Antonio Padellaro | 26 ottobre 2017

Ti potrebbe interessare anche...