Mafia Capitale, le mani di Cl sul business degli immigrati. Odevaine: “Comunione e Liberazione finanzia Alfano e Lupi”

In una intercettazione l’ex componente del Tavolo di coordinamento nazionale insediato al ministero dell’Interno spiega nei dettagli come è nato il grande affare dei migranti ospitati nel Cara di Mineo. L’intercettazione: “Si … stanno proprio finanziando … sono tra i principali finanziatori di tutta questa … questa roba si … e Lupi è … … e si sta dentro … Lupi … e infatti è il Ministro del … .del coso … delle Opere Pubbliche …”

Parlava senza timori Luca Odevaine. Lunghissime conversazioni con i suoi uomini più fidati, sicuro che nessuno lo potesse ascoltare all’interno degli uffici della fondazione Integr/azione. È il 21 marzo 2014, nel pieno dell’inchiesta Mafia Capitale che lo ha portato agli arresti lo scorso dicembre e che oggi ha avuto il suo seguito con 44 arresti. Dopo aver incontrato alcuni esponenti della cooperativa “bianca” La Cascina – vicina a Comunione e Liberazione – Odevaine (componente del Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il ministero dell’Interno) spiega nei dettagli come è nato il grande affare dei migranti ospitati nel Cara di Mineo, oggi al centro del secondo troncone dell’inchiesta romana. “Li ho conosciuti quando c’è stata la prima gara” racconta a Stefano Bravo, il suo commercialista di fiducia, riferendosi al management del gruppo dell’imprenditoria cattolica oggi colpito da diversi arresti e perquisizioni.

Il Centro per migranti di Catania – un ex residence costruito per ospitare i rifugiati sbarcati nelle coste siciliane – era stato inizialmente affidato alla Croce Rossa (“senza gara, senza niente – specifica Odevaine intercettato dai carabinieri del Ros – la moglie di Letta (Gianni, ndr) è presidente della Croce Rossa Lombardia”). Quando il politico romano inizia ad occuparsi dell’affare migranti in Sicilia in rappresentanza del governo per la gestione dell’emergenza rifugiati c’era l’attuale prefetto di Roma Franco Gabrielli, che – secondo Odevaine – lo avrebbe contattato: “Me dice: senti Luca… prendite un attimo ‘ste carte – si legge in una intercettazione ambientale contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi – guarda un attimo perché secondo me questa cosa (la gestione del Cara di Mineo, ndr) costa ‘no sproposito”. Andava presa una decisione, spiegava Odevaine al commercialista Stefano Bravo, per ottimizzare la spesa. Ed ecco che con parole chiarissime Odevaine spiega come – secondo la sua versione – si sono svolti i fatti:

Luca Odevaine: (Gabrielli, ndr) …va a parlare con Letta torna e dice “…facciamo la gara…” … (si mettono a ridere) … e mi fa “ma te te la senti de fa la gara?… ” … “e me la sento Franco … eh ci provo … lo faccio … che ne so … vado giù e vedo com’è…” … per cui alla fine andai giù … l’aria non era proprio delle migliori … però detto questo … praticamente venne nominato sub-commissario … eh del commissario Gabrielli … il Presidente della Provincia di Catania … che era anche Presidente dell’UPI … Giuseppe Castiglione (sottosegretario all’agricoltura, del Ncd, che, secondo notizie dello scorso marzo, risulterebbe indagato), ndr… il quale … quando io ero andato giù … mi è venuto a prendere lui all’aeroporto … mi ha portato a pranzo … arriviamo al tavolo … c’era pure un’altra sedia vuota … dico eh “chi?” … e praticamente arrivai a capì che quello che veniva a pranzo con noi era quello che avrebbe dovuto vincere la gara (ride)…

Il seguito della conversazione entra nel vivo della vicenda Cara di Mineo. Odevaine spiega al commercialista il passo successivo, il contatto con il mondo della cooperazione cattolica. Nel seguito dell’intercettazione escono nomi di altro profilo (che non risultano indagati):

Luca Odevaine: ne parlo con questi dell’Arciconfraternita a Roma … con cui ho sempre lavorato qui al di Comune di Roma … e sò quelli che gestiscono il centro quello di Boccea … che il Comune gli ha affidato e tutto quanto … che c’aveva la capacità di farlo … e loro nel frattempo si erano appunto … fusi con la Cascina … per cui ho conosciuto loro gliel’ho presentati a Castiglione … e poi è nato questo … peraltro è nato e si è sviluppato poi per altri aspetti … perché loro adesso … Castiglione si è avvicinato molto a Comunione e Liberazione, insieme ad Alfano e adesso loro … Comunione e Liberazione di fatto sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del Centro Destra …inc… Castiglione …

Stefano Bravo: Comunione e Liberazione appoggia Alfano?

Luca Odevaine: si … stanno proprio finanziando … sono tra i principali finanziatori di tutta questa …

Stefano Bravo: apposta regge …

Luca Odevaine: questa roba si … e Lupi è … (si accavallano le voci) … e si sta dentro … Lupi … (si accavallano le voci) … e infatti è il Ministro del … .del coso … delle Opere Pubbliche …

Stefano Bravo: e si Infrastrutture …

Luca Odevaine: Infrastrutture eh … e Castiglione fa il sottosegretario … all’Agricoltura … però … ed è il loro principale referente in Sicilia … cioè quello che poi gli porta i voti … perché poi i voti loro …inc… ce li hanno tutti in Sicilia … per cui diciamo … io gli ho messi insieme … e si è strutturata questa roba … e dopo di che … abbiamo fatto questa cosa di Mineo … e la prima gara … io ho fatto il Presidente della Commissione … e … poi c’è stata una seconda gara … e poi adesso questa è la terza praticamente … gara che si fa … e in tutte e tre io ci so stato in Commissione …

Il nome dell’Arciconfraternita citato da Odevaine conta molto in ambito romano. Fondata nel 1571, l’Arciconfraternita del S.S. Sacramento e di S. Trifone era già stata citata nelle carte del primo troncone dell’inchiesta Mafia Capitale. Lo scorso dicembre il cardinale vicario per la diocesi di Roma Agostino Vallini aveva assicurato che la Curia romana nulla aveva a che vedere con i sospetti caduti sull’associazione ecclesiastica: “L’abbiamo sciolta. Abbiamo mandato una visita apostolica nel 2010”. Il racconto di Odevaine – in stretto contatto con la dirigenza – è però differente:

Luca Odevaine: allora io ti spiego com’è la questione … c’è stata una fusione tra … questi due gruppi … diciamo così … uno che è la Cascina … e l’altro … ovviamente il più piccolo … che è … adesso si chiama Domus Caritatis … che in realtà … prima era eh … l’Arciconfraternita del Santissimo Trifone … una roba del genere si chiama … che sostanzialmente era … diciamo così il braccio operativo del Vicariato …

Dunque più che sciogliersi l’Arciconfraternita romana era entrata nella sfera della cooperativa La Cascina, legata al movimento Comunione e Liberazione. Un fatto che – se confermato – mostrerebbe quanto forte sia l’alleanza tra il Vicariato e CL. Almeno negli affari sui migranti. La lunga spiegazione di Odevaine prosegue, entrando nel vivo della questione: le presunte mazzette pagate dalla Cascina per aggiudicarsi l’appalto del Cara di Mineo.

Luca Odevaine: … allora su Mineo … con loro … abbiamo stabilito … avevamo stabilito … loro mi davano … su Mineo … 10.000 euro al mese … come … diciamo così … contributo … anche perché qui c’ho … assunta qualche persona … figli de … de dipendenti del ministero … insomma … eh … però siccome 10.000 euro … insomma erano stati stabiliti all’inizio … mò abbiamo raddoppiato …

Parole che i magistrati avrebbero riscontrato nel corso delle indagini, tracciando il flusso di soldi dalla coop La Cascina alle casse gestire da Odevaine. Presunte tangenti finite – secondo gli investigatori – lontani da Roma, verso il Venezuela.

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