Nomine Ue, due donne leader in Europa: von der Leyen alla Commissione. Lagarde alla Bce

L’erede di Juncker è la ministra tedesca alla Difesa, vicinissima a Merkel. Un’altra donna, francese, al posto di Draghi. Presidente del Consiglio europeo sarà il liberale belga Michel. Lo spagnolo Borrell Alto rappresentante per la politica estera. Malumori dei socialisti al Parlamento europeo. Sassoli candidato del gruppo per la presidenza
Alla presidenza della Commissione va la ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen, della Cdu. Alla guida della Bce la francese Christine Lagarde, attuale direttrice del Fondo monetario internazionale. L’asse franco-tedesco, insomma, ha retto. Alla presidenza del Consiglio, il premier liberale uscente Charles Michel. Lo spagnolo Joseph Borrell sarà invece Alto rappresentante per la politica estera al posto che era di Federica Mogherini (una vittoria del premier spagnolo Sanchez). Il socialista Frans Timmermans e la liberale Margrethe Vestager saranno invece i vicepresidenti vicari della Commissione.
Sessanta anni, sette figli, von der Leyen è stata la prima donna ministro della Difesa in Germania, dal 2013, e prima di allora, dal 2009, ministro del Lavoro e della Famiglia. È considerata una fedelissima della cancelliera quindi la nomina rappresenta un successo per Merkel, che era stata messa in minoranza nei giorni scorsi dagli altri capi di Stato e di governo del Ppe quando aveva portato avanti la candidatura del socialista Timmermans per la guida della Commissione. “Il voto dei leader è stato unanime”, ha sottolineato Merkel in conferenza stampa. Ma ha spiegato che Berlino si è astenuta per problemi interni alla coalizione con i socialdemocratici a Berlino.

Alla presidenza della Commissione va la ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen, della Cdu. Alla guida della Bce la francese Christine Lagarde, attuale direttrice del Fondo monetario internazionale. L’asse franco-tedesco, insomma, ha retto. Alla presidenza del Consiglio, il premier liberale uscente Charles Michel. Lo spagnolo Joseph Borrell sarà invece Alto rappresentante per la politica estera al posto che era di Federica Mogherini (una vittoria del premier spagnolo Sanchez). Il socialista Frans Timmermans e la liberale Margrethe Vestager saranno invece i vicepresidenti vicari della Commissione.

Esteri
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Sessanta anni, sette figli, von der Leyen è stata la prima donna ministro della Difesa in Germania, dal 2013, e prima di allora, dal 2009, ministro del Lavoro e della Famiglia. È considerata una fedelissima della cancelliera quindi la nomina rappresenta un successo per Merkel, che era stata messa in minoranza nei giorni scorsi dagli altri capi di Stato e di governo del Ppe quando aveva portato avanti la candidatura del socialista Timmermans per la guida della Commissione. “Il voto dei leader è stato unanime”, ha sottolineato Merkel in conferenza stampa. Ma ha spiegato che Berlino si è astenuta per problemi interni alla coalizione con i socialdemocratici a Berlino.

Infine, la presidenza dell’Europarlamento dovrebbe andare un socialista: nel pomeriggio è stato fatto il nome del bulgaro Sergei Stanishev, ma a fine serata il gruppo socialista ha scelto David Sassoli come candidato ufficiale. Forse in staffetta con il popolare tedesco, Manfred Weber. Ma su questo non ci sono ancora certezze. Si è scelto di separare la nomine del presidente del Parlamento dal resto del pacchetto di nomine.

Anche perché dal fronte di Strasburgo, dove oggi è cominciata la nuova legislatura, nonostante il sì al pacchetto del premier spagnolo Sanchez (del Psoe), c’è stata una sollevazione in casa dei socialisti. Che si sentono beffati dopo il tramonto della candidatura di Timmermans. L’irritazione è forte soprattutto nei confronti di Sanchez.

A lanciare il segnale è stata l’eurodeputata Tanja Hajon che ha detto via twitter: “La maggioranza non è pronta a sostenere l’accordo attuale sui posti apicali, le audizioni hanno segnalato in modo forte che la proposta non è accettabile per molti capi delegazione” (il presidente della commissione deve infatti ottenere il consenso della maggioranza degli eurodeputati). Critiche anche dal gruppo dei Verdi. Il vicepresidente del gruppo, Bas Eickhout, ha detto: “Congratulazioni al Consiglio. Lo stato di diritto massacrato per alcuni incarichi per Merkel, Macron e Sanchez”.
ntanto, sul fronte italiano, c’è la candidatura del dem David Sassoli alla presidenza dell’Europarlamento Mentre è l’eurodeputata leghista Mara Bizzotto il nome scelto da Matteo Salvini e dal gruppo sovranista Identità e democrazia per la candidatura alla vicepresidenza.

Il governo italiano si dice soddisfatto. Giuseppe Conte spiega che l’Italia ha avuto garanzie per una vicepresidenza e un portafoglio economico di alto profilo (si parla della Concorrenza).

Il primo a commentare, in Italia, è stato Matteo Salvini, che nei giorni scorsi ha più volte attaccato la candidatura del socialista Timmermans. Sceglie di non pronunciarsi sui nomi scelti. “A prescindere dai nomi, l’importante è che in Europa cambino le regole, a partire da immigrazione, taglio delle tasse e crescita economica. E su questa battaglia l’Italia sarà finalmente protagonista”.

A ruota – anche lui prudente – l’altro vicepremier, Luigi Di Maio: “Ora sarà fondamentale vedere quale ruolo sarà assegnato all’Italia che vanta un grandissimo credito”. Dal Pd il segretario, Nicola Zingaretti, commenta: “È stata persa una grande occasione, le nomine sono state un clamoroso autogol per l’Italia. Salvini ha detto no a Timmermans che voleva un’Europa del lavoro e ha scelto Von der Leyen, simbolo del rigore e della continuità”.

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