Non solo pensioni d’oro: taglio per tutti gli assegni con il contributo di solidarietà

Simone Micocci – 10 Luglio 2018 – 09:14
La Lega propone una misura alternativa al taglio delle pensioni d’oro: introdurre un contributo di solidarietà per tutti così da recuperare fino a 2 miliardi di euro.
La riforma delle pensioni procede su due binari separati: da una parte Lega e Movimento 5 Stelle stanno facendo i conti di quanto costerà effettivamente introdurre una Quota 100 e 41 (con quest’ultima che potrebbe diventare Quota 42), mentre dall’altra si sta cercando il modo migliore per procedere con il taglio delle pensioni d’oro.

Quest’ultimo punto è da anni in cima alle priorità del Movimento 5 Stelle, i quali sono riusciti ad inserirlo anche nel contratto di Governo sottoscritto con la Lega. A quanto pare però tra i 5 Stelle e il Carroccio non c’è ancora unità di intenti su come tagliare le pensioni d’oro.

Se un accordo sembrava vicino con la decisione di ricalcolare con sistema contributivo le pensioni di importo superiore ai 5.000€ (o 4.000€), nelle ultime ore sono arrivate le dichiarazioni dell’esperto della Lega – Alberto Brambilla – a rimettere tutto in discussione.

Secondo Brambilla, infatti, tagliare le pensioni d’oro tramite il ricalcolo contributivo sarebbe sì un “gran messaggio”, ma allo stesso tempo potrebbe rivelarsi “un boomerang”.

Ecco perché Brambilla propone una misura alternativa: l’introduzione di un contributo di solidarietà che non sarà pagato solamente dai pensionati d’oro, ma da tutti coloro che percepiscono un assegno previdenziale.
Come funziona il contributo di solidarietà

Con la proposta del leghista Brambilla ad essere tagliate sarebbero tutte le pensioni, e non solamente quelle d’oro. In questo modo verrebbero recuperate molte più risorse rispetto a quanto accadrebbe con il ricalcolo contributivo delle pensioni di importo superiore ai 5.000€.

Infatti, mentre da una parte gli esperti della Lega hanno stimato un risparmio di circa 120 milioni di euro con il ricalcolo degli assegni superiori ai 5.000€ (200 milioni nel caso in cui il taglio coinvolgesse anche gli assegni di oltre 4.000€), introducendo il contributo di solidarietà si potrebbero recuperare dagli 1 ai 2 miliardi di euro.

Ma in cosa consiste il contributo di solidarietà? Con la proposta leghista tutti gli assegni previdenziali verrebbero tagliati; si parte da un taglio dello 0,35% per le pensioni più basse, per poi salire progressivamente con l’aumentare dell’assegno.

In questo modo chi percepisce un assegno molto basso contribuirebbe in maniera inferiore, mentre chi ha una pensione considerata “d’oro” subirà un taglio maggiore (ma Brambilla non ne specifica una percentuale).
A cosa servirà il contributo di solidarietà?

In questo modo quanto decurtato dalle pensioni verrebbe utilizzato per finanziare un fondo di solidarietà. Anzi, non uno, ma due; il primo, infatti, sarebbe un fondo dedicato alla “non autosufficienza”, mentre il secondo verrebbe destinato ai lavoratori deboli.

Resta da capire comunque se la proposta di Brambilla metterà d’accordo anche Di Maio e il Movimento 5 Stelle; non è da escludere, tuttavia c’è da considerare che i due strumenti sono molto distanti tra loro poiché, come ribadito più volte, con il contributo di solidarietà verranno ridotte tutte le pensioni, seppur di una cifra minima quelle con importo più basso.

In attesa di capire cosa farà Di Maio, intanto, segnaliamo le polemiche dei sindacati CGIL, CISL e UIL, i quali tramite una nota congiunta hanno chiesto un confronto con il Governo, affinché questo si fermi “prima di fare degli errori”.

D’altronde, come si legge nel comunicato, le notizie di questi giorni su “ricalcoli, contributi di solidarietà e tagli sopra una certa soglia” confermano l’intenzione del Governo di “mettere ancora una volta le mani nelle tasche dei pensionati provocando così l’ennesimo danno a uomini e donne che hanno lavorato per una vita”.

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