PD: partito della fusione a freddo tra due culture diversissime tra loro …

Una fusione a freddo questo è il PD e oggi si raccolgono i cocci di un disastro annunciato.
Peccato che nessuno se ne sia voluto rendere conto in tempo: molti hanno vissuto questa esperienza con l’illusione di un cambiamento necessario unendo in un unico contenitore due partiti che più diversi non potevano essere. La colpa di questa fusione la porta tutta D’Alema che ha impedito a Romano Prodi di formare un partito nuovo .
Ricordo benissimo l’inizio di questa avventura e non posso certo dimenticare le lotte dei due promotori per dividersi i posti dentro quest’unico contenitore. Non ricordo battaglie sui contenuti, ma sui posti, cosa che oggi appare in tutta la sua drammaticità. Un partito sensa una visione, senza un progetto di società, ma solo un coarcevo di interessi e bramosie di potere questo è il PD .
Solo chi non ha idee e non ha interesse a risolvere i problemi del Paese può correre dietro al primo avventuriero che compare sulla scena, come ha fatto Zingaretti pur di rimanere al governo, Non ha esitato svendere la Costituzione per assecondare le velleità di un comico, pur di rimanere al governo, incurante delle drammatiche conseguenze sul Paese, che rischia di precipitare nel caos, visto che non è stato capace nemmeno di fare approvare la promessa legge elettorale proporzionale.
Non si può pensare di governare senza prima sapere cosa si è e dove si vuole andare e, soprattutto, costruendo alleanze per campi che di progressista hanno solo il nome. Mettere insieme forze politiche che , ahinoi, non sanno nemmeno loro cosa sono e dove vogliono andare è già un fallimento ai nastri di partenza.
Qui se vogliamo veramente salvare il salvabile c’è una sola strada da percorrere: costruire dal basso un nuovo soggetto politico partendo da ciò che unisce, da una visione comune di Paese, dalla difesa della Costituzione. Cercare di unire le varie formazioni in campo, che hanno dimostrato di non avere nessuna visione, che non si sono distinte nella difesa del lavoro, dei diritti, della democrazia, che hanno dimostrato tutta la loro inconsistenza, sarebbe l’ennesimo errore gravissimo che non possiamo permetterci. Sarebbe altrettanto grave, a mio parere, pensare di costruire un partito attorno a un leader: per cambiare bisogna dichiarare chiusa la stagione del liderismo, visti i disastri che ha prodotto in questi ultimi decenni, e cominciare a pensare alle cose concrete dentro una cornice programmatica e una visione comune del Paese che vogliamo!
N.Toscano

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