Per ricordare Berlinguer!

Quella che segue è parte del discorso che Berlinguer tenne a Milano al Teatro Lirico il 30 gennaio del 1977 all’assemblea degli operai comunisti lombardi:
lo voglio ricordare riprendendo una  parte del discorso che tenne  a Milano  al Teatro Lirico il 30 gennaio del 1977  all'assemblea degli operai comunisti lombardi:  "La politica di austerità  quale è da noi intesa può essere fatta propria dal movimento operaio in quanto essa può recidere alla base la possibilità di continuare a fondare  lo sviluppo economico italiano su  quel dissennato gonfiamento del solo consumo privato, che è fonte di parassitismi e di privilegi , e può invece condurre  verso un assetto economico e sociale ispirato e guidato  dai princìpi della  massima produttività generale, del rigore, della giustizia, del godimento di beni autentici quali la cultura, l'istruzione, la salute,  un libero e sano rapporto con la natura. "Lor signori", come direbbe il nostro Fortebraccio, vogliono invece l'assurdo  perché in sostanza pretendono di mantenere  il consumismo, che ha caratterizzato lo sviluppo economico  italiano degli ultimi venti-venticinque anni , e insieme , di abbassare i salari. La politica di austerità deve essere diretta precisamente  contro questa politica restauratrice e reazionaria, e cioè sia contro l'insania  consumistica sia contro il tentativo di far sì che l'uscita dalla crisi sia pagata solo dalla classe operaia e dai lavoratori. Ecco dove sta oggi lo scontro di classe, ma direi anche il misurarsi di due concezioni di civiltà; ecco, infine, dove sta il significato innovatore di una politica rigorosa di austerità. [...]"Ai nostri compagni, proprio in questo momento che ,ancora una volta, è di dura prova per il partito e per il popolo italiano, diciamo che dobbiamo  tendere ogni nostra energia in un incessante sforzo innovativo e inventivo , e al tempo stesso, rimanere fedeli ai princìpi  comunisti. E , di fronte a certi petulanti, lasciate , compagne e compagni, che, concludendo, io ricordi quel famoso verso di Dante  con cui Carlo Marx chiuse la prefazione alla prima edizione del Capitale: "Segui il tuo corso e lascia dir le genti" “La politica di austerità quale è da noi intesa può essere fatta propria dal movimento operaio in quanto essa può recidere alla base la possibilità di continuare a fondare lo sviluppo economico italiano su quel dissennato gonfiamento del solo consumo privato, che è fonte di parassitismi e di privilegi , e può invece condurre verso un assetto economico e sociale ispirato e guidato dai princìpi della massima produttività generale, del rigore, della giustizia, del godimento di beni autentici quali la cultura, l’istruzione, la salute, un libero e sano rapporto con la natura. “Lor signori”, come direbbe il nostro Fortebraccio, vogliono invece l’assurdo perché in sostanza pretendono di mantenere il consumismo, che ha caratterizzato lo sviluppo economico italiano degli ultimi venti-venticinque anni , e insieme , di abbassare i salari.
La politica di austerità deve essere diretta precisamente contro questa politica restauratrice e reazionaria, e cioè sia contro l’insania consumistica sia contro il tentativo di far sì che l’uscita dalla crisi sia pagata solo dalla classe operaia e dai lavoratori. Ecco dove sta oggi lo scontro di classe, ma direi anche il misurarsi di due concezioni di civiltà; ecco, infine, dove sta il significato innovatore di una politica rigorosa di austerità.
[…]”Ai nostri compagni, proprio in questo momento che ,ancora una volta, è di dura prova per il partito e per il popolo italiano, diciamo che dobbiamo tendere ogni nostra energia in un incessante sforzo innovativo e inventivo , e al tempo stesso, rimanere fedeli ai princìpi comunisti. E , di fronte a certi petulanti, lasciate , compagne e compagni, che, concludendo, io ricordi quel famoso verso di Dante con cui Carlo Marx chiuse la prefazione alla prima edizione del Capitale:
“Segui il tuo corso e lascia dir le genti”

Ti potrebbe interessare anche...