Pil a -0,2%, è recessione. Renzi: “Mille giorni per ripartire. L’Italia deve cambiare”

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Articolo pubblicato il: 06/08/2014
Ancora un dato negativo sul Pil, dopo la contrazione del primo trimestre, che di fatto certifica la nuova recessione tecnica. Dal premier Renzi non arriva “la solita difesa d’ufficio”, come lui stesso dice, ma l’esortazione a “invertire la rotta”.
Secondo i dati Istat, nel secondo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,3% nei confronti del secondo trimestre del 2013. Nel primo trimestre dell’anno il pil era in calo dello 0,1%, rispetto ai tre mesi precedenti, e dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2014. La variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,3%.

All’estero – Sempre nel II trimestre, il Pil è aumentato in termini congiunturali dell’1% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,4% negli Stati Uniti e del 3,1% nel Regno Unito.
Guidi – Il dato Istat “conferma la necessità di fare le cose in maniera rapida, di fare riforme che siano orientate alla crescita, che io credo sia abbastanza vicina”. Lo sostiene, intervistata dal Tg3, il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. “Siamo di fronte a una situazione di straordinaria gravità ma quello che stiamo facendo va nella direzione giusta”, sintetizza il ministro.
Guidi rivendica che il governo “ha messo in campo un piano straordinario di riforme” a partire dal bonus di 80 euro, perché “dare dei soldi in tasca agli italiani è un’inversione di tendenza”.
Il governo – Intanto il premier scrive ai parlamentari della maggioranza: “Se tra ‘MilleGiorni’ l’Italia avrà un sistema di giustizia civile efficiente come i migliori Paesi europei, un fisco più semplice e meno esoso, una pubblica amministrazione digitalizzata e efficiente, un mercato del lavoro più chiaro e meno ideologizzato l’Italia potrà tornare a crescere”.
“Nel 2012 abbiamo fatto meno 2,4%. Nel 2013 abbiamo fatto meno 1,6%. Nei primi sei mesi siamo a meno 0,3%. Dobbiamo invertire la rotta. Ma dipende solo da noi. Dal nostro lavoro in Parlamento e nel Paese“, sottolinea il presidente del Consiglio. “I ‘MilleGiorni’ sono la concreta possibilità di far ripartire la speranza e la crescita. A noi il compito di non deludere questa gigantesca opportunità”, afferma Renzi.
“In queste ore i dati negativi sulla crescita non devono portarci alla solita difesa d’ufficio (ma l’anno scorso era peggio, ma a giugno la produzione industriale cresce, ma gli occupati sono in aumento, ma il problema è l’eurozona, eccetera eccetera) – scrive ancora – dobbiamo avere il coraggio e la voglia di guardare la realtà: l’Italia ha tutto per farcela e per uscire dalla crisi. Ma deve cambiare. Se non cambia sarà sempre negativa”.
“Avanti, allora, con ancora maggiore decisione – esorta – senza incertezze, senza paure, senza frenate. Il processo di riforme è partito. Procede. È iniziato un percorso senza ritorno”.
Dopo i dati sul Pil interviene anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ai microfoni del Tg2. ”Il governo osserva attentamente l’andamento della finanza pubblica e con un controllo attento delle spese la manovra non c’è”. Con la legge di stabilità, prosegue, ”renderemo permanente il bonus, quindi alle famiglie dico: dovete avere allo stesso tempo fiducia e spendere al meglio le risorse aggiuntive che vi vengono trasmesse”.
Le reazioni – All’attacco Beppe Grillo: “Altro che crescita e ripresa. L’Italia è in piena recessione. Il vero gufo è Renzie”, scrive il leader cinquestelle in un post sul suo blog.
“L’Italia è in recessione, sono i dati peggiori da 14 anni. Ma Renzi e Berlusconi si trovano per amoreggiare sulla legge elettorale… Pazzesco. Ci vuole una rivoluzione fiscale, aliquota fissa al 20% per tutti e il lavoro riparte”, sostiene Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord.
Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, si rivolge direttamente al premier e su Twitter scrive: ”Matteo Renzi, e con i gufi come la mettiamo?”. Brunetta parla di dato “oltre le più cupe previsioni” e chiede al ministro Padoan di intervenire alla Camera per spiegare la situazione.
Secondo Maurizio Sacconi, capogruppo Ncd al Senato, “la recessione in atto dell’economia italiana” richiede “lo stimolo di straordinarie riforme strutturali rivolte a cambiare il mercato del lavoro, il sistema tributario, la pubblica amministrazione con particolare riguardo alla giustizia”. “Questa – conclude – è l’ora delle grandi scelte, come il superamento dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori”.
Parla di dato “disastroso” Nicola Frantoianni, coordinatore nazionale di Sel. Frantoianni lamenta l'”assenza di qualsiasi idea su come uscire dalla crisi” e chiede di “mettere radicalmente in discussione i trattati europei e la politica di austerità che continuano ad aggravare gli effetti della crisi”.
Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, “occorre un taglio più vigoroso e strutturale delle tasse su lavoratori ed imprese che investono, una raccomandazione, questa, che ci fa l’Europa che ci dice, per l’appunto, di spostare le tasse sui consumi”.
“Il dato del Pil ci riporta a 14 anni fa e posiziona l’Italia tra i Paesi europei in maggiore sofferenza ed è la dimostrazione del fallimento delle politiche di austerità sino ad ora adottate in Europa e in Italia”, afferma la Cgil. L’Italia, rileva il sindacato di Corso d’Italia, “ha la presidenza di turno dell’Unione. Metta in campo tutta la sua autorevolezza per modificare nel concreto le politiche sin qui seguite. Mille giorni sono troppi. Servono scelte e investimenti, ora”.
L’Ue – Il dato Istat sul Pil “indica che la ripresa economica tarda ad arrivare” e “ci aspettiamo un impatto negativo sulle finanze pubbliche”, ha affermato il portavoce del commissione Ue agli affari economici. Il dato “è nettamente peggiore rispetto alle previsioni della Commissione che per il secondo trimestre di quest’anno indicavano +0,3%”, ha osservato il portavoce del commissario agli Affari economici Jyrki Katainen, Simon O’Connor. Ma, ha rilevato, “è in linea con le più recenti previsioni degli organismi nazionali ed internazionali come Bankitalia e il Fmi”.

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