Polverini e Rositani

di Antonio Padellaro

24 luglio 2011

Il video del fattoquotidiano.it sulla piazzata indecente della Polverini e di tal Rositani contro il nostro Carlo Tecce alla sagra del peperoncino di Rieti è un documento che tra molti anni, quando di questa miserevole casta di politicanti non vi sarà più traccia, i nostri nipoti guarderanno incuriositi chiedendosi: ma davvero l’Italia era governata da gente simile?

Osservate bene quel tal Rositani, come inalbera la criniera vaporosa e come innesta mento e marcia da parata, lui percettore di innumerevoli prebende ignoto ai più, perfino ai camerati del vecchio Msi dove non lasciò traccia alcuna. Un patetico signor nessuno reso arrogante da una poltrona nel malridotto cda Rai, prono esecutore degli ordini di palazzo Grazioli che dimostra la propria esistenza in vita trascinando per il corso reatino mezzo vertice Rai (l’altra metà giustamente si vergognava). E che dire della presidente della Regione Lazio, così orgogliosa di sorvolare la tratta Roma-Rieti (un’ora di auto) sugli elicotteri antincendio da promettere che lo farà sicuramente tutte le volte che ne avrà voglia.

La signora fa la faccia truce ma almeno non vomita parolacce da trivio contro il nostro giornalista come fa l’anziano bullo Rositani. Ora, alle corrette domande di Tecce su chi pagava cosa (ovviamente noi contribuenti) in qualunque Paese civile, dei politici civili avrebbero risposto a tono spiegando ciò che c’era da spiegare. Nell’Italia dei politicanti da strada, invece, un giornalista con la schiena dritta che fa le domande giuste è merce così rara che viene insultato e minacciato di essere “preso a schiaffi”.

Questo nell’indifferenza pressocchè generale poiché di Rositani e Polverini la casta ne produce in quantità industriale nella tronfia convinzione che tutto ma proprio tutto le sia concesso. Non è così e se ne accorgeranno. Parola nostra.

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