Referendum, la giuslavorista Quattromini:”Voterò No alla deturpazione del Parlamento”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente :https://www.ildesk.it/

Il prossimo 20 settembre saremo chiamati al voto referendario sul taglio dei parlamentari.

Io voterò NO al referendum perché non rinuncio al principio che la rappresentanza politica spetti al Parlamento, istituzione democratica e che quindi i cittadini siano rappresentati secondo regole democratiche.

Al contrario, non c’è niente di democratico nel taglio netto di 230 deputati e 115 senatori, ma solo una deturpazione del Parlamento.

E ripensando al racconto dello scrivano di Melville ritengo che ci sarebbe voluto un Bartleby per dire di NO innanzitutto a una globalizzazione e a un iperliberismo che dietro la falsa promessa di un benessere diffuso non hanno prodotto altro che disuguaglianze e precarietà che sono all’origine della attuale catastrofe sociale.

Ma come la storia insegna è sempre più facile e comodo dire SI che No, perché dire NO ha un costo che non tutti sono disposti a pagare.

E votare NO al referendum non può farci prescindere dalle parole che Piero Calamandrei pronunciò durante il famoso discorso a difesa dei principi democratici, quando affermò che : “….. ..la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. E aggiunse: Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione”.

E il Parlamento è una Istituzione democratica che va salvaguardata così come abbiamo fatto quando abbiamo contrastato le riduzioni proposte dalle due riforme del centrodestra nel 2005 e del centrosinistra nel 2016.

In realtà dietro il taglio dei parlamentari si nasconde il vero progetto del centro destra di sterilizzare il Parlamento per attuare il governo dai pieni poteri tutti accentrati in un solo uomo al comando.

Tra i sostenitori del SI e, soprattutto nel PD, si argomenta con il solito tatticismo che la vittoria del SI rafforzerebbe il governo mentre la vittoria del NO segnerebbe la sconfitta del Movimento 5 stelle e la consegna del Paese alle destre.

Ma sta di fatto che questo calcolo di previsione politica nulla ha a che vedere con il tema in gioco. Peraltro si sono lette anche affermazioni avveniristiche quali il far dipendere dalla riduzione dei parlamentari la stesura di una legge elettorale che si riterrebbe necessaria conseguenza della vittoria referendaria del SI.

Ipotesi certamente non scontata ma indissolubilmente legata ai futuri equilibri politici.

Quindi siamo ai proclami, non alla realtà. Quello che invece è reale è che laddove si dovesse ridurre il numero dei parlamentari (dei quali invece i cittadini auspicano la migliore qualità e non il numero!) ci saranno conseguenze che influiranno direttamente sugli equilibri istituzionali con un inevitabile deficit di rappresentanza politica dei cittadini.

Quindi, come Bartleby che con il suo reiterato e inscalfibile “preferirei di no” anticipa, la sua ribellione nei confronti di una società avviata verso il primato del denaro, anche io dirò NO al taglio dei parlamentari per contribuire a vincere questa ennesima battaglia di democrazia.

Giuliana Quattromini

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