Renzi ed i politici Italiani fedeli interpreti del Machiavellismo!

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Il Principe è il libro scritto da Machiavelli che da sempre è considerato dai politici Italiani una specie di bibbia: un manuale pratico-teorico sulla costruzione del potere.
“Per scrivere questo libro Machiavelli si ispirò al duca Cesare Borgia, figlio di Rodrigo divenuto papa Alessandro VI, e fratello di Lucrezia .
I Borgia erano privi di qualsisi scrupolo e senso morale, scrive Scarpinato nel Suo Il Ritorno del Principe; nell’Italia del Cinquecento avevano fatto dell’omicidio, della strage e dell’inganno una pratica di vita per accrescere il proprio potere. Machiavelli, che aveva avuto modo di conoscere Cesare Borgia personalmente, ne aveva narrato e apprezzato le gesta nella Descrizione del modo tenuto dal duca Valentino nell’ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermi, il sig. Pagolo e il duca di Gravina Orsini, considerandola “impresa rara e mirabile”.

I Borgia -il cui potere era trasversale a quello temporale e a quello religioso – non costituivano un’eccezione nel panorama della classe dirigente del tempo.
Il fatto che Machiavelli apprezzi le gesta di Cesare Borgia e lo assuma a modello di comportamento, sia pure al fine di costruire uno Stato italiano che si emancipi dalle dominazioni straniere, dimostra la “normalità” della pratica dell’omicidio e dell’astuzia sleale nella lotta politica, in dispregio di ogni regola e criterio della lealtà anche nello scontro militare.”
Guardando ai fatti che sono successi in Italia e che stanno ancora succedendo non possiamo non cogliere il fatto che la “banalità italiana” viene da lontano.
“La mostruosità di questa normalità italiana, mai colta in Italia, proprio perché “normale” in un Paese che da secoli continua a tributare ammirazione ai furbi e ai violenti, è stata invece percepita in altri Paesi di antiche tradizioni democratiche e civili – come per esempio l’Inghilterra- nei quali si ritiene che la contesa politica deve rispettare, pur nello scontro violento e armato, regole di lealtà e onore.”
Adam Smith, per esempio, il famoso economista e filosofo scozzese vissuto nel XVIII secolo, rimase agghiacciato dall’ammirazione tributata da Macciavelli a Borgia per il massacro dei suoi rivali a tradimento, e nella Teoria dei sentimenti morali così commentò il cinismo del nostro:
“Mostra molto disprezzo per l’ingenuità e la debolezza delle vittime, ma nessuna compassione per la loro triste e prematura morte, nessun genere di indignazione per la crudeltà e la falsità del loro assassinio”.
In quelle culture, vincere slealmente e contro le regole è considerato oggi, a differenza che in Italia , disonorevole, e quindi meritevole di disprezzo sociale e quindi costretto a vivere nell’ombra.
E’ dal tardo 500 che l’Italia fatica ad entrare nel circolo dell’Europa Civile. Al di là delle apparenze, esiste una straordinaria continuità sottotraccia dell’immaturità democratica di tanta parte del nostro popolo e della sordità delle sue classi dirigenti ai principi più elementari dello Stato moderno.
Resta attuale la Diagnosi di VitalianoBrancati:”l’Italia non si stanca mai di essere un Paese arretrato. Fa qualunque sacrificio, perfino delle rivoluzioni, pur di rimanere vecchio”.
Sono perfettanmente d’accordo con le affermazioni di Vitaliano: siamo un Paese incorregibile, vecchio e arretrato per questo è stato possibile il radicarsi del macchiavellismo, come dimostra la pratica politica quotidiana intrisa di slealtà e disprezzo di ogni regola, che trova la sua massima espressione nel Presidente del Consiglio e nella sua corte: sono tutti interpreti freddi e cinici, ben sapendo che parte del popolo apprezza questi sistemi,inconsapevoli però che questi comportamenti condannano il Paese a non entrare a pieno titolo in un’Europa civile.
Nella Toscano

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