Riformare i partiti per salvare la democrazia!

La nomina di Draghi da parte del presidente Mattarella ha portato alla luce la crisi o meglio il fallimento di tutti i partiti politici e movimenti presenti in parlamento. Tale crisi appare ancora più drammatica se si guarda al M5s che , a mio avviso, è l’anomalia più vistosa del panorama politico, come confermano i fatti che si stano delineando sotto i nostri occhi. Un movimento che non è un partito, che è in mano a un personaggio che appare nei momenti cruciali per poi, sistemate le cose, inabissarsi nel suo privato e riemergere per dettare la linea ed anzi presentarsi al Quirinale come garante di un movimento e dettarne la linea è un’anomalia tutta italiana, che ha effetti dirompenti sul regolare svolgimento della democrazia, intralciando la nascita del governo e farne decidere la sorte da un pugno di fanatici sparsi sul territorio nazionale.
Non so quanti si rendono conto della gravità di questa situazione, ma sarebbe il caso che tutti ne prendessimo atto e cominciassimo a pensare seriamente a una riforma dei partiti, perchè così non si può continuare. Non è possibile che uno si alzi una mattina e fondi un partito senza le dovute garanzie politiche e giuridiche. Fin qui abbiamo visto partiti che sono delle associazioni private dove ognuno fa quel che gli pare, senza rendere conto a nessuno. Credo sarebbe il caso di cominciare a pensare, invece, a partiti come associazioni pubbliche, con regole riconosciute, bilanci controllati e organismi interni regolati per legge. Forse qualcuno più competente di me potrebbe, sicuramente, suggerire come realizzare questo obiettivo, ma penso e rimango convinta che la via da percorrere è questa, per evitare in futuro di vedere queste sceneggiate che , lasciatemelo dire, non sono degne di un Paese civile.
Vogliamo cominciare a parlarne?
N.T.

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