Serve saggezza, sguardo lungo e impegno senza riserve per ricostruire la sinistra!

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I recenti fatti di genova hanno messo in luce la scelleratezza di alcune leggi approvarte nel recente passato, alcune delle quali portano la firma di Bassanini. Una tra queste è senza dubbio il premio di produttività assegnato ai dipendenti pubblici, che nelle intezioni del legislatore doveva essere riconosciuto a chi faceva bene il proprio lavoro.
Ebbene i disastri di Genova hanno mostrato a tutto il Paese che così non è, infatti, questo premio, è stato riconosciuto invece a chi ha dimostrato di non saper fare il proprio lavoro, e financo, notizia di oggi, a dipendenti comunali che, addirittura, sono indagati.
Ho sempre pensato che questa legge è stata un errore grave solo averla concepita e ancora di più lo è la sua applicazione in forma indiscriminata.
Questa è una legge che, a mio parere, non doveva neanche essere approvata e tanto meno pensata, perché ogni lavoratore percepisce un compenso per fare bene il proprio lavoro e quando questo lavoro non lo sa fare o lo fa male dovrebbe essere messo alla porta o quanto meno destinato ad altro incarico.

Purtroppo non è così, nel nostro Paese le cose vanno all’incontrario: si emargina chi sa fare il proprio lavoro e si premiano gli incompetenti, i corrotti e i corruttori, questo avviene anche in presenza di condanne per reati gravi quali la corruzione, la concussione e la mafia.
Non ditemi però che questo è conseguenza dell’art.18, perché sappiamo tutti che non è così, prova ne è che il licenziamento per giusta causa è previsto anche in presenza di art. 18.
Ci si accorge però dei premi immeritati elargiti solo a disastri avvenuti, per poi, come sempre, dimenticarsene il giorno dopo e così tutto rimane immutato: tutti al proprio posto felici e premiati!
Per cambiare ci vorrebbe una bella rivoluzione, non violenta, si capisce, ma radicale, perché per rimettere il Paese in piedi bisogna cambiare queste leggi assurde e truffaldine e se non volgiamo continuare a contare morti, a raccogliere disastri, che oramai si susseguono a ritmo incalzante, bisogna cominciare a pensare come risanare il territorio e con chi, perché è impensabile ed illusorio sperare di farlo con questa burocrazia corrotta e tanto meno continuare a sperare che si può fare con questi politici e partiti.
Per invertire la rotta occorrono, infatti, partiti e politici che hanno a cuore il bene del Paese, che sappiano e vogliono lavorare pensando la politica come servizio e non come fonte di arricchimento personale e che siano anche capaci, competenti ed onesti per risolvere i gravi problemi che abbiamo davanti.
E’ un bene che i cittadini di Genova, messi in ginocchio per la seconda volta nel giro di due anni, abbiano alzato la testa per dire basta.
Voglio sperare che i tanti giovani così impegnati nel volontariato trovino il coraggio di tornare a fare volontariato in politica, per aiutarci a ricostruire un partito di sinistra dal basso, partendo da “una nuova categoria di pensiero in grado di penetrare quanti più menti e coscienze anestetizzate dal pensiero unico dominante, in un processo graduale che porti alla sua rappresentanza politica.”
Costruire è sempre una grande fatica, così come far comprendere un nuovo pensiero ha bisogno di saggezza, di sguardo lungo e di impegno senza riserve da parte di chi ci crede.
Nella Toscano

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