Silvio va in bambola sui contanti

Luca Telese

27 maggio 2010

L’uomo dell’ottimismo chiede sacrifici agli italiani. Poi va in tilt sulla tracciabilità dei pagamenti: “Presidente quanto ha in tasca?”, risposta: “Zero”.

L’uomo con il sole in tasca ieri sembrava essersi trasformato in Rain man: una tempesta di tic e di mossette per dissimulare il disagio, le gambe che battono sotto il tavolo facendolo tremare, come se non rispondessero al controllo dell’altra metà del corpo. L’uomo con il sole in tasca, ieri non trovava più la tasca, o il sole, che poi è lo stesso. L’uomo con il sorriso più smagliante del mondo non riusciva a sorridere più, e sinceramente dispiace, perché guardandolo ieri non si poteva fare a meno di notare la differenza astrale con i tempi d’oro. Questo Cavaliere a mascella serrata, afflitto e cupo, ieri aveva qualcosa di tenero e di tragico insieme, chissà cosa avrà comunicato agli italiani.

Se questa mattina Silvio Berlusconi riguarderà il video di quello che ha detto ieri Silvio Berlusconi, con la stessa severità con cui ha stroncato le carriere di conduttori pingui o baffuti e di forzisti con il riportino e capogruppo con l’occhio strabico – se lo farà davvero – boccerà se stesso e gli dirà di non andare più in tv. Sul piano linguistico, poi, la conferenza stampa di ieri sulla manovra straordinaria, ha avuto un altro effetto. L’azzeramento del vocabolario del sogno, ovvero dell’architrave comunicativa degli ultimi 15 anni. Sulla bocca del premier fioriscono nuovi meravigliosi sinonimi dettati dall’emergenza e dal disagio. Per esempio gli statali italiani (magari quei professori che fanno vita da nababbi con 1.300 euro al mese) scoprono di aver vissuto da privilegiati: e poi che il loro stipendio non è stato “congelato”.

Berlusconi ci ha spiegato ieri che la parola “congelamento” viene sostituita con la locuzione “atto di responsabilità”. In effetti suona meglio. A un certo punto il premier deve parlare di sacrifici. Lo fa con un magone nel cuore. Allora dice: “Sacrifici richiesti”, così siamo tutti più sollevati. Non è lui, sono richiesti. E bisogna salvare l’euro, poi. Chi lo dice a Bossi? Capisci che il presidente è nervoso da subito. L’uomo del nuovo miracolo italiano, il generoso negatore di ogni crisi, ieri aveva gli occhi a fessura, il capo reclinato che costringeva i fotografi a fare i salti mortali per catturare un primo piano. Dal punto di vista strettamente tecnico, dunque, si può dire che la conferenza stampa non è stata a testa alta. Ma è una constatazione ortopedica, più che morale. Berlusconi entra nella saletta di Palazzo Chigi molto preoccupato dalla giacca.

Tocca la cravatta, la ripercorre freneticamente, si assicura l’ancoraggio ai pantaloni, allude con le dita alla sagoma del cavallo. Poi passa alla giacca. Nella conferenza riesce a regalare un solo vero sorriso. È una piccola photo opportunity, e speriamo che i fotografi siano riusciti a coglierla. Mentre sta parlando Tremonti, il premier, forse ricordandosi di essere “il grande comunicatore” invita il suo ministro a tirare fuori il papiello con tutto l’elenco dei tagli: “Fallo vedere, così si capisce il lavoro che c’è stato!”. È un fascicolo bianco, di fogli A4 spillati. Tremonti non lo tocca. A quel punto lo agguanta lui, lo mostra agli obiettivi, tende le labbra: cheese…Ecco, ieri Berlusconi faceva simpatia per la difficoltà di gestire una situazione che considera tragica, che non padroneggia: cifre, numeri, lacrime e sangue. E questa comunicazione la doveva fare proprio lui? La conferenza stampa era convocata per le tre del pomeriggio. Poi slitta alle cinque, in fine alle sei.

Inizia alle 18.30, come quelle sedute dal dentista che si vorrebbero procrastinare all’infinito. Dice Berlusconi che per contrastare l’evasione “è stato abbassato il limite per i pagamenti in contanti a 5.000 euro”. Poi aggiunge: “Ci è sembrato ragionevole consentire di tenere in tasca una cifra che corrisponde ai 10 milioni delle vecchie lire…”. Con il governo dell’Unione l’assegno massimo consentito era di 100 euro. Gli chiedi quante persone conosca che circolano con 5.000 euro. Non risponde, ma con una battuta: “Lei quanto ha in tasca? Io zero”. Altro sorriso. Come certi sovrani che non conoscono il valore del denaro. Almeno Tremonti mostra ironia, e invoca la lotta allo stato di polizia per tutelare “i vecchietti che comprano le scarpe in contanti”.

Divino. Facciamo la manovra perché ce lo chiede l’Europa, ma in questo caso il ministro diventa nazionalista: “Se in Italia non si paga con la plastica (cioè con le carte, ndr) dobbiamo prenderne atto”. Però Tre-monti tiene meglio il campo: ironico, ricettivo, sempre capace di trovare l’esempio brillante (questa volta “i tagli all’ente dei reduci garibaldini”). “Se l’Italia può stare tranquilla – conclude Berlusconi indicando se stesso e il ministro – è grazie a questi due signori”: Se fosse riuscito a sorridere, forse, ci avremmo creduto persino noi.

(Clicca quiper guardare il filmato integrale di Sky)

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