“Tu Fontana, noi marea”. Donne in piazza contro i reazionari di Verona: “Siamo 100mila” Flashmob con i guanti da cucina sulle note di “Viva la libertà”. Poi un corteo rosa festante e ironico, ma anche molto preoccupato: “Un orgasmo vi seppellirà”

30/03/2019, Verona, Convegno Mondiale della Famiglia, contromanifestazione di Non Una Di Meno

È una fiumana festante, ironica, colorata, ma anche molto preoccupata. “Siamo 100 mila” twitta NonUnaDiMeno, e forse il conto non torna del tutto, la Questura non ne conta più di 40 mila, ma sfilano in tante per le vie di Verona, protestano contro le idee reazionarie che si discutono dentro il palazzo della Gran Guardia al Congresso mondiale delle Famiglie. Di base c’è il rifiuto dell’idea della donna come ‘angelo del focolare’, rilanciato con forza a Verona, in una serie di incontri, conferenze e spettacoli, e che ha richiamato in strada oggi pomeriggio migliaia di persone da tutta Italia.

In mattinata, nel piccolo teatro ‘K2′ che a malapena contiene 300 persone, molti restano all’aperto ad assistere un dibattito con voci della sinistra, tra cui Livia Turco, Laura Boldrini e Monica Cirinnà. Poi parte un flash mob sulle note di Viva la libertà” di Jovanotti, con le donne che alzano le mani protette da guanti gialli da cucina.

Poi il corteo grande: c’è il segretario Cgil Maurizio Landini, c’è Susanna Camusso, c’è Ivana Veronese della Uil, ma anche esponenti del Pd come Emanuele Fiano e di Leu come Nicola Fratoianni. Verona è blindata: le forze dell’ordine chiudono l’area di piazza Bra e del palazzo della Gran Guardia. Qualche urlo contro Matteo Salvini e qualche spintone, ma tutto fila liscio. Sfilano le bandiere arcobaleno, i rimandi alla pace e all’amore, gli slogan per i diritti civili, striscioni e cartelli, senza censura. C’è spazio per le semplici battute – “Famiglia naturale? no frizzante” – e per l’ironia dissacrante di alcuni manifestanti – “Lotta anale contro il capitale”, “+ froci – croci”, e “un orgasmo vi seppellirà”. Tra la folla spunta anche una mega-confezione di “Bigotti”, i biscotti del “Mulino Verde” fatti con “100% nocciole italiane”. E ancora, l’attacco al ministro più contestato, quello della Famiglia: “Tu Fontana, noi marea”. Una marea composta da migliaia di persone, giunte appositamente da tutta Italia nel capoluogo scaligero per protestare contro il World Congress of families.

Tra i manifestanti ci sono anche alcuni reduci delle battaglie del Sessantotto. Anna Maria Lucchese viene da Roma, ha “70 anni più Iva” e un sorriso tenace. In una mano ha un bastone per camminare meglio e nell’altra un cartello con su una scritta assai emblematica: “Dopo 50 anni mi tocca ancora lottare per gli stessi diritti”. I capelli bianchi e le rughe ormai profonde non le hanno portato via la voglia di combattere: “Simon de Beauvoir diceva che quando c’è un periodo di crisi sociale, culturale, economica, la prima cosa che si fa è un attacco ai diritti delle donne – spiega con fare materno – Non sono mai conquistati per sempre. Tocca sempre metterci una pezza, un rinforzino, un po’ di vitamina C”.

Di certo a Verona è arrivato qualcosa di più di un ‘rinforzino’. I primi dati della Questura sulla partecipazione al corteo organizzato da Non Una di Meno parlano di circa 25mila presenze e non spingono oltre i 40 mila. Non per l’associazione femminista, che su twitter parla invece di almeno 100mila persone. Un fiume di gente partito dalla stazione Porta Nuova alla volta di quella di Porta Vescovo, che si allunga fino all’orizzonte. Non se ne vede la fine. In mezzo c’è tutto e il contrario di tutto: giovani e anziani, studenti e lavoratori, famiglie arcobaleno e ‘tradizionali’, comunisti e liberisti, atei e cattolici.

Sebbene il Vaticano abbia espresso il suo sostegno alla “sostanza” del Wcf infatti, molti credenti si sono schierati apertamente contro le tesi oscurantiste esposte da alcuni dei relatori della tre giorni scaligera.

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In piazza sfilano anche l’Associazione delle Teologhe Italiane, a rappresentare “un mondo cattolico molto silente, che sceglie di non parlare a riguardo”. Di quel mondo fa parte anche don Carlo Vinco, che nei giorni scorsi, parlando con la stampa locale, ha definito “assurde e scandalose” le idee espresse dal Congresso delle Famiglie, per poi barricarsi in un religioso no-comment. Che, ribadisce al telefono, durerà per l’intera durata della kermesse.

“La manifestazione di oggi dimostra proprio questo – sottolinea a riguardo Maria Gallo, altra reduce del ’68 – che i diritti non hanno età, religione o genere, ma devono sempre essere presidiati”. A poche decine di metri da lei c’è chi prova a farlo dai banchi del consiglio comunale, anche contro il volere del suo partito. È l’ex capogruppo della Lega di Verona Mauro Bonato, dimessosi un paio di settimane fa in aperto contrasto con la decisione del Comune di patrocinare il World Congress of Families. “La Liga Veneta è stato il primo partito che ha avuto una segretaria donna, Marilena Marin. I diritti civili non dovevano essere toccati. Noi dovevamo aiutare la gente sul punto di vista economico, sociale, lavorativo”. Mentre parla mastica nervosamente un chewing gum. Ha l’aria delusa. Dal suo partito, ormai lontano da quello a cui aveva aderito diversi anni fa. Ma anche dalla ‘morbidezza’ dei giudizi di Bergoglio e Parolin sulla kermesse veronese: “La chiesa non può essere questa. Nessun cattolico può accettare di giocare con un feto di plastica come quelli che regalano alla Gran Guardia. Un feto è una faccenda ben più seria”.

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