Vaccini: un concentrato di ignoranza che circola sui social.

Di Stefano Montanari

Pubblicato il 20 luglio 2021 alle 02:44

In tanti mi stanno scrivendo chiedendo di rispondere ad un concentrato di saccenza ed ignoranza senza pari che circola sui social. Eccovi serviti.
In grassetto, le parti del super condiviso discorso che sta appassionando le folle provax perchè sembra rispondere ad ogni loro dubbio e sparge colpe e odio su chi non vuole fare da cavia vaccinandosi.
Frenate l’entusiasmo.

Così forse è più chiaro spiegato in modo elementare.

Nel senso che chi lo ha scritto forse ha frequentato solo le elementari altrimenti non si spiegherebbe tanta ignoranza.

Io sono vaccinato

Io entro in contatto con la variante Delta

Io prendo il raffreddore

Sei vaccinato e hai la probabilità di morire e ammalarti gravemente quasi otto volte più dei non vaccinati. Chiedi agli inglesi…

https://www.google.it/amp/s/www.affaritaliani.it/amp/coronavirus/covid-muoiono-piu-persone-vaccinate-che-non-ma-il-siero-funziona-750439.html

Tanto che Israele, dove sono quasi tutti vaccinati con Pfizer, sta chiudendo le frontiere ai turisti vaccinati perché sono loro a diffondere la variante e si ammalano gravemente. https://www.google.it/amp/s/travelnostop.com/news/esteri/israele-rinvia-la-data-di-ingresso-per-i-turisti-vaccinati_522271/amp

Ci sono ormai tantissimi casi di gente al secondo shot di “super vaccino“ che muore positiva al Covid. Naturalmente, secondo l’informazione di regime, avevano tutti preso il Covid prima.

Perché allora non controllano gli anticorpi delle Persone prima della vaccinazione? E magari anche dopo?

Le direzioni ospedaliere lo hanno addirittura caldamente sconsigliato in alcune regioni. Paura di avere le prove che dopo il Vaccino in molti casi non ci siano anticorpi e che è il vaccino stesso a propagare l’infezione?

Io però non replico il virus

Questa frase non ha senso. Il virus si replica da solo, non siamo noi a replicarlo. I virus possono replicarsi solo all’interno di una cellula ospite, sfruttandone l’apparato metabolico ed utilizzando informazioni genetiche proprie.

Il virus dopo qualche giorno muore.

Nei giorni in cui il virus non è ancora morto, io entro in contatto con te e ti trasmetto il virus

Questa è degna di un umorista.

Il virus muore??? I virus non sono nemmeno considerati organismi viventi!

I vaccini, se tali fossero e se funzionassero, servirebbero non ad uccidere il virus, ma a fare si che lo si Prenda il Maniera più leggera o si evitino i sintomi del contagio avendo già gli anticorpi.

Peccato che i vaccinati siano contagiosi e per questo continuino ad essere sottoposti ai tamponi per viaggiare e a portare le inutili mascherine.

Un esempio di quanto servono i vaccini?

Dopo 2 giorni di festival con 20mila partecipanti scoppia un mega focolaio di 1000 contagi in Olanda.

Organizzatori e autorità sanitarie totalmente increduli: l’ingresso era consentito solo a vaccinati e negativi al test. Sui negativi al test poco da dire.
Chi ha portato il contagio?

https://www.dutchnews.nl/news/2021/07/1000-people-at-utrecht-festival-infected-with-coronavirus/?fbclid=IwAR3-TTCgHIrt1gXRpLwjkyatckM_REeGZx0C0brghWsHaZy78DdFVH6xbkA

Se tu sei vaccinato

Tu non replichi il virus

Il virus, che ha vita di qualche giorno, muore definitivamente

Se ti sei vaccinato puoi essere infettivo per settimane, esattamente come gli altri e finché non dimostri di non esserlo dovresti stare in quarantena, come da indicazioni ISS e AIFA:

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2021/03/16/due-metri-di-distanza-a-tavola-quarantena-anche-per-vaccinati-_47a5d0a9-fbb8-42e3-9c61-ba07266f985e.html

Se tu non sei vaccinato

Il virus si moltiplica

Replicandosi può mutare

La mutazione è casuale

Una di queste mutazioni può produrre una variante resistente agli anticorpi prodotti col vaccino

I virus mutano sempre e comunque. Non esiste virus che non muti durante il suo percorso nell’ospite che infetta, sia esso uomo, animale, vegetale, batterio. La variabilità è legata a due fattori essenziali: le mutazioni vere e proprie, ossia errori di trascrizione del codice genetico del virus, e le ricombinazioni, ossia alterazioni sostanziali e massive del genoma virale legate a “incroci” del genoma di un virus con quello di un altro virus (normalmente della stessa specie). Le mutazioni sono puntiformi e possono essere innocue, a seconda di dove “cadono” nel genoma, oppure estremamente importanti, se modificano alcune proteine essenziali per la replicazione virale. Per questo ogni anno è necessario cambiare il vaccino antinfluenzale. Qualcuno ha mai dato la colpa ai non vaccinati?

Se non venissero usati vaccini per cercare di indurre un’immunità protettiva, la pandemia di COVID-19 si attenuerebbe lentamente nel tempo fino a diventare una malattia endemica, come l’influenza.

Conclusione:

Se tutti siamo vaccinati, non replichiamo il virus, il virus non può mutare, e dopo un po’ scompare.

Se molti non sono vaccinati il virus replica, quindi muta, quindi il rischio di una variante “cattiva”

Ora, sebbene la pressione di selezione operi raramente durante una pandemia, poiché l’infezione di solito si risolve rapidamente (anche prima che la produzione di anticorpi sia completa), durante la fase endemica la situazione è diversa, poiché la presenza di anticorpi in individui già guariti e in persone che ricevono un’immunità passiva sotto forma di plasma convalescente, o anticorpi monoclonali terapeutici, esercita una pressione selettiva sul virus. Ciò determinerà quindi la selezione di varianti virali con la capacità di eludere questi anticorpi. Negli individui, nel tempo possono emergere diverse varianti dello stesso virus, dando origine a quasi-specie che possono soppiantare le versioni preesistenti.

I vaccini tentano di contrastare questo problema, ma possono introdurre anch’essi una pressione selettiva. L’impiego di vaccini, dunque, non è neutrale rispetto a un virus, ma in generale ne può influenzare l’evoluzione, come del resto possono farlo anche altri tipi di misure di sanità pubblica. Ciò può portare all’emergere di mutazioni nel genoma virale, per cui il ceppo endemico può eludere la risposta immunitaria provocata da ceppi precedenti dello stesso virus, complicando potenzialmente la vita sia ai ricercatori (che devono monitorare l’efficacia dei vaccini ed eventualmente adattarli alle nuove varianti) sia alle persone (cui potrebbero essere date nei prossimi mesi o anni “terze” dosi e forse anche “quarte” o “quinte”).

In sintesi, sono i vaccinati a creare le varianti: l’immunizzazione vaccinale sta rendendo più diffuse varianti genetiche di patogeni una volta rare o inesistenti, presumibilmente perché gli anticorpi sviluppati dai vaccinati non possono riconoscere e attaccare facilmente i ceppi mutanti che sembrano diversi dai ceppi vaccinali. Ed i vaccini in fase di sviluppo contro alcuni dei patogeni peggiori del mondo – ad esempio, malaria, antrace, etc. – si basano su strategie che potrebbero potenzialmente, secondo modelli evolutivi ed esperimenti di laboratorio, incoraggiare i patogeni a diventare ancora più pericolosi e, come vedremo, lo stesso potrebbe in linea teorica accadere con i vaccini anti-COVID, o almeno con alcuni di essi.

I biologi evolutivi, in realtà, non sono sorpresi che ciò stia accadendo. Si tratta di un ennesimo esempio della teoria evolutiva della virulenza al lavoro. Un vaccino rappresenta una nuova pressione selettiva esercitata su un agente patogeno e, se il vaccino non sradica completamente il suo bersaglio, i patogeni rimanenti maggiormente adattatisi – quelli in grado di sopravvivere, in qualche modo, in un mondo immunizzato – diventeranno più comuni. Questi agenti patogeni, insomma, si evolvono in risposta ai vaccini per il processo di selezione naturale applicata ai microrganismi.

Se hai capito il concetto copia ed incolla sulla tua home

Ti potrebbe interessare anche...