Falcone, Montanari, il Brancaccio e la necessaria credibilità della Sinistra


Milene Mucci
Fondazione “Antonino Caponnetto”, libera-mente a Sinistra
C’è un assunto di base molto semplice, terra terra direi, di cui prendere atto.

Chi a sinistra non va più a votare, chi ultimamente ha votato 5stelle per protesta o per rabbia, chi non ha più tessere come la sottoscritta, perché di cose “che voi umani..” ne ha già viste troppe, chi comunque nel fondo del cuore ancora, anche se non lo ammette, “non molla”… Chi, insomma, rappresenta “tutto questo” chiede cose molto più semplici degli alambiccamenti tattici ai quali stiamo assistendo in questo periodo.

E se vale, come dice giustamente Tomaso Montanari, non tanto discutere su “chi sia il guidatore dell’autobus” ma dove vada, è altrettanto importante però per il disilluso, sconcertato spettatore di cui sopra, che questo guidatore sia anche, però, assolutamente e draconianamente “credibile” per essere certo che poi prenda stavolta la direzione concordata.

Se c’è una cosa, infatti, che la straordinaria campagna del Comitato per la Democrazia costituzionale ha insegnato (campagna lunga un anno, senza mezzi, bollata come perdente e messa in campo con passione) è che niente oggi come il valore della credibilità è requisito indispensabile per il sommerso “popolo del No” di cui si parla tanto.

Perché il primo banale, obsoleto concetto per ricostruire il fragile miraggio della Sinistra è, oggi più che mai, “solo” essere assolutamente, in maniera inoppugnabile e draconiana “credibile”.

Credibile in primis nei suoi interpreti che devono essere, veri, congruenti, inattaccabili per storia personale di pensiero, di coerenza, di scelte.

Questo, sia nel più sperduto territorio di provincia che davanti al Parlamento, senza mezzi termini.

Pena essere lasciati nuovamente soli a parlare con se stessi davanti a urne spopolate.

Non credo ci siano più dubbi in merito a questo concetto e prima chi si propone come leader di qualunque cosa, fosse anche di una bocciofila che si definisca di Sinistra, ne prende atto onestamente e meglio è.

Ed è stato importantissimo che durante la conferenza stampa di lunedì scorso di Tomaso Montanari e Anna Falcone, questa parola sia venuta fuori, da loro, più di una volta.

Credibilità, insieme a coerenza e chiarezza.

Credibilità come valore fondante del progetto Brancaccio, perché se è vero che chiunque può fare manifesti e programmi dai fantasmagorici contenuti, è altrettanto palesemente certo che la coerenza e la credibilità personale di chi li interpreta, ovunque, ne è fondamentale.

Fondamentale perché, altrimenti, le persone stanno a casa, non votano e non partecipano, semplicemente.

Ecco, lo snodo è qui.

Ricordiamo allora che il segreto del successo della campagna del No, è stato proprio il “cambio di stile” citato da Montanari.

Cambio di stile nel proporsi uniti, senza più bandierine o etichette ma con lo spirito di squadra del fare per qualcosa di alto, per valori “alti”.

La credibilità come valore certo per riportare non solo persone ai seggi ma anche, semplicemente, a riascoltarla la politica da parte di chi ancora guarda a Sinistra, sia pur deluso e sconcertato.

Credibilità che non comporta i giochetti di bassa lega del trasformismo, del passare in periodi di tempo inferiori alla gravidanza di un coniglio a posizioni antitetiche, per strapuntini di potere da mantenere, conquistare o paura di perdere.

Che poi tanto, alla fine, accade che c’è chi crede ancora di parlare a un suo popolo mentre quel popolo dietro non ce l’ha più perché, silenziosamente se ne è andato, mentre i suddetti giochini erano in corso.

Non resta altro allora, cari miei, che pensate di rifondare, e velocemente, la Sinistra che mettersi, umilmente, come gli indiani con l’orecchio a terra ad ascoltare.

Ascoltare e prendere nota dell’emozione che si crea, per esempio, viva e reale, quando accade che a raccontare qualcosa di credibile sia in prima persona chi lo vive.

Esempio pratico una delle tante Assemblee in programma per le Cento Piazze del Brancaccio in Italia in questi giorni.

Nonostante il cinismo e la stanchezza, c’erano tanti di quelli che ci sperano ancora,che “non mollano”(come la sottoscritta) ma anche tante facce nuove, finalmente.

Sala piena e una bella atmosfera.

Interventi brevi, apertura di una ragazza che con me e tanti altri ha fatto campagna l’anno scorso.

Una con cui si è attaccato un cartello, per uno dei tanti eventi del No, dopo averlo scritto a pennarello cinque minuti prima, ad un palo, col nastro adesivo.

Una che la Costituzione la vive davvero col cuore tutti i giorni.

Poi, a seguire, altri.

Con la spontanea sincera emozione nel tremito anche della voce al microfono.

Interventi e poi proposte.. semplici, quasi scontate nel loro buon senso.

Insomma, per riportare questo enorme, sconcertato popolo della Sinistra a votare ci vuole quello che ha reso vincente la campagna del No. Ci vogliono passione, cuore, emozione, capacità di critica degli sbagli fatti nel passato, umiltà.

E credibilità, parecchia, perché non ci saranno altre chance.

E tornano in mente, attuali come non mai, le parole di Antonino Caponnetto al funerale di Paolo Borsellino:

È giunto il tempo.. delle grandi decisioni e delle scelte di fondo, non è più l’ora delle collusioni, degli attendismi, dei compromessi e delle furberie e dovranno essere uomini credibili e onesti, dai politici ai magistrati a gestire…. questa fase necessaria di rinascita morale.

Era il ’92.

Fa piacere, tanto, quindi sentir parlare, venticinque anni dopo, Tomaso Montanari di un nuovo Umanesimo globale, di una necessaria rinascita umana, sociale e politica.

Qualcosa di profondo, di cui abbiamo bisogno tutti per rifondare anche a Sinistra, dalle fondamenta, un “sentire” comune al di là del mero utilitarismo di una più o meno prossima scadenza politica.

Perché, parafrasando le meravigliose parole del giudice Livatino, per riuscire in questa sfida importantissima viene chiesto chiaramente a tutti noi che a vario titolo ancora ci impegniamo se in tutto questo fare, oltre a “crederci “, siamo e saremo anche davvero e assolutamente “credibili”.

A me pare il minimo.

Niente di meno richiede l’oggi.

Niente di meno.

Ti potrebbe interessare anche...