Sì al Brexit, Paolo Barnard: “Dopo l’Inghilterra tocca alla Francia e sogno l’Italexit”

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16 giugno 2016 ore 17:14, Andrea De Angelis
Manca un settimana al referendum inglese con il quale i cittadini saranno chiamati a scegliere tra la permanenza nell’Unione Europea o, viceversa, l’uscita dal vecchio continente. Un tema del quale si parla da mesi e che ha portato la Bce a muoversi per tempo. “Siamo pronti”, ha detto ieri Mario Draghi che così si trasforma (forse) da fuciliere a paracadutista.
IntelligoNews ha chiesto a Paolo Barnard un parere sulla consultazione che la prossima settimana coinvolgerà l’Inghilterra, ma riguarderà, come ovvio, tutta l’Europa…

Se lei fosse un cittadino inglese come voterebbe al referendum del 23 giugno?
“Sarei assolutamente per il Brexit”.

Perché gli inglesi dovrebbero votare per l’uscita dall’Europa?
“Un italiano dovrebbe sperare di poter votare immediatamente per un ‘Italexit’, ma oggi è un’utopia. Un cittadino inglese perché fa parte di un Paese che, al contrario di noi, ha tutte le potenzialità per poter sviluppare un’ottima economia e un’ottima vita democratica fuori da questa nomenclatura che ha distrutto un continente che era il secondo più ricco del mondo. Siamo dinanzi a un’Europa che sta crollando e ci si chiede perché un Paese come l’Inghilterra se ne vuole andare? La risposta la capirebbero anche in terza media”.

L’Europa, Italia compresa, ha da guadagnarci se l’Inghilterra esce?
“L’Europa non ha da guadagnare niente, ha da perderci e basta ed io spererei che ci perdesse il massimo. Cioè che ci fosse un effetto domino in base al quale questa Europa di Maastricht venga completamente distrutta. Spero che i francesi pretendano dal loro Governo un referendum di tale portata, perché sono gli unici in Europa ad avere la fibra per opporsi a questa nomenclatura spaventosa di Bruxelles”.

Immagino che si riferisca ai francesi scesi in piazza, non ai loro rappresentanti politici.
“Ma certo! E non solo oggi. Non viene mai ricordato che i francesi per ben due volte, non certo i loro politici, hanno bloccato dei trattati anticostituzionali, antiliberali, antisociali. Mi riferisco al famoso MAI, il Multilateral Agreement on Investment che tutti si sono scordati. I francesi scesero in piazza, gli italiani neanche sapevano cosa fosse. E bloccarono nel 2005 quella Costituzione europea insieme agli olandesi. Il popolo francese ha ancora la fibra per fare, spero, quello che stanno facendo gli inglesi.

Draghi da fuciliere a paracudista si dice pronto al Brexit. Davvero è così e per questo è stato fatto un provvedimento come il bail-in?
“Il bail-in lo stanno covando da molto tempo, fui il primo a denunciarlo a ‘La Gabbia’ di Paragone. La Bce lo fa con la Banking Union, un trattato europeo sovranazionale che verrà finalizzato tra pochissimo e verrà ratificato come sempre dal Parlamento italiano. Lì sono previste misure di bail-in devastanti per i cittadini. C’è una clausola che parla di bail-in dell’investitore, la gente si immagina che saranno i ricconi a salvare le banche, ma non è vero perché la clausola gli blocca l’8% delle perdite e tutto il resto ce lo mette lo Stato. Per quello che riguarda le misure di Draghi per rimediare ad una eventuale fuga dall’Europa, sì certo è stato annunciato il solito programma di intervento, ma questo è un segnale che i cittadini devono capire…”.

Sì al Brexit, Paolo Barnard: ‘Dopo l’Inghilterra tocca alla Francia e sogno l’Italexit’
Ovvero?
“Ormai non esiste più in questa Europa sciagurata, da cui gli inglesi giustamente se ne vogliono andare, un singolo asset per un singolo bene finanziario che stia in piedi senza interventi massicci da parte della Bce. Pensate al paradosso di questa nomenclatura che ha creato un sistema da Maastricht in poi dove la Bce doveva astenersi assolutamente da qualsiasi intervento monetario che non fosse la tutela dell’inflazione. Siamo arrivati ormai al comprare tutto perché se Draghi non compra, l’Europa crolla. Compra bond, asset. Tra un po’ si metteranno a comprare la frutta, la verdura, i petti di pollo! Il fatto che Draghi debba intervenire è un altro segnale di come l’Europa ormai sia marcia, non sta più in piedi”.

La parlamentare Cox, laburista inglese, è stata ferita in strada ed è in gravi condizioni. Nota è la sua posizione contraria al Brexit, secondo alcuni media locali l’attentatore avrebbe gridato ‘prima l’Inghilterra’ nel colpirla. C’è un clima particolarmente teso o siamo davanti a un folle?
“Questi sono folli, non possiamo cadere nelle speculazioni fantasiose di certi giornalisti italiani che trenta secondi dopo un fatto già hanno pronta la teoria del complotto. Escludo assolutamente che la campagna anti-Brexit abbia potuto assoldare un personaggio del genere per portare una valanga di voti”.

Non strumentalizziamo i folli.
“Esatto, non sta in piedi il complotto”.

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