C’è un tempo per le promesse?

di Sergio Bagnasco
L’OK al taglio dei parlamentari fu per PD e LeU il risultato di un patto col M5S in cambio della promessa di altre riforme che avrebbero compensato gli squilibri generati dalla riduzione del 36,5% dei parlamentari.
Le promesse sono senza tempo perché vanno sempre bene per addolcire la pillola, ma possiamo dire che si sta dimostrando fondato il dubbio che quel patto di potere fosse scellerato perché la Costituzione non può essere merce di scambio.
L’accordo si basava su quattro riforme che sono tuttora in alto mare, a dimostrazione della inconsistenza del patto di settembre 2019. Riforme che in ogni caso non possono mitigare i danni arrecati dal taglio dei parlamentari alla rappresentanza e al pluralismo.
I 4 punti:
– legge elettorale con soglia di sbarramento del 5%; in discussione abbiamo una legge poco proporzionale perché basata su 27 circoscrizioni che devono dividersi 391 deputati (perché gli altri 9 sono destinati a Estero e Valle d’Aosta); quindi una soglia implicita media reale del 6,9%, più alta di quella legale. Al senato la situazione è ancora peggiore perché 13 regioni eleggono da 14 a 3 senatori (più il Molise e la Valle d’Aosta che ne eleggono, come adesso, rispettivamente 2 e 1); in queste 13 regioni si va da una soglia del 7,14% al 33% per avere un eletto!
– ulteriore modifica dell’art 57 per introdurre il criterio circoscrizionale al Senato, fermo restando il numero minimo di senatori per regione e la ripartizione dei senatori sulla base della popolazione di ogni regione; la modifica proposta non potrà in nessun caso riequilibrare la rappresentanza compromessa con il taglio dei parlamentari.
– modifica dell’art 58 della Costituzione per allargare il voto al Senato anche ai diciottenni; modifica che prosegue l’andazzo in atto dal 1963 di omologare il senato alla camera riducendo ulteriormente le garanzie costituzionali.
– modifica dell’art 83 della Costituzione per ridurre il numero dei delegati regionali nella elezione del Presidente della Repubblica; si passerebbe da 58 a 39. Modifica che rende ancora più facile a una maggioranza parlamentare la totale autonomia nell’elezione del Presidente della Repubblica.
Questo accordo politico minimalista e incerto è emblematico del problema di fondo: l’uso strumentale che da decenni si fa della costituzione e della legge elettorale.
Oggi, dopo circa due mesi dal referendum, di quelle promesse non c’è nulla anzi tutto è in alto mare.
L’ultimo vertice di maggioranza ha registrato l’impantanamento perché Italia Viva vuole allargare l’accordo anche alla modifica del bicameralismo e alla sfiducia costruttiva.
Riguardo al bicameralismo se ne riparlerà quando ci sarà una proposta concreta da valutare; riguardo alla sfiducia costruttiva si può invece dire sin da adesso che in sé non serve a nulla considerato che i governi in Italia sono sempre cambiati per crisi extra-parlamentari. Nella storia della Repubblica sono solo due i governi finiti per sfiducia parlamentare e solo in questi due casi avrebbe agito la sfiducia costruttiva.
Siamo nel pantano e giusto per affondare di più il ministro per i rapporti con il parlamento (D’Incà, M5S) apre alle richieste renziane aggiungendo ulteriori modifiche costituzionali: la protezione dell’ambiente (che già c’è come attesta l’ampia giurisprudenza della Corte costituzionale), il referendum propositivo, che era stato sepolto dalle critiche già ai tempi del governo verde pisello, e la riforma del Titolo V che, considerato il momento di polemiche accese tra Stato e Regioni e il regionalismo differenziato in discussione, si presenta da solo come un argomento da intera legislatura. Ma tra meno di trenta mesi si torna al voto … con il Rosatellum? Intanto il Governo dovrà mettere a posto i collegi del Rosatellum per adeguare la legge elettorale al taglio dei parlamentari.
Ciliegina sulla torta, c’è in ballo la modifica dei regolamenti parlamentari: se non si attua questa modifica entro questa legislatura, il funzionamento del prossimo parlamento sarà seriamente compromesso.
Morale della favola, se la politica illude, produce delusione e rabbia, i ricostituenti del populismo

https://www.facebook.com/sergio.bagnasco.5?__cft__[0]=AZVxXQXfVobGJK7XtMqTrmOxmNju2T7zsW2WAnbvaL_Igr7B-jw3cXzrBHKzL_5kY6vWJMRdQPeHN4nMoFlVijzI_56WR0cp_f7rTK_8c4diFmwb2MeZYYO0bCGK9QN-KPiahkXWY1ZyP6I_UFN178gc_lb7StoxBxfQECQN_B2Bzw&__tn__=-UC%2CP-R

Ti potrebbe interessare anche...