Ci vuole impegno concreto e lungimiranza delle “sardine”per costruire una politica atta a risolvere i problemi del Paese

.Come ci ricorda Micromega in un articolo di oggi, in passato vi sono state diverse mobilitazioni sull’onda del disagio verso politiche e politici che hanno susscitato indignazione e rabbia, ma, purtroppo “nessuna di queste mobilitazioni ha lasciato traccia, è diventata movimento, ha sedimentato in presenza politica. Una fiammata, anche ciclopica, sempre entusiasmante, che un deposito lo lascia certamente negli animi dei partecipanti, ma politicamente parlando poi più nulla.

Tutte queste mobilitazioni della società civile, in sostanza, erano affette da un limite, che politicamente ha pesato come menomazione insormontabile e dissipativa. Hanno sempre oscillato tra l’idea di costituire un pungolo di rinnovamento (anche radicale, ma possibile) dei partiti della sinistra esistenti (in primis i Ds>Pd) o di doverne rappresentare un’alternativa, data l’irrecuperabilità degli apparati.

La prima ipotesi è stata sistematicamente vanificata dai Ds>Pd stessi, il cui apparato non hai mai tollerato innesti dalla società civile che intaccassero anche marginalmente il sistema interno di potere. La seconda ipotesi non ha potuto vedere la luce neppure in forma embrionalissima per la catafratta Nolontà di questi di partecipare in modo costruttivo e progettuale alla vita politica, che in una democrazia parlamentare significa dar vita a liste elettorali.

Avete registrato il marchio, siete quindi consapevoli che può avere un valore, che in politica significa avere un futuro. Lo avete già concesso a chi sta promuovendo analoghe mobilitazioni a Modena e Firenze, e avete dichiarato che “siete subissati di richieste”. Arricchitelo con un progetto programmatico, almeno con il suo scheletro, perché non resti un movimento solo “contro” (identificare i nemici è importante, sia chiaro), ma anche “per”.”

Credo anch’io che questa sarebbe la strada da seguire, anzi dirò di più: non basta un programma elettorale per cercare di costruire una solida alternativa al marciume che ci circonda. Io penso che bisognerebbe lavorare da subito a costruire qualcosa di più solido su basi ideali condivise, partendo dalla volontà di volere finalmente attuare la nostra Costituzione, che deve costituire il fondamento stesso di un eventuale partito, che si riallacci ai suoi valori, che sono propri di una sinistra vera.

Mobilitarsi e nel contempo cominciare a lavorare per gettare le basi solide con una visione chiara del futuro che vogliamo.

C’è bisogno di ricominciare a capire come superare le diseguaglianze e provare a indicare una strada per la redistribuzione della ricchezza e di come creare lavoro nel rispetto dell’ambiente, che deve essere la priorità delle priorità.

Capire dove si vuole andare è un passo avanti per realizzare un programma politico, parallelamente alla mobilitazione nelle varie città, che saranno poi chiamate a partecipare alla elaborazione di un pensiro di sinistra e a un programma per punti essenziali, ma non generici (quali misure per combattere la diseguaglianza? Quali strumenti mettere in atto per la salvaguardia dell’ambiente, quali capisaldi per risolvere il problema della disoccupazione, per combattere la criminalità organizzata e la corruzione, quali capisaldi per una riforma della giustizia? E per la guerra alla grande evasione? Ecc.).

La cosa che ritengo fondamentale è, però, che si torni a fare politica come servizio e non come sistemazione personale. Abbiamo sotto gli occhi ogni santo giorno cosa ha comportato questa devianza e alla luce della drammatica realtà che stiamo vivendo dobbiamo essere coscienti della necessità di un radicale cambiamento di visione e di impegno.

Questo, come scrive Micromega, è un orizzonte possibile, serve solo Auguriamoci allora che ciò possa accadere per tutti.

Nella Toscano

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