Il decreto sulla Fase 2 è demenziale, il Paese si rivolterà

Non sappiamo come muoverci, quanti tamponi verranno fatti, quanti nuovi ventilatori si produrranno, come si conterrà il contagio. Intanto si puniscono bar e ristoranti o chi sta preparando la stagione estiva. Il governo dimostra di non conoscere l’Italia: non la controlla né la guida.
Peppino Caldarola
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27 Aprile 2020
Ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2020 alle 08.44
Questo decreto, illustrato la sera del 26 aprile a reti unificate dall’avv0cato Giuseppe Conte, conferma che il governo non conosce il Paese né lo controlla e lo guida. Sarebbe stato meglio dire che la quarantena si prolungava per tot di giorni. Invece si è scelta una minuziosa casistica che si infila nella vita delle persone, delle famiglie, del loro rapporto con la religione, che punisce chi ha bar e ristoranti o sta preparando la stagione esistiva.
Non sappiamo come muoverci e per andare dove. Probabilmente il governo sa di non avere mascherine. Avrebbe potuto chiedere a un paio di aziende italiane di produrle e pagargliele profumatamente, invece si è affidato a intermediari come la signora Pivetti o quello che ha preso in giro Nicola Zingaretti. Non sappiamo quanti nuovi ventilatori vengono prodotti al giorno. Quanti tamponi si intende fare per circoscrivere l’eventuale portatore di contagio. Si va avanti con la stessa attrezzatura di prima mentre negli altri Paesi si sono dotati di più strumenti.
Le nuove regole sono demenziali, scritte da chi non ha mai avuto una famiglia o la disprezza. Che vuol dire che io posso raggiungere i miei familiari nel comune in cui risiedo senza fare assembramenti? Se io, cittadino qualsiasi, ho la mamma, il papà un fratello e una sorella e contorno di cognati e nipoti che faccio, li vedo o no? (Per chiarezza sono orfano). E se li vedo a casa mia, chi decide che è un assembramento? Il vicino di casa-spia? Devo aspettarmi che suoni il campanello e un giovane carabiniere, magari quello che interruppe la messa o che tira per il braccio il povero podista, entra in casa e decide chi può stare con la nonna e chi deve andare via? Cari Conte e Boccia ma dove vivete?
L’EPIDEMIA SI CONTRASTA CON LA MEDICINA TERRITORIALE

Il Paese, che è stato finora responsabile, non ce la fa più. Abbiamo una gioventù entusiasmante che non ha violato regole, è rimasta in casa, ha fatto lezioni col computer, che rispetta le regole e che esercita un autocontrollo sui più discoli di loro e a questi ragazzi che gli diciamo: fine pena mai? Io non voglio salire in cattedra, so poco – e comunque so quello che sanno i ministri – ma la questione è semplice. O non siamo usciti dalla Fase 1 e allora lo dite, o se stiamo uscendo fate cose più coraggiose.

Bisogna rivoluzionare di fatto il sistema sanitario

Da quel che leggo sui Paesi normali la epidemia si contrasta con la medicina territoriale, con migliaia di medici di famiglia (assumeteli!) che diagnosticano e danno i rimedi necessari. Poi coi tamponi si circoscrivono le piccole e grandi zone rosse. Poi c’è l’ospedale, non più sovraffollato. Bisogna di corsa riconvertire aziende affinché producano mezzi sanitari – diciamo grazie alla Ferrari ma forse altre ditte senza lavoro possono prendere il suo posto –, bisogna rivoluzionare di fatto il sistema sanitario.
Nominate per chiamata, comune per comune, un certo numero di medici di famiglia con un carico decente di pazienti. Chi ha migliaia di pazienti non è un buon medico di famiglia. Oggi viene prima il territorio e smettete di costruire cardiochirurgie in ogni città e di chiudere ospedali di prossimità. Ci vogliono 60 giorni per fare questo. Sennò preparatevi a governare una protesta globale fatta di voglia di libertà e di reazione alla miseria. E voi non siete in grado di reggere questo urto. E Sergio Mattarella lo sa.

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