Foibe, Slovenia e Croazia contro la frase di Tajani «viva l’Istria e la Dalmazia italiane


Proteste formali dei governi di Lubiana e Zagabria, inviata una lettera a Mattarella. Il presidente dell’Europarlamento: «Commemoravo le vittime, non ho fatto rivendicazioni territoriali»
Foibe, Slovenia e Croazia contro la frase di Tajani «viva l’Istria e la Dalmazia italiane Antonio Tajani alla commemorazione delle vittime foiba di Bassoviz

Nuovo incidente diplomatico per l’Italia, questa volta con Slovenia e Croazia. Le autorità dei due paesi dell’ex Yugoslavia non hanno chiarito le parole del presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani che in occasione della giornata di commemorazione delle vittime delle foibe si era lasciato andare a un proclama «Viva l’istria italiana, viva la Dalmazia italiana, viva gli esuli italiani». I governi di Lubiana e Zagabria hanno protestato ufficialmente, il presidente della repubblica sloveno Borut Pahor ha anche inviato una lettera di chiarimenti a Sergio Mattarella.
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La Slovenia: «Retorica preoccupante»

Nel suo messaggio Pahor esprime «preoccupazione per le dichiarazioni inaccettabili da parte di rappresentanti di alto livello della Repubblica italiana in occasione della commemorazione delle vittime delle foibe che vogliono creare l’impressione che sia stata una pulizia etnica». «Non e’ la prima volta – ricorda il presidente sloveno nella lettera diffusa dall’agenzia di stampa Sta – che le dichiarazioni di alcuni politici italiani suscitano sdegno e preoccupazione in Slovenia, ma e’ preoccupante l’uso di retorica in un periodo in cui Italia e Slovenia devono difendere dalla tante sfide il progetto comune europeo». In questo contesto, osservato Pahor, e’ necessario fare uno «sforzo speciale» per respingere qualsiasi dichiarazione o comportamento contrario al progetto europeo. Il primo ministro sloveno ha parlato di «revisionismo storico senza precedenti».

La Croazia: «Revisionismo inaccettabile»

Anche il ministro degli esteri croato, Marija Pejcinovic Buric, ha condannato le parole pronunciate da Tajani affermando che si tratta di un «revisionismo storico inaccettabile, soprattutto perché proviene da un alto funzionario che rappresenta il Parlamento europeo», una delle istituzioni dell’Ue, che, ha ricordato, «è stata fondata con l’intenzione ch in Europa non si ripetano mai più le guerre». «Tali dichiarazioni sono assolutamente inappropriate, soprattutto se espresse dal presidente del Parlamento europeo», ha aggiunto. Per Pejcinovic Buric simili messaggi possono giovare solo a coloro che vogliono un’Europa diversa da quella che da sempre viene costruita dall’Unione europea. «Sono contrari allo spirito della riconciliazione, della convivenza e di tutti i valori della civiltà su cui è stata costruita l’Ue».

Il chiarimento di Tajani

Antonio Tajani, dal canto suo, poco dopo ha voluto chiarire il senso delle sue affermazioni pronunciate davanti al monumento che a Bassoviza ricorda le vittime italiane delle foibe. Il presidente dell’Europarlamento ha detto che le sue frasi non alludevano a una rivendicazione territoriale. «Domenica ho partecipato alla commemorazione della giornata del ricordo – ha detto Tajani – . E’ una celebrazione solenne istituita da una legge dello Stato italiano del 2004. Come ha ricordato il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, sabato scorso nel suo discorso al Quirinale, celebrare la giornata del ricordo, significa rivivere un capitolo buio della storia nazionale e internazionale. Non si trattò di una ritorsione contro i torti del fascismo. Perche’ tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni’». «Con la mia presenza ho voluto ricordare le migliaia di vittime, principalmente italiane, ma anche croate e slovene, di quella che va considerata una tra le tragedie piu’ efferate del secolo scorso».

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