Gli assistenti civici

Antonello Caporale
Ieri alle 09:49

Avranno la fascia tricolore al braccio? Oppure il giubbotto catarifrangente, di quelli in uso sulle strade? E il fischietto? E il berretto?

Ci sono tanti modi per sbagliare, e altrettanti per spendere i soldi. Ma in un colpo solo l’idea del ministro per le Regioni Francesco Boccia e dell’Anci, rappresentata da Antonio Decaro, le unisce e le collega. Ingaggiare, speriamo a tempo determinatissimo, sessantamila cosiddetti “assistenti civici”, assegnandogli il compito di fare i guardoni, i custodi del buon costume (distanziamento e mascherina) anti Covid è un’idea sbagliata.

Sia Boccia che Decaro, tra l’altro due politici pugliesi, sanno che l’Italia è già presidiata dal numero più alto in Europa di militi in rapporto alla popolazione. Abbiamo la polizia urbana, quella provinciale, quella venatoria, quella forestale, quella sanitaria, quella stradale, quella statale. E poi i carabinieri, e poi la guardia di finanza, e poi l’esercito per garantire le cosiddette “strade sicure”. Bisognerebbe infatti chiedersi come mai a tanta dotazione di pubblica sicurezza corrisponda un generale tasso di elevata insicurezza.

Immaginare adesso di aggiungere a questo calderone di pubblici ufficiali anche sessantamila vigilanti senza arte né parte, trasformarli un po’ in pasdaran dello Stato etico, giudizioso, responsabile, pare una formidabile minchiata.

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