Il mondo delle professioni e la sinistra.

Il mondo delle professioni e la sinistra.

pubblicata da Nella Toscano il giorno domenica 1 maggio 2011 alle ore 17.07

Oggi in questo primo maggio mi pare opportuno accendere i riflettori sul   lavoro che non c’è   nel nostro paese, che sforna sempre più disoccupati e sempre più precari privi di qualsiasi tutela e con prospettive nere per il futuro; il tutto aggravato da una crisi senza precedenti a cui il governo non ha saputo dare risposte adeguate per portarci fuori dal tunnel in cui siamo precipitati e con la prospettiva non rosea di una prossima finanziaria di 40 miliardi di euro. Il che, tradotto, significano ancora tagli su tagli, che questo governo, ci possiamo scommettere, farà in maniera indiscriminata.
Quindi un primo maggio cupo, come il cielo di Palermo di oggi, che non lascia presagire niente di buono.
Mi preme richiamare l’attenzione su una categoria di lavoratori, di cui nessuno si occupa, e  che nel nostro Paese non godono di nessuna tutela :  sono i  professionisti ,laureati, senza tutele, obbligati spesso a scegliere la libera professione pur di lavorare, quasi mai soddisfatti del loro lavoro e dei loro ordini professionali. “ Professionisti italiani o aspiranti tali, cinque milioni e mezzo di lavoratori del nostro Paese costretti – senza grandi differenze tra autonomi e dipendenti – a fare i conti con un’economia che non riconosce competenze e compensi adeguati. E soprattutto, in tanti (i due terzi) pronti a scappare anche all’estero se questo servisse a migliorare le proprie condizioni di lavoro e di vita.” Di questi, come si legge sull’Unità di ieri, il 50% vivono sotto la soglia di povertà.  L’ultimo rapporto    dell’Ires   delinea  il quadro in chiaroscuro delle professioni in Italia, con scenari in alcuni casi inediti. “Dati su dati che sovvertono il tradizionale clichet del professionista affermato (appena il 17 per cento degli intervistati si sente tale), con la maggior parte costretta a fare i conti con redditi bassi (l’83 per cento guadagna sotto i 30 mila euro all’anno) e prospettive di carriera minime quando sono alle dipendenze. …
Lavoro intermittente. Nell’indagine promossa dalla Consulta delle professioni della Cgil e dalla Filcams e presentata questa mattina a Roma, si scoprono le condizioni di categorie spesso diversissime tra loro, ma assillate da identiche difficoltà e preccupazioni: come avere compensi equi, ma soprattutto tutele sociali in caso di malattia, infortunio, maternità, disoccupazione. Tanto più, che 6 liberi professionisti su 10 dichiara di essere stato costretto ad alternare lavoro e periodi di disoccupazione anche lunghi negli ultimi cinque anni, con punte dell’ 88 % tra gli operatori dello spettacolo. “
Questa situazione dovrebbe allarmare chiunque, perché stiamo parlando di 5 milioni e mezzo di persone, ed invece nessuno se ne preoccupa più di tanto e tanto meno la sinistra.
Invece io penso che bisogna farsi carico anche di questo disagio per cercare di risolverlo, piuttosto che rincorrere  le smanie liberiste della destra.
Per risolverlo, credo,  ci sono tanti modi. Uno di questi potrebbe essere quello di stabilire la totale incompatibilità tra lavoro professionale e lavoro dipendente. Insomma evitare che il lavoro si accumuli sempre e solo nelle stesse mani di quei professionisti che occupano  posti di rilievo nella pubblica amministrazione e/o che  hanno legami politici o di altra natura e che alla fine  riescono a fare piazza pulita su tutto. Certo questo da solo non risolverebbe il problema, ma già   fare delle regole certe da far rispettare   aiuterebbe   molto i giovani e non solo loro a trovare lavoro.
Anche gli Ordini professionali vanno ripensati:   perché dovrebbe essere consentito ad un professore universitario essere iscritto ad un Ordine professionale ed addirittura di essere  eletto presidente e quindi a rappresentare i liberi professionisti, mentre lui è un dipendente dello stato con lauto stipendio dello stato e  con incarichi professionali di rilievo?
Possiamo mai pensare che in questa doppia veste farà gli interessi dei liberi professionisti?
Io penso di no!
Allora mettiamoci in testa che se vogliamo risolvere veramente i problemi dobbiamo cominciare con il fare regole certe, chiare ed inderogabili e bisogna cominciare proprio a  mettere  ordine in queste cose per fare spazio a tutti coloro che hanno capacità e competenze, per  dare a tutti le stesse opportunità di lavoro e le stesse tutele.
Se la sinistra ha come obiettivo quello di tutelare la parte più debole della società io penso che se vuole vincere deve cominciare a guardare anche a questo variegato mondo delle professioni e deve cominciare a farlo proprio  cominciando a pensare alle regole uguali per tutti. Perché senza l’uguaglianza e la libertà non si costruisce niente di buono.
Nella Toscano

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