In 500.000 a Roma per dire no al “Patriarcato”!

In 500.000 a Roma per dire no al “Patriarcato”!
Ecco trovata la parola magica per mobilitare centinaia di igliaia di persone in Italia!
E’ bastato che la pronunciasse la sorella di Giulia ed è stata subito mobilitazione, addirittura contro il “patriarcato”, istituto che pensavamo appartenesse al passato!
Strano no?
Ci sono stati moltissimi femminici, ma nessuno si è mosso per mobilitare tanta gente, nemmeno nel caso dell’omicidio di una donna incinta, uccisa poco tempo fa dal suo compagno: un delitto doppiamente mostruoso. Nemmeno i mezzi di informazione che oggi vediamo così platealmente impegnati nel racconto di questo delitto e nelle interviste dei papà e della sorella,che non si sono sottratti a questo rito, anzi!
Non vi è stato Tg, talk show e vari programmi di intrattenimento, di approfondimento, comizi e interventi di politici di tutti i colori, che hanno persino sfoggiato il nastro rosso, che non siano intervenuti in tutte le occasioni pubbliche per condannare “il patriarcato” !
E che dire di un ministro che ha subito trovato il modo di risolvere il problema istituendo 12 ore all’anno di educazione “sentimentale” nelle scuole?
Dilettanti allo sbaraglio, questo sono i nostri politici, capaci solo di sfornare leggi su leggi senza costrutto, che piuttosto che risolvere creano danni più gravi. Inasprire le pene, infatti, non risolverà il problema dei femminicidi, ma di sicuro avremo una legge di stampo fascista!
E’ evidente comunque che il delitto di Giulia lo si sta utilizzando da parte di tutti per distogliere gli italiani da altri problemi gravissimi, come le guerre in atto, in cui siamo impegnati anche con enormi esborsi economici, dove stanno morendo migliaia di bambini e donne, di cui nessuno ha pietà e di cui nessuno parla.
Serve anche per distogliere l’attenzione da una finanziaria disastrosa che impoverirà molti, e serve soprattutto a distogliere l’attenzione dal disegno criminale dell’OMS. E’ bene sapere che se il nostro Paese non dovesse dire di no entro il 30 novembre perderemmo definitivamente la sovranità sanitaria e la nostra libertà di cura. Ecco perché bisogna parlare di Giulia e di “patriarcato”, che qui c’entra come i cavoli a merenda. Aprire gli occhi e non lasciarsi trascinare da chi specula su una tragedia per ignobili interessi politici.
In migliaia a Roma dire non una di meno e nessuna mobilitazione per la difesa della sovranità sanitaria e con essa la nostra libertà di scelta della cura, questo è il vero dramma di questo sfortunato Paese.
E’ bene sapere che se il nostro governo non dovesse bocciare questa proposta possiamo stare certi che in un prossimo futuro ci saranno troppi di meno.
Purtroppo gli assassini non sono solo i “patriarchi,” ma anche un sistema sanitario pilotato dall’alto da cui sarà impossibilie difendersi.
Per quanto riguarda i femminicidi, penso che non è un problema facile da risolvere, almeno fino a quando non si capirà che dovrà essere la famiglia ad educare i giovani, a sapere dire dei no, per far crescere gli uomini di domani rispettosi dei diritti di tutti. Non potrà mai essere la scuola a impartire l’educazione sentimentale, perchè è materia che si può apprendere solo con l’esempio che viene appunto trasmesso dalla famiglia, non solo dai genitori, ma anche dagli zii, dai nonni, proprio come avveniva quando vigeva il rispetto, la solidarietà umana, l’amore vero e quando c’erano regole da rispettare e fare rispettare.
Tornare indietro per andare avanti e lasciare che la scuola faccia il suo mestiere,che è quello di formare, di aiutare i giovani a costruirsi un pensiero proprio.
N.T.

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