La rivoluzione necessaria!

Ci vuole la rivoluzione, afferma Civati in un articolo apparso oggi sul il fatto quotidiano, ed io ne sono altrettanto convinta, perchè quello che sta succedendo in Italia sta minando alla base la nostra democrazia.

L’attacco alla scuola pubblica ne è la prova lampante e quanti ancora, chiusi nei tre quattro palazzi di porete e nelle segreterie di due partiti, per dirla con Civati, se ne dovrebbero rendere conto e dovrebbero farlo prima che il nostro paese precipiti in una rivolta.

I segni del malessere ci sono tutti e un ministro irresponsabile ed arrogante come la Gelmini nella conferenza stampa di ieri non ha fatto altro che soffiare sul fuoco con tutta l’arroganza e l’insensibilità del suo intervento, che ha dimostrato di non tenere in conto il dramma che moltre famiglie di precari stanno vivendo, messi alla porta da un giorno all’altro senza tanti complimenti per fare quella che lei ha definito “la riforma epocale”.

Si certo , riforma epocale questa voluta dalla destra certamente lo è , anzi più che di riforme epocali dobbiamo cominciare a parlare, senza tema di essere smentiti, di ritorno allo stato fascista. E che altro sarebbero le riforme scolastiche invocate anche dalla Confindustria, che chiede il controllo e la gestione degli istituti tecnici, se non una riforma da stato fascista?

Come possiamo pensare di cambiare le cose se non saremo capaci di ribaltare tutto questo devastante programma che getterà sul lastrico migliaia di famiglie precipitandole nella povertà e nella disperazione?

Qui ci vuole la rivoluzione e come dice Civati, “la rivoluzione deve partire dalle cose che vanno peggio, proprio perchè ci sono ampi margini di miglioramento” e la scuola è una di queste!

E poi, certo, ci sono le mille altre cose che non vanno e che nessuno (intendo l’opposizione) ha il coraggio di denunciare e molti cittadini ancora immersi nel torpore delle favole Berlusconiane non ne avvertono l’urgenza e forse nemmeno l’esigenza.

E per dirla ancora con Civati, la rivoluzione ci vuole, ma perchè sia una rivoluzione vera, deve riguardare prima di tutto noi stessi e vuol dire che noi dobbiamo fare proprio il contrario di quello che abbiamo fatto fino ad adesso, perchè, non dimentichiamo, che le colpe di questo sfascio, è vero, le portano in misura maggiori questa classe dirigente ed i partiti così come sono pensati e gestiti, ma anche noi tutti, che abbiamo dato una delega in bianco senza chiedere conto a nessuno del loro operato.

Tornare a essere noi stessi i protagonisti di questa rivoluzione e del cambiamento è fondamentale, avendo ben chiaro che bisogna riscrivere le regole da rispettare e far rispettare da una classe dirigente all’altezza della sfida, della cui scelta ci dobbiamo assumere l’onere e la responsabilità, evitando di cedere alle facili lusinghe dei vari politicanti, che abbondano nel panorama politico Italiano, per tornare a progettare ed a realizzare un futuro più giusto e solidale.

Nella Toscano

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