“L’Onu è scomparsa, l’ordine mondiale è saltato e gli Stati seguono le convenienze”
Gianluca Pastori, docente di “Storia delle relazioni politiche fra il Nord America e l’Europa” alla Cattolica di Milano: “Con l’11 settembre e la guerra al terrore le Nazioni Unite sono diventate un’organizzazione umanitaria”. L’assenza del segretario generale Ban Ki-moon è “imbarazzante”, l’ordine internazionale è saltato e gli Stati Uniti non vogliono più fare il “poliziotto del mondo”: “E’ diventato troppo costoso”
Un quadro internazionale saltato. L’Onu assente e una serie di conflitti che esplodono un po’ ovunque, soprattutto in Medio Oriente ma anche in altre parti del mondo, senza che ci sia una presa di responsabilità collettiva da parte dei vari organismi statali e con gli Stati Uniti che cercano di mantenere, sempre più faticosamente, il loro ruolo di arbitro. E’ questo secondo Gianluca Pastori, docente di “Storia delle relazioni politiche fra il Nord America e l’Europa” alla Cattolica di Milano, lo stato degli affari mondiali. La frammentarietà, l’assenza di politiche condivise, la rincorsa dei rispettivi “piccoli interessi” sembrano anzi essere i caratteri salienti del mondo post-Seconda guerra mondiale, post-Guerra Fredda ma anche post-11 settembre. Quello che un tempo veniva definito “ordine mondiale“, insomma, non c’è più.
“Un dato sicuramente evidente di questi mesi, anzi di questi anni”, secondo Gianluca Pastori, “è lascomparsa dell’Onu“. Questo segretario generale, Ban Ki-moon, si è segnalato per la sua “assenza imbarazzante” ogni volta che una crisi è scoppiata da qualche parte del mondo. Non fa eccezione la vicenda recente dell’Iraq. Il Consiglio di Sicurezza si è limitato a condannare le azioni dei militanti dell’Isis e a minacciare sanzioni contro chi arma e finanzia gli islamisti. “In realtà le Nazioni Unite hanno di fatto delegato agli Stati Uniti la gestione della crisi; come hanno fatto ogni volta che, negli ultimi anni, si è presentato un problema”.
Si tratta a giudizio di Pastori di un triste epilogo per molte delle ambizioni che avevano caratterizzato l’azione dell’Onu negli anni Novanta. “Allora si era sperato che l’Onu tornasse a essere un’organizzazione politica, che ai sensi del suo statuto operasse per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali”. Dalla fine degli anni Novanta, e poi soprattutto con l’11 settembre e la war on terror, le cose cambiano. Il ruolo politico decade, i tentativi di governare politicamente i conflitti falliscono e l’Onu “diventa sostanzialmente un’organizzazione umanitaria“. La conferma viene, in queste ore, dalla scelta di stabilire un gigantesco ponte aereo, su strada e via mare per aiutare il mezzo milione di profughi nel nord dell’Iraq. Una nobile operazione umanitaria, “ma non politica”.