NO al taglio dei Parlamentari per salvare la democrazia …

Che la partita per il referendum sia ancora tutta a perta a me sembra del tutto evidente, soprattutto dopo le recenti posizioni dell’Espresso e un timido accenno di Repubblica, come ci ricorda Alfonso Gianni.

E’ vero che accorpando le elezioni regionali con il referendum è stato un gesto sbagliato, anche dal punto di vista costituzionale. Mai era successo che si accorpassero elezioni di rango diverso, come la campagna per il rinnovamento dei consigli regionali e il referendum che, invece, è di rango costituzionale. Il fine di tale improprio accorpamento non è altro che la volontà del governo e della maggioranza di volere portare a votare il maggior numero di elettori, sperando nel trascinamento di quelli che votano per la compagine governativa.

La cosa che a me sembra più grave è che sarà difficile potere separare la battaglia politica per le regionali da quella referendaria, che, ovviamente, vertendo su temi assolutamente diversi, può confondere i cittadini, almeno la parte meno acculturata .

Oltre a ciò, c’è anche il problema della poca visibilità che dei comitati promotori del NO e ancora di più la difficoltà di dovere condurre un battaglia in piena estate, con tutti i problemi che ciò comporta.

Tutto questo richiede un impegno massimo da parte dei promotori del NO, essendo consapevoli che un eventuale vittoria del si sarebbe disastrosa per il nostro Paese.

Infatti, ridurre i parlamentari significa tagliare la democrazia e lasciare molti cittadini, in diverse zone del Paese, senza alcuna rappresentanza. Se si pensa poi che abbiamo una legge elettorale che tende ad escludere le formazioni più piccole, che non sono in grado di raggiungere almeno il 10% ,si può comprendere come ciò vada a incidere assai negativamente sulla democrazia rappresentativa.

Appare del tutto evidente che giustificare il taglio con risparmi economici è del tutto falso e fuorviante. Infatti, il risparmio per ogni cittadino in un anno sarebbe poco meno di un caffè. I grillini insieme a tutti i partiti che hanno votato per questo taglio sanno bene che si risparmierebbe di più tagliando i loro emolumenti, ma, evidentemenete, si guardano bene dal farlo, chiediamoci perchè?

Sarebbe molto più facile tagliare gli stipendi loro presentanto un semplice disegno di legge, che non essendo di rango costituzionale, potrebbe essere approvato subito dal Parlamento. Eppure nessuno lo propone e non è difficle capire il perchè.

N.T.Che la partita per il referendum sia ancora tutta a perta a me sembra del tutto evidente, soprattutto dopo le recenti posizioni dell’Espresso e un timido accenno di Repubblica, come ci ricorda Alfonso Gianni.

E’ vero che accorpando le elezioni regionali con il referendum è stato un gesto sbagliato, anche dal punto di vista costituzionale. Mai era successo che si accorpassero elezioni di rango diverso, come la campagna per il rinnovamento dei consigli regionali e il referendum che, invece, è di rango costituzionale. Il fine di tale improprio accorpamento non è altro che la volontà del governo e della maggioranza di volere portare a votare il maggior numero di elettori, sperando nel trascinamento di quelli che votano per la compagine governativa.

La cosa che a me sembra più grave è che sarà difficile potere separare la battaglia politica per le regionali da quella referendaria, che, ovviamente, vertendo su temi assolutamente diversi, può confondere i cittadini, almeno la parte meno acculturata .

Oltre a ciò, c’è anche il problema della poca visibilità che dei comitati promotori del NO e ancora di più la difficoltà di dovere condurre un battaglia in piena estate, con tutti i problemi che ciò comporta.

Tutto questo richiede un impegno massimo da parte dei promotori del NO, essendo consapevoli che un eventuale vittoria del si sarebbe disastrosa per il nostro Paese.

Infatti, ridurre i parlamentari significa tagliare la democrazia e lasciare molti cittadini, in diverse zone del Paese, senza alcuna rappresentanza. Se si pensa poi che abbiamo una legge elettorale che tende ad escludere le formazioni più piccole, che non sono in grado di raggiungere almeno il 10% ,si può comprendere come ciò vada a incidere assai negativamente sulla democrazia rappresentativa.

Appare del tutto evidente che giustificare il taglio con risparmi economici è del tutto falso e fuorviante. Infatti, il risparmio per ogni cittadino in un anno sarebbe poco meno di un caffè. I grillini insieme a tutti i partiti che hanno votato per questo taglio sanno bene che si risparmierebbe di più tagliando i loro emolumenti, ma, evidentemenete, si guardano bene dal farlo, chiediamoci perchè?

Sarebbe molto più facile tagliare gli stipendi loro presentanto un semplice disegno di legge, che non essendo di rango costituzionale, potrebbe essere approvato subito dal Parlamento. Eppure nessuno lo propone e non è difficle capire il perchè.
Nella Toscano

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