Paolo Crepet rompe il silenzio su Filippo Turetta: “Lui è…” (2 / 2)


A dire la sua su Filippo Turetta, in una lunga intervista rilasciata a Il Messaggero, è stato Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, con la saggezza che lo ha sempre contraddistinto. L’esperto ha subito fatto delle premesse, dicendo: “Non conoscendo quel ragazzo, non mi avventuro in nessuna diagnosi”. Crepet non ritiene che si sia trattato di un raptus, precisando: “I raptus sono nei fumetti”. Non se la sente di esprimersi, Crepet, sul caso specifico, augurandosi solo che non abbia inizio la solita storia di periti e contro-periti, poiché ” sarebbe insopportabile per chi ha voluto bene a quella povera ragazza”. Sulla parola “innamorato,” in relazione ai sentimenti che Turetta continuava a provare nei confronti di Giulia, a detta dei suoi conoscenti, lo psichiatra ha un’idea ben precisa, tuonando: “In questo contesto la parola innamorato proprio non la userei. Il solo pensare che una ragazza sia come una motocicletta, una proprietà, non c’entra niente con l’innamoramento. È una concezione medievale”.
Eppure è successo, e indipendentemente dalla collocazione geografica del femminicidio. Questo, per Crepet, vuol dire che “ la violenza e il pregiudizio nei confronti della donna non hanno nulla a che vedere con quello che dicono i soliti quattro sociologhi. Qui siamo nel cuore del Nordest. Ci sono le villette, i giardini ben curati, un mondo che pensavamo essere privilegiato. E felice. Invece no. Abbiamo i soldi, ma non la felicità. Ci sono giovani che non sanno distinguere i sentimenti: come si può parlare di amore quando fai quaranta telefonate a una ragazza?”.
Lo sbaglio commesso dai genitori? Crepet non ha dubbi: “Sbagliano a giustificare sempre e comunque i figli. I ragazzi vanno male a scuola? Poverini. Prendono un’insufficienza? Colpa dei professori. Vengono bocciati? Ricorso al Tar. Abbiamo creato dei ragazzi che non conoscono la frustrazione, che non sanno che esistono anche i no”. Una lunga intervista, quella rilasciata a Il Messaggero dallo psichiatra, che va a trattare i rapporti scuola-genitori, sui quali non ammette interferenze, e la paura del ghosting, un fenomeno sempre più diffuso sui social.
Nel momento in cui gli viene chiesto cosa consiglierebbe ai genitori, Crepet tuona: “Anche ai genitori europei, perché non è che negli altri paesi la situazione sia tanto diversa: smetterla di tutelare i loro figli. Sa che cosa rispondo a quei padri e a quelle madri che mi chiedono un consiglio? Di fare l’esatto contrario di quello che stanno facendo”.
L’ansia di tutelare i figli è legata, a detta dello psichiatra, ai sensi di colpa su tutto, pensando di non averli difesi abbastanza, quando “invece dovrebbero dire: arrangiatevi”. Sul Filippo Turetta e Giulia Cecchettin, ha un’idea ben precisa. Pur non ritenendosi un mago, ritiene che i raptus esistano solo nei fumetti e che “Non si diventa lupo in una notte”. Come può una giovane donna come ad esempio lo era Giulia percepire questi segnali? Non è necessario, dice, ricorrere allo psicanalista, precisando : “Basta un’amica, ma serve tempo. E non ci si aiuta in chat, ci si aiuta andando a fare un passeggiata, stando assieme, parlando. Vale anche per l’ultimo appuntamento: non si va mai da sole, si va con qualcun altro, ma questo comporta essere complici. La complicità nelle relazioni, gli amici, i familiari, l’allenatore, l’insegnante, è la salvezza”.

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