Pd, il verso e il vizio
Appresa la sentenza, Errani si dichiara innocente, ma rassegna le dimissioni e dice: “Davanti a tutto, l’onore della Regione”. La vicenda potrebbe chiudersi qui, dimostrando una volta tanto che il nesso tra causa ed effetto e tra condanna e dimissioni vale anche per la casta della politica. Non sia mai. Immediatamente il Pd si scioglie in un coro commosso di solidarietà e calde lacrime vengono versate ricordando le virtù eroiche di Errani, neanche fosse Silvio Pellico tradotto nelle segrete dello Spielberg. Non è finita, perché subito dopo Orfini, novello presidente democrat, dà finalmente un senso al suo incarico e “auspica il ritiro delle dimissioni”. Fassino, sindaco di Torino, lo invita virilmente alla resistenza: “Resta al tuo posto”. Taddei, responsabile economico, lancia un hashtag struggente: #ForzaVasco”. Infine scende in campo lo stesso Matteo Renzi che, attraverso la segreteria, ridotta a puro organismo ventriloquo, invita il governatore “a riconsiderare il suo gesto” come se il poveretto fosse stato colto da un momento di follia.